Flat tax, Tria contro Salvini: “Discussione su riforma da 17 mld non c’è mai stata”

Mario D’Angelo

21/09/2019

21/09/2019 - 16:56

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L’ex ministro Giovanni Tria afferma che l’ipotesi flat tax da 17 miliardi proposta da Matteo Salvini non è mai stata sul piatto

Flat tax, Tria contro Salvini: “Discussione su riforma da 17 mld non c’è mai stata”

Con la fuoriuscita della Lega dal governo si è estinta definitivamente l’ipotesi di una flat tax. Ma questa è mai stata una possibilità reale? No, risponde l’ex ministro delle Finanze Giovanni Tria. O almeno non nella forma paventata dalla Lega, ovvero la riforma fiscale da 17 miliardi.

Tria, su flat tax solo dichiarazioni politiche

Una simile ipotesi non è mai stata in discussione”, risponde su Repubblica di oggi l’ex ministro, aggiungendo che “le dichiarazioni sulla riforma fiscale da fare in deficit, senza coperture, erano fatte solo a fini politici”.

Il professore di Tor Vergata ricorda così che nella sua bozza di manovra, concordata con i viceministri Castelli (M5S) e Garavaglia (Lega), era stato “scritto ben altro”. Ossia che l’impegno del governo sarebbe stato volto a scongiurare “la clausola di salvaguardia sull’aumento dell’IVA da 23 miliardi di euro attingendo a 8 miliardi di entrate fiscali aggiuntive”, risparmi su Quota 100 e reddito di cittadinanza. “E per il resto con un taglio delle spese tendenziali, uno sfoltimento delle agevolazioni fiscali e misure anti-evasione”.

Lo spazio di manovra per abbassare le tasse, comunque, sarebbe stato molto ristretto. “Si sarebbero potuti liberare altri 8 miliardi per abbassare l’Irpef. Poi se la vogliamo chiamare flat tax o taglio del cuneo fiscale, non vedo la differenza”, aggiunge Tria.

L’ex ministro chiude quindi il discorso flat tax affermando che l’Italia non può permettersi “una detassazione di 17 miliardi”. Quest’ultima infatti “era un’idea della Lega, e tale è rimasta”.

Tria: “Io utile fino alla fine”

Tria rivendica poi la sua scelta di rimanere in carica fino alla fine: “Ho sempre pensato che sarei rimasto fin tanto che fossi stato utile”. E ribadisce le sue vittorie: dalla liquidazione dell’idea dei mini-Bot alla schivata della procedura d’infrazione da parte della Commissione Europea. Per l’ex ministro, quest’ultima “sarebbe stata un disastro”.

Quanto al suo successore Roberto Gualtieri, Tria aggiunge diplomatico che non ha bisogno di consigli. L’intervista si conclude con un commento sul cambiato “clima generale in Europa”, che grazie alla recessione tedesca si sta orientando verso una politica di bilancio più espansiva.

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