Facebook vieta la condivisione di news in Australia, no al pagamento agli editori

Laura Pellegrini

18 Febbraio 2021 - 10:51

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Facebook ha bloccato la condivisione di news e link agli utenti dell’Australia in seguito alla proposta di legge di Canberra che costringerebbe le piattaforme a pagare gli editori.

Facebook vieta la condivisione di news in Australia, no al pagamento agli editori

Facebook ha deciso di impedire agli utenti dell’Australia di condividere o visualizzare notizie di media locali e internazionali, oltre a quelle di associazioni ed enti senza scopo di lucro. La decisione è arrivata mercoledì, in risposta alla proposta di legge - ora in esame in Senato - di Canberra che costringerebbe le piattaforme a pagare gli editori per la condivisione dei loro contenuti.

Facebook aveva annunciato in merito conseguenze pesanti, ma nonostante questo l’Australia ha proseguito nei suoi intenti. La scelta di Canberra ha fatto scatenare l’ira di Zuckerberg: la decisione del numero uno di Facebook appare alquanto sconvolgente.

Facebook contro l’Australia: cosa è successo davvero

Canberra non ha ancora approvato in via definitiva la nuova legge che modifica il regolamento per le piattaforme e che prevedrebbe il pagamento agli editori per la loro condivisione dei contenuti su Facebook.

Il Governo aveva annunciato che il Paese avrebbe potuto farne a meno qualora Google e Facebook avessero stretto autonomamente accordi con gli editori. Ma Zuckerberg ha contestato questa possibilità e ha adottato provvedimenti limitativi per gli utenti Facebook dell’Australia.

Infatti, per questi ultimi non sarà più possibile condividere link o news da organi di stampa locali o internazionali. Nella mattinata di giovedì le pagine dei giornali, oltre a quelle dei Vigili del Fuoco e dei servizi di emergenza, enti di beneficenza contro la violenza domestica, agenzie sanitarie statali sono state cancellate dal social network senza preavviso.

Facebook blocca la condivisione di news e link: è polemica

Facebook ha assicurato che le pagine del Governo “non dovrebbero essere influenzate da questo nuovo blocco, in quanto le azioni si sono concentrate sulla “ limitazione di editori e persone in Australia dal condividere o visualizzare contenuti di notizie australiane e internazionali”.

Tuttavia, non sono mancate le polemiche di alcuni esponenti politici australiani, che hanno evidenziato come - con quest’azione - Facebook abbia confermato la sua tendenza a ospitare la disinformazione sulla piattaforma.

Ma Facebook ha spiegato in una nota che il suo “ impegno a combattere la disinformazione ” non è mai cambiato, aggiungendo che sta spingendo le persone a ricercare “informazioni sanitarie autorevoli” sul coronavirus, per esempio.

Il periodo è alquanto delicato: in piena pandemia e in procinto di annunciare le vaccinazioni di massa, i social network sono il mezzo principale di diffusione di informazioni in tempi rapidi e al maggior numero di persone possibile. Minare in questo modo tale possibilità in mano ai Governi è per molti inaccettabile.

Cosa cambia per i cittadini e le aziende dell’Australia?

Più di un terzo degli australiani si affida a Facebook per ricevere notizie e aggiornamenti su quanto accade nel Paese e nel mondo. Ciò significa che l’introduzione del nuovo blocco potrebbe essere un ostacolo che Facebook pone a se stesso. O meglio: Facebook potrebbe non essere più la piattaforma su cui gli australiani faranno affidamento durante un’emergenza o per tenersi al passo con ciò che sta accadendo.

Come ha precisato il fondatore del social network, a partire da oggi “ le persone e le testate giornalistiche in Australia non possono pubblicare link di notizie e condividere o visualizzare contenuti di notizie australiane e internazionali su Facebook. A livello globale, anche la pubblicazione e la condivisione di collegamenti a notizie da editori australiani è limitata”.

Ma l’azione non riguarda soltanto le testate giornalistiche e gli utenti, ma anche alcune istituzioni e organizzazioni senza scopo di lucro, le cui pagine Facebook sono state ingiustamente bloccate.

Questa scelta “ci ha lasciato di fronte a una scelta netta - ha spiegato il team di Facebook -: tentare di rispettare una legge che ignora la realtà di questa relazione o smettere di consentire la condivisione di notizie sui nostri servizi in Australia. Con il cuore pesante, scegliamo quest’ultima strada”.

Come è possibile realizzare tutto questo? “Utilizziamo una combinazione di tecnologie per limitare il contenuto delle notizie e avremo processi per rivedere qualsiasi contenuto che è stato rimosso inavvertitamente”, conclude Facebook.

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