Franchigia dell’assicurazione, cos’è, come funziona e come risparmiare

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2 Luglio 2025 - 13:31

Quando si sceglie un’assicurazione bisogna anche tenere conto della presenza della franchigia. Ecco cos’è e come (e quando) risparmiare.

Franchigia dell’assicurazione, cos’è, come funziona e come risparmiare

La franchigia dell’assicurazione è quella somma che, in caso di sinistro con colpa, resta sempre a carico della persona assicurata. Quando si verifica un danno, molti si chiedono chi deve pagare e quanto. Infatti, la maggior parte delle compagnie assicurative applica una franchigia, definita anche «minimo».

Ma cos’è nel concreto la franchigia? Semplicemente l’importo fisso che l’assicurato deve pagare di tasca propria prima che l’assicurazione inizi a coprire i costi. Questo meccanismo esiste per ridurre il numero di piccoli sinistri e contenere i costi amministrativi per le compagnie. Inoltre, è importante sapere che se il valore del danno è inferiore alla franchigia, questo dovrà essere corrisposto interamente dalla persona assicurata.

L’aspetto interessante è che scegliere una polizza con franchigia assoluta può permettere di risparmiare sul costo del premio assicurativo, anche fino al 15%. Quindi, comprendere come funziona la franchigia non è solo una questione teorica, ma ha implicazioni pratiche sul portafoglio.

Cos’è la franchigia assicurativa e perché esiste

Nel campo assicurativo, la franchigia rappresenta un elemento fondamentale che definisce la relazione economica tra l’assicurato e la compagnia assicurativa. Questa componente contrattuale determina quali costi rimangono a carico dell’assicurato in caso di sinistro e quali, invece, vengono coperti dall’assicurazione.

Franchigia: significato e definizione semplice

In termini semplici, la franchigia è la quota di danno che resta a carico dell’assicurato in caso di sinistro. Si tratta di un importo fisso e predeterminato che l’assicurato deve pagare per ogni sinistro verificatosi.

Quando i danni hanno un valore inferiore alla franchigia stabilita, l’assicurato dovrà sostenere interamente il costo. Al contrario, se il danno supera la franchigia, l’assicurato pagherà solo l’importo della franchigia mentre la compagnia assicurativa coprirà il resto della spesa.

Prendendo un esempio concreto: con una franchigia di 150€ e un danno di 5.000€, l’assicurato pagherà 150€ mentre la compagnia assicurativa coprirà i restanti 4.850€. In questo modo, il meccanismo della franchigia funziona come una sorta di «soglia di accesso» alle coperture assicurative.

Perché le compagnie usano la franchigia

Le compagnie assicurative applicano la franchigia per diversi motivi strategici.

  • Riduzione del rischio di frodi: la franchigia disincentiva la denuncia di sinistri di basso valore o fraudolenti.
  • Concentrazione sulle coperture più rilevanti: permette alle compagnie di focalizzare le risorse sui risarcimenti di maggiore entità.
  • Contenimento dei costi amministrativi: riduce il numero di piccoli sinistri da gestire, abbattendo i costi operativi.
  • Riduzione del premio assicurativo: la presenza di una franchigia consente di offrire polizze a prezzi più accessibili.
  • Responsabilizzazione dell’assicurato: incentiva comportamenti più prudenti e una maggiore attenzione alla cura dei propri beni.

Inoltre, la franchigia funziona come uno strumento per limitare la frequenza di rimborsi sui sinistri di importo basso, contribuendo a mantenere l’equilibrio economico del sistema assicurativo.

Come funziona la franchigia: esempi pratici e applicazioni

Quando si verifica un sinistro, il primo aspetto da considerare è il rapporto tra l’entità del danno e il valore della franchigia. Prendiamo un caso pratico: un evento atmosferico danneggia il parabrezza dell’auto causando un danno di €250, mentre la polizza prevede una franchigia di €300. In questo scenario, l’intero importo resta a carico dell’assicurato poiché il danno è inferiore alla soglia della franchigia.

Al contrario, se lo stesso sinistro causasse un danno di €550, con la medesima franchigia di €300, l’assicurato dovrebbe sostenere i primi €300, mentre la compagnia coprirebbe la differenza di €250. Questo meccanismo si applica nella franchigia assoluta, quella più comune nelle polizze auto.

Chi paga la franchigia in caso di sinistro

Nella maggior parte dei casi, è l’assicurato a dover pagare la franchigia. Infatti, quando si verifica un sinistro con danni superiori alla franchigia, il pagamento viene diviso: l’assicurato copre l’importo della franchigia, mentre l’assicurazione paga la cifra rimanente.

Per chiarire con un esempio: in un sinistro che causa danni per €5.000, con una franchigia di €500 e un massimale di €6.000.000, l’assicurazione pagherà €4.500, mentre i €500 della franchigia resteranno a carico dell’assicurato. Questo avviene anche nella RC Auto quando viene applicata una franchigia: sebbene la compagnia risarcisca subito il danneggiato per l’intero importo, successivamente richiederà all’assicurato il rimborso della franchigia.

Franchigia nelle garanzie accessorie: furto, incendio, cristalli

Le garanzie accessorie sono particolarmente soggette all’applicazione della franchigia. Per quanto riguarda la copertura Furto e Incendio, al momento della stipula è possibile scegliere diversi livelli di protezione. Per le polizze auto, generalmente si può optare tra uno scoperto del 10% con minimo di €200 o uno scoperto del 15% con minimo di €400.

Nelle polizze moto, invece, le opzioni comuni sono uno scoperto del 10% con minimo di €100 o uno scoperto del 20% con minimo di €200. In fase di liquidazione, viene sempre applicato il valore più alto tra scoperto e minimo.

Per la garanzia Cristalli, il funzionamento è simile. Tuttavia, è importante notare che in alcune polizze possono esistere due diverse franchigie: una in caso di riparazione e l’altra in caso di sostituzione. Inoltre, alcune compagnie prevedono condizioni più vantaggiose se ci si rivolge a centri convenzionati, con franchigie ridotte o addirittura assenti.

Quindi, è essenziale leggere attentamente il contratto prima della firma per comprendere esattamente quali costi potrebbero rimanere a proprio carico in caso di sinistro, specialmente per le garanzie accessorie che hanno meccanismi di applicazione della franchigia diversificati.

Tipi di franchigia: assoluta vs relativa

Le polizze assicurative presentano principalmente due tipologie di franchigia, ciascuna con caratteristiche e applicazioni specifiche che influenzano sia il costo del premio che la copertura effettiva.

Franchigia assoluta: come si applica e quando conviene

La franchigia assoluta rappresenta la formula più diffusa nel mercato assicurativo italiano. Con questa modalità, l’importo della franchigia resta sempre a carico dell’assicurato, indipendentemente dall’entità del danno. In pratica, la compagnia assicurativa deduce sistematicamente questo valore dal risarcimento.

Prendiamo un esempio: con una franchigia assoluta di 500€ e un danno di 1.000€, l’assicurazione risarcirà solo 500€ (la differenza tra il danno e la franchigia). Se, invece, il danno è di 400€, l’assicurato dovrà pagarlo interamente.

Le polizze con franchigia assoluta generalmente offrono premi più economici, con risparmi fino al 15%. Tuttavia, questo vantaggio deve essere valutato attentamente, considerando la probabilità di dover affrontare sinistri.

Franchigia relativa: vantaggi e limiti

La franchigia relativa, invece, opera secondo un principio diverso:

se il danno è inferiore alla franchigia, l’assicurato paga tutto; se supera questa soglia, l’assicurazione copre l’intero importo.

Con una franchigia relativa di 500€, un danno di 300€ sarà interamente a carico dell’assicurato, mentre un danno di 600€ verrà completamente rimborsato dalla compagnia. Questa formula risulta particolarmente vantaggiosa in caso di sinistri di maggiore entità.

Inoltre, la franchigia relativa rappresenta una soluzione ideale quando si preferisce gestire autonomamente i piccoli danni, evitando di coinvolgere l’assicurazione per sinistri minori che potrebbero peggiorare la classe di merito nel sistema bonus-malus.

Franchigia fissa vs percentuale: differenze operative

Le franchigie possono essere espresse in due forme: fissa o percentuale.

  • La franchigia fissa corrisponde a un importo prestabilito (ad esempio 500€) che rimane invariato.
  • Al contrario, la franchigia percentuale viene calcolata come una porzione del valore assicurato o del danno stesso (ad esempio il 5%).

La franchigia percentuale può risultare vantaggiosa per beni di valore contenuto, ma potrebbe tradursi in importi significativi quando applicata a beni di grande valore. D’altra parte, la franchigia fissa offre maggiore prevedibilità, permettendo all’assicurato di conoscere in anticipo l’esatto importo che dovrà sostenere in caso di sinistro.

Prima di sottoscrivere una polizza, quindi, è fondamentale verificare non solo l’entità della franchigia, ma anche la sua tipologia, per evitare sorprese al momento del risarcimento.

Franchigia, scoperto e massimale: quali differenze?

Nell’ambito assicurativo, capire le differenze tra franchigia, scoperto e massimale è fondamentale per evitare spiacevoli sorprese al momento della liquidazione del sinistro. Questi tre elementi determinano, infatti, quanto e in quali circostanze l’assicurato dovrà contribuire economicamente.

Franchigia e scoperto, cosa identificano?

La principale distinzione tra franchigia e scoperto riguarda la modalità di calcolo dell’importo a carico dell’assicurato.

Mentre la franchigia è un valore fisso prestabilito, lo scoperto rappresenta una percentuale calcolata sul danno effettivo. Questa differenza sostanziale influisce significativamente sul risarcimento finale.

Con una franchigia di 500€ e un danno di 4.000€, l’assicurato pagherà esattamente 500€ e la compagnia coprirà i restanti 3.500€. Al contrario, con uno scoperto del 10% sullo stesso danno di 4.000€, l’assicurato pagherà 400€ (il 10% di 4.000€).

Inoltre, è importante sapere che quando una polizza prevede sia franchigia che scoperto, viene sempre applicato l’importo più elevato tra i due. Ad esempio, con una franchigia di 250€ e uno scoperto del 10%, per un danno di 1.000€ (scoperto = 100€), l’assicurazione applicherà la franchigia di 250€ perché più vantaggiosa per la compagnia.

Massimale dell’assicurazione: cosa copre e come si calcola

Il massimale rappresenta l’importo massimo che una compagnia è tenuta a liquidare in caso di sinistro. Se i danni superano questa cifra, sarà l’assicurato a dover coprire l’eccedenza di tasca propria.

Per la RC Auto, la normativa italiana ha fissato i massimali minimi in 6.450.000€ per i danni alle persone e 1.300.000€ per i danni alle cose. Questi valori si applicano per sinistro, indipendentemente dal numero di persone coinvolte.

Va ricordato che maggiore è il massimale scelto, maggiore sarà il premio da pagare alla compagnia. Tuttavia, un massimale più alto offre maggiore tranquillità, specialmente in caso di incidenti gravi con più persone coinvolte.

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