Eni punta sull’economia circolare e sulla ricerca, mentre investe in Norvergia

Francesca Caiazzo

3 Luglio 2018 - 14:48

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Il gruppo italiano annuncia un accordo di fusione della sua consociata Eni Norge As in Norvegia, rinnova la collaborazione con il Politecnico di Milano sulla ricerca scientifica e continua a valorizzare le aree industriali dismesse in un’ottica sostenibile.

Eni punta sull’economia circolare e sulla ricerca, mentre investe in Norvergia

Periodo pieno per Eni, che in questo inizio d’estate annuncia diverse attività sia sul piano finanziario che su quello produttivo, proseguendo nel solco dell’innovazione e della sostenibilità.

In quest’ottica vanno lette le ultime mosse del gruppo energetico di San Donato Milanese, fresco di un nuovo accordo in Norvergia, dove la consociata Eni Norge As è pronta a fondersi con Point Resources AS, del gruppo HitecVision, per dare vita a una nuova società che già si annuncia leader nel settore dell’esplorazione e produzione di idrocarburi nel Paese.

Eni continua inoltre a puntare sulla ricerca scientifica – attività sulla quale ha già investito 40 milioni di euro – rinnovando l’alleanza con il Politecnico di Milano, avviata nel 2008.

Il tutto in linea con un percorso che punta all’economia circolare e alla sostenibilità, come promette il piano di valorizzazione delle aree industriali dismesse , che si arricchisce di un nuovo, importante tassello con l’impianto fotovoltaico della capacità di 26 MWp in fase di realizzazione presso il polo industriale di Assemini in provincia di Cagliari.

Intanto, a Piazza Affari il titolo Eni sorride e al momento della scrittura viene scambiato a 16,05 euro guadagnando l’1,78%.

La fusione in Norvegia

L’annuncio arriva dai due gruppi madre, Eni e HitecVision: siglato un accordo di fusione tra Point Resources AS e Eni Norge AS. Dall’operazione nascerà una nuova società, Vår Energi AS, che promette di giocare il ruolo da protagonista nel settore dell’esplorazione e produzione di idrocarburi in Norvegia.

A conferma delle previsioni, ecco i numeri: la nuova società potrà contare su 17 giacimenti di olio e gas ben dislocati geograficamente, con una produzione prevista nell’anno in corso di circa 180.000 barili di olio equivalente al giorno e riserve e risorse per oltre 1.250 milioni di barili di olio equivalente.

Le stime per il futuro? Più che rosse grazie anche agli investimenti previsti nei prossimi 5 anni: oltre 65 miliardi di corone norvegesi (8 miliardi di dollari) per portare a regime questi progetti, rivitalizzare i giacimenti più maturi e effettuare nuove esplorazioni.

Un’operazione strategica, questa in Norvegia, che consente alla quotata italiana di consolidare la sua presenza nell’area Ocse, iniettando fiducia anche sugli investitori.

“L’elevata qualità del capitale umano e delle attività in portafoglio, oltre che le opportunità di espansione ancora disponibili in Norvegia, creeranno un significativo valore aggiunto per gli azionisti della nuova società”

ha commentato Claudio Descalzi, Amministratore Delegato di Eni.

La quota di Eni nella nuova società sarà pari al 69,6%, mentre a HitecVision spetterà il 30,4%. Il closing dell’operazione è previsto entro la fine del 2018.

Eni investe ancora sulla ricerca

Intanto, continua sul fronte della ricerca scientifica, la collaborazione tra Eni e il Politecnico di Milano, che ieri hanno siglato un nuovo, importante accordo, proseguendo un’alleanza che va avanti ormai dal 2008 e sulla quale Eni ha già investito circa 40 milioni di euro.

L’intesa siglata nelle scorse ore rinnova la partnership tra la compagnia italiana e l’ateneo milanese per altri tre anni (più uno opzionale) e, fa sapere Eni in una nota, assume

“un carattere strategico poiché si basa sulle tre vie maestre che Eni intende percorrere nello sviluppo della propria strategia di crescita: l’economia circolare, intesa come sostenibilità dei processi produttivi, ottimizzazione delle risorse e minimizzazione dei rifiuti; la transizione energetica, con lo studio di tecnologie innovative di settore e la promozione dell’impiego del gas naturale; la digitalizzazione, tradotta in eccellenza operativa nell’ambito della sicurezza e della protezione ambientale”.

Secondo De Scalzi, si apre ora una nuova fase per Eni che non è più semplicemente una compagnia petrolifera ma una compagnia energetica, che vuole arrivare alla “neutralità carbonica” puntando sull’economia circolare.

Valorizzare le aree dismesse

E la circolarità sta alla base anche della collaborazione tra Eni e Gse nell’ambito di Progetto Italia, il piano di valorizzazione per le aree industriali dismesse di proprietà del gruppo, sul solco della sostenibilità.

In questo contesto si inserisce l’impianto fotovoltaico della capacità di 26 MWp in fase di realizzazione presso il polo industriale di Assemini in provincia di Cagliari, presentato alle Saline Conti Vecchi.

“L’investimento di 260 milioni di euro porterà alla produzione di circa 0,4 TWh/anno di energia elettrica da fonti rinnovabili in Italia. Questo impianto presso le Saline, con una potenza di 26 MWp e una produzione attesa di circa 42 GWh/anno, consolida la nostra strategia basata sull’impegno che da anni viene profuso sul territorio per prendere attivamente parte alla transizione dell’energy mix verso un futuro low carbon”

ha commentato Descalzi.

In base al progetto, il ciclo di produzione delle Saline Conti Vecchi sarà alimentato dall’energia prodotta dai pannelli solari, con una copertura di circa il 70% del consumo energetico totale.

Non a caso, il presidente del GSE Francesco Sperandini, ha sottolineato che

“l’impianto fotovoltaico installato qui ad Assemini costituisce un valore aggiunto in termini di economia circolare, riduzione della CO2, occupazione, rilancio e valorizzazione del territorio”.

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