La Germania alza il livello di allarme per il gas: quale segnale per l’Europa?

Violetta Silvestri

23 Giugno 2022 - 12:55

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In Germania si aggrava l’emergenza gas e il Paese va in allarme. Con la guerra in Ucraina sempre più incentrata sulle ripercussioni energetiche, la mossa tedesca è un segnale per l’Europa intera.

La Germania alza il livello di allarme per il gas: quale segnale per l’Europa?

La Germania ha attivato la “fase di allarme” del suo piano di emergenza del gas, in risposta al calo delle forniture russe.

La misura è l’ultima escalation di una situazione di stallo tra Europa e Mosca dall’invasione russa dell’Ucraina che ha messo in luce la dipendenza del blocco dalle forniture di gas russe e ha innescato una frenetica ricerca di fonti energetiche alternative.

Il passaggio al secondo step del piano emergenziale della prima potenza economica europea segnala che le autorità stanno assistendo a un “deterioramento sostanziale della situazione dell’approvvigionamento di gas”.

Il messaggio sulla gravità della situazione è chiaro per tutto il continente.

La Germania entra nella fase allarme gas: cosa significa

La più grande economia europea si trova ad affrontare la prospettiva senza precedenti per imprese e consumatori, alle prese con la scarsità di energia. Per mesi, Putin ha gradualmente ridotto le forniture in apparente rappresaglia alle sanzioni imposte per l’invasione dell’Ucraina. La situazione di stallo è aumentata la scorsa settimana, dopo i forti tagli al principale collegamento del gas con la Germania, mettendo a rischio le riserve per l’inverno.

Berlino si è quindi mossa nell’ambito del suo piano di emergenza. Passando al secondo step, la Germania fornirà una linea di credito di 15 miliardi di euro per riempire gli impianti di stoccaggio del gas. Inoltre, quest’estate verrà lanciato un modello di asta del gas per incoraggiare i consumatori del combustibile industriale a risparmiare.

Solitamente, il governo attiva la seconda “fase di allarme” di un piano di emergenza che ne prevede tre, quando valuta un alto rischio di carenza di forniture a lungo termine. Teoricamente, questo secondo passo consente alle utility di trasferire i prezzi elevati all’industria e alle famiglie e quindi contribuire a ridurre la domanda. In pratica, al momento non è stata attivata la legge che permette alle società energetiche di passare i costi in aumento sui clienti. Non si stima neanche alcun razionamento.

Di fronte alla diminuzione dei flussi dal principale fornitore russo, dalla fine di marzo la Germania è entrata nella fase 1 del suo piano di emergenza, che include un monitoraggio più rigoroso dei flussi giornalieri e un focus sul riempimento degli impianti di stoccaggio del gas.

Attualmente, il mercato è ancora in grado di funzionare senza la necessità di un intervento statale, che scatterebbe nella fase finale di emergenza.

Da evidenziare che gli impianti di stoccaggio del gas della Germania sono attualmente pieni del 58%, una percentuale superiore a quella dell’anno scorso, ma il ministro dell’Economia Habeck ha affermato che se le forniture rimangono all’attuale livello basso, la Germania non raggiungerà il suo obiettivo di ottenere una capacità di stoccaggio fino al 90% entro dicembre.

“D’ora in poi, il gas è una merce rara...I prezzi sono già alti e dobbiamo prepararci a ulteriori aumenti. Ciò avrà un effetto sulla produzione industriale e peserà pesantemente sui consumatori. È uno shock esterno”, ha ribadito Habeck, sottolineando che il gas veniva dispiegato “come arma contro la Germania”.

Il mercato energetico europeo e non solo al collasso?

La Russia potrebbe tagliare completamente il gas all’Europa per rafforzare la sua influenza politica, ha affermato mercoledì il capo dell’Agenzia internazionale per l’energia (AIE), aggiungendo che il continente deve prepararsi ora.

In questa cornice si inserisce la decisione tedesca di aggravare lo stato di emergenza. Il segnale per gli altri Paesi Ue non è affatto rincuorante.

La Germania ha avvertito che le mosse della Russia per tagliare le forniture di gas naturale rischiano di innescare un collasso nei mercati energetici, tracciando un parallelo con il ruolo di Lehman Brothers nell’innescare la crisi finanziaria.

Con i fornitori di energia che accumulano perdite essendo costretti a coprire volumi a prezzi elevati, c’è il rischio di un effetto di ricaduta per i servizi pubblici locali e i loro clienti, inclusi consumatori e imprese, ha affermato giovedì il ministro dell’Economia Robert Habeck.

“...l’intero mercato rischia di crollare a un certo punto”, ha detto Habeck in una conferenza stampa a Berlino, “quindi provocare un effetto Lehman nel sistema energetico”.

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