Francia senza benzina: risse ai distributori e rischio caos. Cosa sta succedendo?

Alessandro Cipolla

12 Ottobre 2022 - 11:15

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Lo sciopero dei dipendenti delle raffinerie di Esso e Total sta gettando la Francia nel caos: scattano le precettazioni, ai distributori risse e file anche di tre ore.

Francia senza benzina: risse ai distributori e rischio caos. Cosa sta succedendo?

In Francia un terzo dei distributori di benzina sarebbe a secco, specie nella zona di Parigi, con file anche di tre ore nelle stazioni di servizio letteralmente prese d’assalto dagli automobilisti, tanto che si registrano risse e veri e propri assalti alle pompe.

A gettare la Francia nel caos è lo sciopero dei lavoratori delle raffinerie di Total ed Esso che ormai va avanti da giorni, tanto che il primo ministro Elisabeth Borne ha annunciato che a breve scatteranno le precettazioni.

Ma la situazione sarebbe critica in tutto il Paese: se gli abitanti delle grandi città possono comunque muoversi scegliendo mezzi di trasporto alternativi alle automobili, la penuria di benzina rischia di mettere in ginocchio le aree rurali della Francia dove non c’è grande scelta.

Sembrerebbe di rivivere Oltralpe le scene che poi hanno portato all’esplosione delle proteste a opera dei gilet gialli, il movimento che si è venuto a creare nel 2018 a causa dell’aumento dei costi della benzina.

Lo sciopero continua: Francia senza benzina

Nonostante la situazione di grande criticità che si è venuta a creare in Francia, i lavoratori delle raffinerie di Esso e Total sembrerebbero essere decisi ad andare fino in fondo nella loro protesta.

La richiesta per fermare lo sciopero è sempre la stessa: un aumento dello stipendio pari al 10%, sia per far fronte all’aumento dell’inflazione sia in virtù degli ingenti extraprofitti realizzati dalle aziende.

Solo nel primo semestre del 2022, Total infatti ha fatto registrare profitti pari a 10,6 miliardi di dollari, mentre meglio ancora ha fatto ExxonMobil, che controlla Esso, visto che il ricavo netto nel secondo trimestre dell’anno è stato di 17,9 miliardi di dollari.

In questo braccio di ferro tra lavoratori e aziende, il governo vista la mancanza di benzina che sta mettendo in grande difficoltà la Francia, ha preso la decisione di intervenire per far ripartire l’attività almeno in alcune delle cinque raffinerie al momento ferme da dieci giorni.

I sindacati però hanno deciso di prorogare lo sciopero fino a quando non verranno accolte le loro richieste. Stando a quanto riferito dal portavoce del governo Olivier Véran, l’Eliseo sarebbe pronto ad adoperarsi per rimuovere i blocchi “facciamo tutto il possibile affinché questa situazione finisca”.

Quando ci sono proposte di trattativa bisogna coglierle. Altrimenti non è più uno sciopero per ottenere risultati. È semplicemente un blocco del Paese. E questo non è accettabile - è stato invece il commento ministro dell’Economia Bruno Le Maire - Se il sindacato CGT rifiuterà categoricamente di impegnarsi in questa discussione, non potremo fare altro che requisire i mezzi necessari per liberare i depositi e gestire le raffinerie”.

La situazione in Francia di conseguenza da difficile presto potrebbe diventare caotica, con i cugini d’Oltralpe che sarebbero a rischio di vivere un altro autunno caldo sempre con la benzina nel ruolo di casus belli.

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