Genitori anziani e non autosufficienti, i figli sono obbligati ad assisterli?

Ilena D’Errico

18 Marzo 2023 - 19:46

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I figli sono obbligati ad assistere i genitori anziani non autosufficienti? In parte sì, ma in modo diverso rispetto all’obbligo che invece ricade sui genitori nella situazione opposta.

Genitori anziani e non autosufficienti, i figli sono obbligati ad assisterli?

Spesso si parla degli obblighi legali dei genitori nei confronti dei figli, ovviamente legati al fatto che i figli non sono autosufficienti, salvo disabilità solo per un certo periodo della loro vita. Cosa succede, però, quando sono i genitori anziani a non essere autosufficienti? Ebbene, tralasciando l’aspetto morale che compete esclusivamente la sfera personale di ognuno, la legge prevede effettivamente degli obblighi di assistenza in capo ai figli. Vediamo quindi quali sono e in che modo si differenziano rispetto a quelli genitoriali.

Genitori non autosufficienti, qual è l’obbligo dei figli

L’obbligo dei figli nei confronti dei genitori è stabilito dall’articolo 433 del Codice civile, secondo il quale i figli rientrano fra le persone tenute al versamento degli alimenti. Questi ultimi spettano a tutte le persone non autosufficienti, che non riescono a provvedere in modo autonomo al proprio sostentamento. Gli alimenti riguardano perciò le esigenze primarie della vita quotidiana, essenzialmente le spese di vitto e alloggio.

Trattandosi di bisogni fondamentali, la legge deve garantire il loro soddisfacimento anche attraverso il versamento degli alimenti, al quale sono obbligati in ordine:

  • Il coniuge.
  • I figli, anche se adottivi, e in loro mancanza i discendenti prossimi (come i nipoti).
  • I genitori e gli adottanti, in mancanza dei quali l’obbligo ricade sugli ascendenti prossimi (ad esempio i nonni).
  • I generi e le nuore.
  • I suoceri.
  • I fratelli, con priorità dei germani (con entrambi i genitori in comune) sugli unilaterali.

I figli sono quindi i primi soggetti ad essere tenuti al versamento degli alimenti nei confronti dei genitori, in quanto evidentemente questa necessità riguarda entrambi i coniugi. I figli in vita sono esonerati da tale obbligo soltanto quando non possono effettivamente adempiere, magari perché disoccupati o precari, o vengono meno i presupposti.

Alimenti ai genitori, in cosa consistono e a quanto ammontano

Gli alimenti che i figli devono versare ai genitori devono essere sufficienti a garantire loro la sopravvivenza e comprendono quindi:

  • Vitto.
  • Alloggio.
  • Cure mediche.

L’importo deve quindi essere commisurato in base alle necessità effettive dei genitori e anche in base alle possibilità economiche del figlio obbligato. La somma da versare può essere decisa in comune accordo tra le parti, ma in caso di divergenze è possibile affidarsi a una causa civile delegando la decisione al giudice. È bene sapere, poi, che l’adempimento dell’obbligo alimentare può consistere anche in un’obbligazione naturale, non per forza in una prestazione economica.

Per esempio, il figlio può ospitare i genitori in casa sua e provvedere personalmente ai loro bisogni anche senza dare loro dei soldi. In effetti questa soluzione può essere più conveniente dal punto di vista economico, ma meno dal punto di vista pratico e organizzativo; peraltro bisogna chiedersi se i genitori desiderano rinunciare alla propria autonomia. La scelta fra obbligazione naturale e pagamento periodico, infatti, è a completa discrezione dei creditori. Di norma, comunque, i figli non vengono obbligati ad ospitare i genitori, purché provvedano diversamente.

I figli sono obbligati ad assistere i genitori?

Si evince quindi che l’obbligo di assistenza dei genitori è esclusivamente di tipo economico o perlomeno quantificabile in questo senso. La legge non prevede espressamente un dovere di cura e assistenza nei confronti dei genitori, ma richiede semplicemente che tali compiti siano assolti. Questo significa che i figli non sono obbligati dalla legge a prendersi cura personalmente dei propri genitori, purché provvedano indirettamente alla loro assistenza, ad esempio pagando una badante o la retta della casa di riposo.

Quando i genitori hanno diritto agli alimenti

L’obbligo alimentare prescinde da alcuni requisiti fondamentali, in sintesi:

  • Lo stato di bisogno dei genitori.
  • L’incapacità dei genitori di provvedere diversamente al proprio sostentamento.
  • La capacità del figlio di sopportare il pagamento della prestazione.
  • L’esistenza del vincolo relazionale.

La differenza tra il mantenimento e gli alimenti

Il fattore che differenzia gli alimenti dal mantenimento consiste nella misura: i primi devono garantire esclusivamente i bisogni primari, mentre il secondo attiene a esigenze più ampie. I figli, peraltro, sono obbligati a provvedere anche a diversi aspetti da quelli materiali, come l’educazione. L’assegno di mantenimento, ad esempio per il coniuge, comunque non si basa sull’incapacià del creditore.

Cosa rischia il figlio che non versa gli alimenti ai genitori

I genitori in stato di bisogno sono a tutti gli effetti dei creditori rispetto ai figli in grado di provvedere agli alimenti; pertanto, possono promuovere un giudizio civile e ottenere, anche coattivamente, il pagamento delle somme spettante loro. Non è però detto che i genitori vogliano effettivamente procedere in questo modo, anche perché molto spesso sono proprio loro a rifiutare ogni forma di aiuto.

Quando i genitori non vogliono gli alimenti e l’aiuto da parte dei figli, questi ultimi potrebbero pensare di essere al sicuro da qualsiasi rischio. Effettivamente nessun altro può agire per conto dei creditori per il pagamento degli alimenti, ma ciò non esenta i figli da tutti i rischi.

Il rischio che può ricadere sui figli è l’accusa di abbandono di persone incapaci, un reato punito con la reclusione da 6 mesi a 5 anni. Dato che il Codice penale fa espresso riferimento all’incapacità delle persone, in questo caso dei genitori, se sussiste l’ipotesi di reato il rifiuto dei genitori non vale nulla. In altre parole, i figli devono provvedere ai genitori anche se loro non vogliono e possono adempiere a questo obbligo con il versamento degli alimenti.

Ovviamente questo può diventare molto difficile se i genitori sono piuttosto caparbi; quindi, cosa può fare il figlio per prendersi cura di loro (e nel frattempo liberarsi dalla responsabilità penale)? Anche in questo caso la soluzione è la via giudiziale, in particolare il ricorso al giudice tutelare che può nominare un amministratore di sostegno.

Cosa fare se i fratelli non versano gli alimenti ai genitori?

L’obbligo alimentare ricade indistintamente su tutti i figli, ma molto spesso si vedono situazioni in cui i fratelli adempiono in modo discorde. Magari uno di loro si occupa dei genitori in tutto e per tutto, mentre l’altro se ne disinteressa completamente. Presumibilmente questo avrà un impatto sul figlio adempiente, che vorrebbe tutelare i propri genitori, e anche sé stesso per limitare il proprio esborso.

Si potrebbe quindi pensare di citare in giudizio il proprio fratello per la suddivisione degli alimenti, perché in effetti soluzioni simili sono possibili per altri tipi di pagamenti. In questo caso, tuttavia, non è possibile in quanto soltanto i genitori in qualità di creditori possono far valere il proprio diritto. Posto che questo non esonera il figlio adempiente, se i genitori non desiderano procedere legalmente contro l’altro figlio non c’è modo di obbligarli e l’unica alternativa è l’amministrazione di sostegno, purché il giudice tutelare la ritenga opportuna.

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