Evasione fiscale, la Guardia di Finanza controllerà anche mail e smartphone dal 2018

Anna Maria D’Andrea

14 Dicembre 2017 - 15:36

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Lotta all’evasione fiscale sempre più serrata, con controlli anche su mail e smartphone a partire dal 2018. A stabilirlo è la Guardia di Finanza, con la circolare operativa n. 1/2018.

Evasione fiscale, la Guardia di Finanza controllerà anche mail e smartphone dal 2018

Lotta all’evasione fiscale sempre più serrata e, a partire dal 1° gennaio 2018 saranno autorizzati controlli anche su mail e smartphone.

Lo stabilisce la circolare n. 1/2018 della Guardia di Finanza, nella quale vengono aggiornati gli strumenti e le strategie di controllo per contribuenti e imprese.

L’obiettivo della Guardia di Finanza è scovare possibili casi di evasione fiscale andando a frugare tra le informazioni private di imprenditori o contribuenti.

Una strategia che estende le ricerche investigative non tanto ai dati di natura contabile quando a tutte le informazioni extracontabili sviluppate dal contribuente per altre finalità ma che possono ritenersi importanti nel far emergere casi di evasione fiscale.

La Guardia di Finanza aggiorna dopo ben 10 anni le sue “linee guida” e questa volta chiama sul campo il proprio personale qualificato in CFDA, Computer forensics e data analysis.

Evasione fiscale, la Guardia di Finanza controllerà anche mail e smartphone dal 2018

La nuova strategia di contrasto all’evasione fiscale della Guardia di Finanza è contenuta nelle oltre 1.200 pagine della circolare n. 1/2018 rivolta ai comandi della Fiamme Gialle e in vigore a partire dal prossimo 1° gennaio.

Un cambio di strategia, dopo ben 10 anni, che non può non stare al passo con i tempi e considerare i sistemi di archiviazione in cloud come una delle fonti dell’indagine investigativa per scovare piccoli e grandi evasori.

Nell’illustrare la nuova strategia la Guardia di Finanza cita la Cassazione:

come riconosciuto dalla giurisprudenza di legittimità, i documenti informatici estrapolati legittimamente dai computer nella disponibilità dell’imprenditore, nei quali sia contenuta contabilità non ufficiale, costituiscono, in quanto scritture dell’impresa stessa, elemento probatorio, sia pure meramente presuntivo, utilmente valutabile, salva la verifica della loro attendibilità (Cass. civ., 9 marzo 2016, n. 4600; Cass. civ., 3 ottobre 2014, n. 20902; Cass. civ., 30 marzo 2012, n. 5226).

La Guardia di Finanza potrà salvare le informazioni presenti nel cloud del contribuente e dell’impresa. Nel caso di rifiuto di fornire le proprie password per l’accesso a dati personali contenuti in mail e smartphone, la Guardia di Finanza potrà in ogni caso avviare l’attività di ispezione anche senza il consenso esplicito del contribuente.

Lotta all’evasione fiscale dell’economia digitale: in campo i CFDA

A fronte di un mercato sempre più complesso e globale, la Guardia di Finanza punta al segmento dell’economia digitale, caratterizzato da alto tasso di dematerializzazione delle operazioni economiche e dall’elevato rischio di evasione fiscale.

Proprio per far fronte alle evoluzioni del mercato, le Fiamme Gialle metteranno in campo i militari CFDA, professionisti in computer forensics e data analisys, quali figure specializzate nella verifica delle informazioni utili alle indagini.

Gli esperti della Guardia di Finanza dovranno esser affiancati, dove previsto, dal personale specializzato nei sistemi IT dell’azienda.

La Guardia di Finanza potrà accedere a dati personali anche senza consenso

Delle oltre 1.200 pagine della circolare n. 1/2018 uno degli aspetti più controversi riguarda la possibilità degli ispettori della Guardia di Finanza di accedere alle informazioni personali del contribuente anche senza consenso:

gli operatori dell’Amministrazione che procedono all’accesso nei locali dei soggetti che si avvalgono di sistemi meccanografici, elettronici e simili, hanno facoltà di provvedere all’elaborazione dei supporti fuori dei locali stessi qualora il contribuente non consenta l’utilizzazione dei propri impianti e del proprio personale.

Nel sancire il divieto di eseguire operazioni direttamente sugli apparati in uso al contribuente in assenza di un suo espresso consenso, la disposizione consente ai verificatori di procedere all’elaborazione dei dati ivi contenuti successivamente, al di fuori dei locali del contribuente, con ciò attribuendo agli stessi, evidentemente, anche la facoltà di adottare gli accorgimenti necessari a tale scopo. Ovviamente di tale rifiuto alla collaborazione deve essere fatta esplicita menzione nei processi verbali redatti, con indicazione delle modalità specifiche con cui i dati del contribuente sono stati successivamente elaborati e delle misure adottate per garantirne la conservazione e la genuinità.

Si potranno salvare i dati privati del contribuente

Una strategia che fa pensare alla messa in scena dell’ultimo atto del Grande Fratello Fiscale: a partire dal 1° gennaio 2018 la Guardia di Finanza autorizza i propri verificatori a riversare, ove ritenuto necessario e indipendentemente dalla collaborazione del contribuente, i dati presenti in supporti informatici ed hard-disk di computer, smartphone o tablet.

Sarà concesso anche ricercare ed acquisire copie di sicurezza di dati effettuate nei giorni prima dell’ispezione della Guardia di Finanza, di modo di individuare, dove possibile, quelli eventualmente cancellati dal sistema al momento dell’accesso.

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