Sale il prezzo del gas in Europa e il motivo è la preoccupazione sulle forniture da un Paese, che non è la Russia.
Il prezzo del gas naturale europeo hanno ampliato i loro guadagni dopo l’annuncio di tagli di capacità di fornitura non pianificati nel gigantesco giacimento norvegese di Troll, che hanno ulteriormente frenato i flussi provenienti dal principale fornitore della regione.
Se da una parte gli europei si sono abituati a osservare le vicende della guerra in Ucraina e delle ritorsioni sulla Russia per monitorare flussi e prezzi del gas, dall’altra proprio in virtù del conflitto e dello stop agli acquisti di energia da Mosca, altri Paesi sono diventati cruciali per l’approvvigionamento del vecchio continente.
La Norvegia è senz’altro uno di questi. Ecco perché i prezzi del gas europeo sono in aumento dopo le novità provenienti dal Paese nordico.
Balzo del prezzo del gas in Europa, cosa succede in Norvegia?
I futures sul gas naturale europeo sono saliti verso i 37 euro per megawattora, estendendo il guadagno del 3,9% della scorsa settimana, a fronte delle crescenti preoccupazioni per le interruzioni dell’approvvigionamento.
Verso le ore 10.00 di lunedì 26 maggio, i futures di riferimento erano in aumento del 2,10% a più di 37 euro per megawattora.
Gli operatori sono diventati sempre più preoccupati per la disponibilità della materia prima, a causa dell’estesa stagione di manutenzione in Norvegia e dei rischi di una domanda in crescita in altre regioni consumatrici di gas con cui compete.
L’Europa è sotto pressione per rifornire i suoi vasti siti di stoccaggio sotterraneo, dopo che lo scorso inverno li ha lasciati più vuoti del solito e interruzioni impreviste o picchi di domanda complicano gli sforzi per attrarre maggiori flussi. Sebbene le iniezioni siano continuate per ora, i prezzi sono stati volatili in risposta alle notizie sulle interruzioni e hanno annullato oltre la metà del calo di aprile.
I riflettori sono tutti puntati sulla Norvegia, fornitore di gas chiave dopo che la Russia ha interrotto le consegne tramite gasdotto. Il suo giacimento di Troll ha subito problemi di alimentazione esterna, iniziati la scorsa settimana, mentre proseguono anche i lavori di manutenzione programmata presso l’impianto di lavorazione di Nyhamna e il giacimento di Aasta Hansteen.
Nel grafico sulla provenienza delle importazioni di gas effettuate dall’Europa aggiornato dagli analisti di Bruegel è chiaro quando sia di peso il ruolo norvegese:

La parte in grigio scuro rappresenta la quantità di materia prima che dalla Norvegia arriva in Europa: è la più ampia, seguita dal GNL statunitense. I due fornitori hanno man mano sostituito i flussi russi (nnon ancora scomparsi) e sono quindi vitali per il vecchio continente.
Gli operatori del settore rimangono tesi, con la volatilità guidata dall’incertezza dell’approvvigionamento e dalla potenziale concorrenza per il GNL da altre regioni. Anche le tensioni geopolitiche pesano sul sentiment, con le speranze di un accordo di pace in Ucraina che si affievoliscono.
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