Femminicidi, perizia psichiatrica obbligatoria. In arrivo la nuova legge

Ilena D’Errico

25 Agosto 2025 - 01:01

Un’altra nuova legge sui femminicidi. Arriva la perizia psichiatrica obbligatoria.

Femminicidi, perizia psichiatrica obbligatoria. In arrivo la nuova legge

La crescente attenzione al fenomeno dei femminicidi e della violenza contro le donne sta portando a cambiamenti sociali, politici e di conseguenza anche giuridici. Il Senato ha da poco approvato all’unanimità la nuova legge sul femminicidio, che istituisce un vero e proprio reato autonomo, passata ora alla Camera per la valutazione finale. Nel frattempo è già stato proposto un altro disegno di legge ad hoc, questa volta concentrato sulla prevenzione del crimine o quanto meno delle escalation più cruente.

La strategia in questa occasione non è aumentare le pene per intensificare la deterrenza, riducendo così i reati di femminicidio, ma intervenire ancora prima del reato stesso. Un obiettivo quasi utopico che permetterebbe di ridurre almeno le violenze più estreme, per il raggiungimento del quale la maggioranza guarda allo strumento della perizia psichiatrica.

Quest’ultima, spesso vista dal pubblico come uno stratagemma per evitare le pene (pur non essendo così), verrebbe utilizzata per impedire agli autori di reato di nuocere alla vittima fin dalla prima denuncia. Una vera e propria novità nel mondo del Codice Rosso, ma anche per la legge. Potrebbe trattarsi del pezzo mancante nella lotta alle violenze, ma anche dell’ennesima norma fallimentare e ai limiti dell’incostituzionalità. Non resta che attendere l’iter per scoprirlo, ma intanto vediamo cosa prevede, insieme a vantaggi e svantaggi possibili.

La perizia psichiatrica per evitare i femminicidi

Il disegno di legge in esame al Senato vuole assicurare un intervento tempestivo ed efficace per fermare l’escalation di violenze che culminano nei femminicidi. Per questo motivo, si prevede che il pubblico ministero possa disporre l’accertamento sanitario obbligatorio nei confronti di soggetti indagati per reati da Codice Rosso in pericolo di reiterazione. La perizia psichiatrica servirà proprio a valutare la possibile reiterazione del reato, permettendo così alle autorità di attivare le procedure idonee a evitarla.

In pratica, dopo una querela (o denuncia) attinente al Codice Rosso - inoltre entro un massimo di 3 giorni - la Procura dovrà chiedere l’intervento di un esperto per la valutazione psicologica. Se quest’ultima individuerà la sussistenza del pericolo di reiterazione sarà disposto l’interrogatorio obbligatorio, anch’esso in presenza dell’esperto.

A questo punto, il risultato della perizia potrà essere utilizzato, in base alla decisione del Giudice per le indagini preliminari, per disporre misure personalizzate e specifiche. Per esempio, il soggetto indagato potrebbe essere obbligato a sottoporsi a percorsi terapeutici, eventualmente anche con ricovero ospedaliero. Non si guarda più alla sola punizione, che abbiamo visto non bastare, ma alla comprensione e alla risoluzione del fenomeno nel profondo. Contestualmente, l’autore viene allontanato in modo da non nuocere alla vittima, sebbene in questa fase con fini precauzionali. Serve infatti un processo per determinare l’eventuale colpevolezza.

Pro e contro della perizia per i femminicidi

Spesso si tende a pensare alla perizia psichiatrica come uno stratagemma per evitare la condanna oppure ottenere qualche agevolazione rispetto alla pena. In realtà, la perizia tecnica consente di avere un quadro più specifico e approfondito della responsabilità e della pericolosità della persona. Al più, potrebbe esser chiamato a espiare la pena in una struttura di degenza apposita, spesso con restrizioni più severe delle carceri stesse. La valutazione psichiatrica è fondamentale per accertare i fatti, o meglio la consapevolezza dell’autore, e individuare le soluzioni più appropriate,

In ogni caso, la nuova proposta sui femminicidi si sbilancia completamente nel verso opposto. La perizia psichiatrica diventa infatti uno strumento per tutelare la vittima, allontanandola quasi subito dall’autore delle violenze, senza che sia lei a dover subire ulteriori conseguenze. Questa iniziativa ha infatti alcuni meriti indiscutibili, poiché:

  • fa ricadere la responsabilità effettiva interamente sull’autore delle violenze (non deve essere la vittima a nascondersi nell’attesa di provvedimenti);
  • permette un intervento tempestivo e pratico, prima che la violenza raggiunga il punto di non ritorno;
  • prevede un supporto per evitare la reiterazione del reato e favorevole alla rieducazione.

Per arrivare a questo risultato bisogna però apportare delle modifiche al Codice di procedura penale, che limita le perizie psichiatriche alle modalità di esecuzione delle misure di sicurezza e, al più, alla valutazione della capacità di intendere e di volere dell’autore del reato. Il nostro ordinamento vieta invece altre indagini psicologiche e psichiatriche, soprattutto per favorire l’accertamento obiettivo dei fatti ed evitare errori. Questa previsione deve essere modificata per introdurre la perizia preventiva, che può così incontrare diversi ostacoli di attuazione.

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