Il petrolio crolla del 5% dopo l’accordo tra Israele e Iran. Ma la tregua è fragile e lo spettro della crisi resta alto. Ecco i target degli analisti.
Dopo giorni ad alta tensione, questa mattina il petrolio è crollato. Il Brent è sceso a 67,66 dollari al barile (-5,3%), mentre il WTI a quota 64,76 dollari (-5,5%). Il motivo? Il cessate il fuoco tra Israele e Iran, mediato dal presidente USA Donald Trump, che ha allentato i timori di una crisi energetica in Medio Oriente.
Se la tregua reggerà, gli analisti confidano in un ritorno alla stabilità dei mercati. L’Iran, tra i principali produttori OPEC, potrebbe riprendere a esportare senza ostacoli, evitando interruzioni nello Stretto di Hormuz, il passaggio chiave da cui transita quasi un quinto del petrolio mondiale.
Ma il pericolo non è del tutto rientrato e gli analisti di Goldman Sachs, Barclays e UBS mettono in guardia. La situazione nello Stretto di Hormuz resta delicata e ad alto rischio. Se dovesse riaprirsi lo scontro tra Iran e Stati Uniti, il prezzo del petrolio potrebbe tornare a impennarsi nel giro di poco tempo. [...]
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