ESG, che cosa sta facendo VMware: il rapporto 2022

Niccolò Ellena

22/09/2022

22/09/2022 - 18:15

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Mobilità sostenibile, formazione in ambito cloud e collaborazione con partner strategici: sono queste le linee guida di VMware per il post-pandemia già proiettato al 2030

ESG, che cosa sta facendo VMware: il rapporto 2022

VMware è un’azienda di grande rilevanza nel mondo della tecnologia con sedi in tutto il mondo. La sua capacità di offrire soluzioni di alto livello in diversi ambiti tra cui cloud, sicurezza informatica e telecomunicazioni, le hanno imposto di ripensarsi anche in ottica di maggiore sostenibilità, per rispettare dei dettami considerati sempre più importanti.

Dopo essere stata acquisita a maggio 2022 da Broadcom, multinazionale operante nell’ambito dei semiconduttori e delle telecomunicazioni, VMware ha continuato a portare avanti i suoi progetti, i cui risultati sono esposti nel rapporto ESG 2022, recentemente rilasciato.

Essere più efficienti significa essere più green

Negli ultimi anni la sostenibilità ambientale è diventata prioritaria per VMware, ciò è dimostrato dai risultati raggiunti di recente: nel 2018 l’azienda è stata certificata a zero emissioni e dal 2019 utilizza solamente energie rinnovabili. Tutte le decisioni prese in questa direzione hanno dimostrato, secondo i dati dell’azienda, di essere provvidenziali, hanno infatti consentito a VMware di non disperdere nell’atmosfera 1,2 miliardi di tonnellate di CO2.

Ovviamente l’azienda non ha intenzione di fermarsi ma desidera continuare su questa direzione, guardando anche con un occhio al futuro, visto che il 2030 incombe. Secondo i recenti ESG report dell’azienda, i principali obiettivi dell’azienda riguardano l’efficientamento dei consumi, in particolare per quel che concerne l’uso dell’acqua e dell’energia.

Ad esempio, VMware sta lavorando per rendere i propri data center, al centro della propria tecnologia cloud, sempre più efficienti e meno dispendiosi; questo perché sebbene questa tecnologia sia rivoluzionaria, ha un pessimo impatto sull’ambiente, sia perché estremamente energivora, sia perché l’acqua necessaria per mantenere i data center a una temperatura idonea è molta.

L’azienda, consapevole di quanto sia vero il detto «l’unione fa la forza», ha deciso di lanciare un nuovo progetto chiamato «VMware Zero Carbon Committed», grazie al quale ha stretto una collaborazione con oltre 30 fornitori di servizi cloud come Google Cloud, IBM, Microsoft, Amazon AWS e Oracle, con l’obiettivo di arrivare tutti insieme all’obiettivo comune: data center alimentati al 100% con energie rinnovabili entro il 2030.

In ambito di emissioni, l’obiettivo dichiarato dall’azienda è quello di dimezzare le proprie emissioni dirette e indirette (scope uno e due) entro il 2030. In questo senso, la strada sembra essere ben delineata: dal 2019 le emissioni in ambito scope 1 e scope 2 sono diminuite complessivamente dell’84%.

In secondo luogo, al fine di ridurre le proprie emissioni lungo tutta la catena di approvvigionamento, l’azienda sta lavorando a fianco dei propri fornitori per aiutarli a diventare più sostenibili, andando anche a impattare positivamente sul proprio score di emissioni scope 3.

Tutta l’azienda, dai dipendenti ai manager, è infine coinvolta in compiere gesti piccoli ma significativi in ambito ambientale: laddove possibile, l’azienda incoraggia il proprio personale a utilizzare i mezzi pubblici per muoversi e per recarsi sul posto di lavoro.

A testimonianza di questo, uno degli ultimi uffici inaugurati da VMware, a Milano, è stato volontariamente collocato in una zona del centro città raggiungibile comodamente con la metropolitana, disincentivando dunque l’uso di mezzi inquinanti.

In questo contesto è intervenuto il Country Manager di VMware Raffaele Gigantino, che ha ricordato che «il 70% degli spazi all’interno dell’ufficio di Milano sono spazi dedicati alla socializzazione», dimostrando nuovamente l’aderenza dell’azienda ai valori ESG.

Ufficio Milano VMware Ufficio Milano VMware Una parte dell'ufficio di Milano di VMware, in Via Melchiorre Gioia 26

Nel 2021, inoltre, l’azienda ha lanciato una partnership con 1t.org, con l’obiettivo di piantare e proteggere un milione di alberi. Attualmente VMware sta viaggiando verso il raggiungimento di questo obiettivo in maniera spedita: sono infatti già stati piantati oltre 260.000 alberi.

L’azienda è anche attiva nell’acquisto di crediti di carbonio, grazie al quale diminuisce il proprio impatto ambientale e aiuta le comunità in difficoltà. Tra quelle che hanno maggiormente vantaggio da questa scelta strategica di VMware, ci sono alcune comunità in Africa e Asia.

Nel primo caso, ad esempio, attraverso l’acquisto di crediti in progetti situati in Malawi e Uganda, è stato possibile fornire acceso a dell’acqua pulita a delle comunità locali che ne erano sprovviste.

In Asia, invece, l’investimento fatto da VMware ha reso possibile una modernizzazione nell’ambito dei trasporti pubblici. Sono infatti stati acquistati dei nuovi treni elettrici, molto più sostenibili per l’ambiente.

La promozione dell’inclusività in ogni sua forma

Il lavoro che è stato ed è svolto in ambito sociale da VMware è estremamente rilevante, sia a livello italiano che a livello mondiale. A livello italiano, l’azienda ha sviluppato, insieme ad altre realtà del mondo tech, una partnership con la Libera Università di Bolzano, che si è concretizzata nella nascita del master di primo livello in Applicazioni Cloud Native in Ambiente Virtuale, implementato per andare a sopperire a una domanda di mercato che non riesce a essere soddisfatta: quella di sviluppatori web.

A livello mondiale, la sfida alla sostenibilità sociale dell’azienda è in corso con ottimi risultati e, come di consueto, non sembra esserci l’intenzione di fermarsi guardando al 2030. Tra le sfide più importanti c’è senza dubbio quella alla promozione di una maggiore inclusività delle minoranze, della promozione delle competenze digitali, oggi sempre più richieste, la promozione della parità salariale e il supporto a realtà senza scopo di lucro verso la digitalizzazione.

Nell’anno finanziario 2021 VMware può dirsi ampiamente soddisfatta dei risultati raggiunti: tra i nuovi assunti a livello mondiale, il 33% circa sono state donne, mentre a livello statunitense una persona su sette apparteneva a minoranze sottorappresentate.

Nell’anno finanziario 2022, a livello globale le donne presenti in azienda sono passate dall’essere il 27% all’essere il 29%. Anche quest’anno, circa un terzo del nuovo personale assunto era composto da donne.

L’azienda si è inoltre imposta l’obiettivo di arrivare al 2030 con un management composto al 50% da donne e da categorie sottorappresentate. Nel periodo 2020-2022, VMware ha raddoppiato il numero dei suoi dipendenti che lavorano da remoto. Soltanto nell’ultimo anno, il 38% dei neoassunti fanno parte di questa categoria.

Ma questi traguardi non arrivano dal nulla, bensì dopo anni di sforzi e di impegno a lavorare nell’ambito dell’inclusione, come dimostrato dal programma “Power of Difference” di VMware, grazie al quale, negli ultimi cinque anni, i dipendenti assunti con disabilità sono aumentati ben del 60%.

Non solo, al fine di promuovere al massimo e sostenere la diversità e l’inclusività, l’azienda ha stabilito l’obiettivo di avere entro il 2024 il 75% dei fornitori con un piano in materia di sostenibilità e di investire 1,5 miliardi di dollari su fornitori la cui dirigenza è affidata a persone appartenenti a minoranze.

Oltre a ciò, molto dell’impegno sociale è stato espletato nella promozione della IT Academy di VMware: solamente negli ultimi anni sono stati raggiunti circa 100.000 studenti, il che si traduce in una diffusione di grandissima portata di competenze sempre più necessarie nel mondo del lavoro come quelle relative al cloud computing.

La formazione continua ha un peso estremamente importante in VMware, non soltanto per il personale dipendente, ma anche per i manager. Questo è confermato dai dati apparsi nel rapporto ESG 2022, dal quale si evince che più di 16.000 dipendenti hanno svolto il corso di istruzione sui pregiudizi inconsapevoli, più di 250 persone hanno completato quello sul linguaggio inclusivo, e circa la metà del personale delle risorse umane ha completato il corso chiamato «Inclusive Leadership in Action».

Lavorare da dovunque e a qualsiasi ora, è questo il futuro?

È possibile affermare con tranquillità che VMware mette al centro del proprio progetto i dipendenti. In un ambiente spesso pieno di falsa retorica, è possibile cogliere in quest’azienda un sincero interesse per il benessere del personale. Ciò è messo in risalto specialmente dalle politiche aziendali che consentono la flessibilità necessaria per consentire un giusto equilibrio tra vita privata e lavorativa.

Gli uffici di VMware non sono realizzati nell’ottica di ospitare tutti i dipendenti, tutt’altro: l’azienda ha talmente deciso di abbracciare la rivoluzione del telelavoro portata dal Covid-19 da realizzare uffici in cui la ratio dei posti all’interno è di uno su tre. È questo ad esempio il caso della nuova sede di Milano, in cui le postazioni dotate di monitor e computer sono circa 40 a fronte di circa 140 dipendenti.

Le persone hanno la possibilità di recarsi in ufficio a qualunque ora sia loro più comodo, essendo l’ufficio accessibile attraverso il badge aziendale 24 ore su 24, sette giorni su sette. In questo modo, le persone possono decidere di recarsi in ufficio in maniera libera, prenotando una postazione o approfittando delle numerose aree comuni messe a disposizione per incoraggiare l’interazione tra colleghi e con i clienti.

I valori in VMware hanno un ruolo estremamente importante: questo traspare chiaramente dal modo in cui l’azienda affronta l’annosa questione della corruzione, in particolare, al fine di rendere più consapevoli e preparati tutti i dipendenti dell’azienda nella lotta contro questo fenomeno, ha istituito un programma ad hoc.

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