Forze Armate: è scontro tra Orlando e i sindacati per l’introduzione del reato di tortura nel codice penale. Per il SAP, infatti, questo non sarebbe altro che un manifesto contro l’operato dei pubblici ufficiali.
Forze Armate, novità: presto nel Codice Penale verrà introdotto il reato di tortura, come confermato dal Ministro della Giustizia Andrea Orlando nel corso della cerimonia d’inaugurazione dell’anno giudiziario a Milano.
Una novità che però non trova d’accordo i sindacati come ad esempio il SAP che tramite il suo segretario Gianni Tonelli ha definito l’introduzione del reato di tortura come una “follia”.
Quali sono le motivazioni che hanno spinto Orlando ad introdurre questa tanto discussa novità? Facciamo chiarezza analizzando sia le parole del Ministro della Giustizia che quelle di Gianni Tonelli, segretario del SAP.
Per le Forze Armate arriva il reato di tortura: l’annuncio di Orlando
Nel corso del suo intervento il Ministro della Giustizia ha ribadito l’urgenza di affermare un principio che da diversi anni ci viene richiesto anche in sede europea e internazionale.
Orlando citando “le Osservazioni sulla tortura di Pietro Verri”, ha dichiarato:
“Pietro Verri scriveva che l’usanza di tormentare privatamente nel carcere per estorcere la verità non poteva reggere per lungo tempo. E così è stato, non ha retto. Ma nessuna conquista è definitiva come dimostrano le cronache di questi giorni e il fatto che grandi democrazie mettano in conto la possibilità di riutilizzare questo strumento”.
Quindi per Orlando è molto importante introdurre questo reato nel Codice Penale, così da mettere fine una volta per tutte ad una pratica disumana.
Orlando ha posto anche l’attenzione sul fatto che per la prima volta l’Italia non è tra i primi 5 Paesi europei per casi pendenti davanti alla Corte Europea e ciò dimostra come negli ultimi anni siano stati fatti dei notevoli passi avanti nell’ambito della tutela dei detenuti.
Quindi adesso non resta che fare il passo finale, introducendo appunto il reato di tortura. Per il Ministro bisogna fare in modo che i “soggetti della giurisdizione” non reagiscano alle difficoltà ripiegando in una “dimensione corporativa”, così da salvaguardare le proprie ragioni tramite la delegittimazione di quelle altrui.
Eppure i sindacati di categoria non sono d’accordo con le parole del Ministro Orlando. Infatti, all’indomani delle sue dichiarazioni diversi sindacati, tra cui figura il SAP, hanno fatto un elenco delle motivazioni per cui non sarebbe giusto introdurre il reato di tortura nel codice penale.
Forze Armate: presto verrà introdotto il reato di tortura? La protesta del SAP
Il segretario del SAP, Gianni Tonelli, ha manifestato il suo disappunto riguardo alle parole di Orlando riguardo al reato di tortura.
Nel dettaglio, tramite una lettera pubblicata da Il Tempo, Tonelli ha esposto le sue motivazioni dicendo che questa nuova norma non sarebbe uno strumento per sanzionare i comportamenti di tortura (“che tutti noi vogliamo che siano perseguiti”), poiché verrebbe vista come un manifesto ideologico contro le Forze di Polizia.
Tonelli infatti non capisce il motivo per cui nel disegno di legge, dove il reato di tortura è inserito come futuro articolo 613 bis, ci si rivolge solamente ai pubblici ufficiali nonostante la convenzione dell’ONU abbia stabilito che con il termine “tortura” si indicano tutti quegli atti mediante il quale sono “intenzionalmente inflitti ad una persona dolore e sofferenze forti, fisiche o mentali, al fine di ottenere da essa o da una terza persona informazioni o confessioni”.
Perché quindi dalle fattispecie del reato di tortura vengono esclusi dei casi come quello di un ladro che picchia il proprietario di casa per farsi dare la combinazione della cassaforte? Perché nel testo di legge ci si rivolge solamente ai pubblici ufficiali?
Effettivamente la denuncia di Tonelli non ci sembra infondata. Infatti, in questo modo chiunque potrebbe denunciare un poliziotto lamentando di aver subito una sofferenza psicologica, che a differenza di quella fisica non è facilmente dimostrabile, sottraendo all’agente ogni possibilità di difesa.
Tonelli inoltre ha ricordato che in Italia non esiste il reato di istigazione non accolta.
Per chi non sapesse di cosa si tratta facciamo qualche esempio. Pensiamo ad un uomo che minaccia una giovane ragazza affinché questa si prostituisca. Se questa non lo fa non esiste reato.
La stessa cosa però non vale per il reato di tortura: infatti, se un poliziotto istiga un collega a torturare un detenuto per estorcere un’informazione di vitale importanza (come ad esempio il luogo in cui si trova un bambino sequestrato) e questo non lo fa, ha comunque commesso il reato d’istigazione alla tortura.
Una legge che per Tonelli non deve essere assolutamente approvata, anche perché in Italia ci sono già diverse sanzioni per i comportamenti di tortura (sequestro di persona, lesioni, percosse, abusi in atto d’ufficio).
Quello che manca è un recepimento formale ed è per questo motivo che Tonelli suggerisce ad Orlando di correggere l’attuale normativa introducendo la non prescrittibilità di determinati comportamenti.
Anche perché, ha ribadito il segretario del SAP, i casi di tortura vanno puniti con la massima fermezza e durezza dal momento che sono “un’offesa alla dignità dell’uomo”.
Ma per punire questi comportamenti bisogna trovare appunto un’altra strada, perché nella nuova legge voluta da Orlando di “tortura c’è solo il nome”. Per il resto si tratta solo di un accanimento contro le Forze Armate che porterebbe ad un “totale ingessamento della loro azione”.
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