Le elezioni non si vincono nelle grandi città: perché le politiche del 2022 si decideranno nei piccoli comuni

Stefano Rizzuti

19/08/2022

19/08/2022 - 15:29

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La maggior parte dei collegi uninominali delle elezioni politiche 2022 verrà assegnata nei piccoli comuni: ecco perché le sfide nelle grandi città non sono davvero determinanti.

Le elezioni non si vincono nelle grandi città: perché le politiche del 2022 si decideranno nei piccoli comuni

Le elezioni politiche del 25 settembre si decideranno anche nei collegi uninominali. Nei giorni in cui i partiti definiscono le liste e i candidati, si parla molto delle sfide principali tra i volti noti. Soprattutto delle sfide nelle grandi città. Ma saranno davvero i comuni più grandi a decidere le elezioni politiche?

Le partite decisive si giocheranno davvero nelle grandi città? Quali sono gli elettori che avranno più peso alle urne? Bisogna considerare, innanzitutto, che molto è cambiato con questa legge elettorale e, soprattutto, con il taglio dei parlamentari e la conseguente necessità di ridisegnare i collegi (che sono diventati molto più grandi).

Il Sole 24 Ore ricorda come, in realtà, le città metropolitane assegneranno solamente il 16% dei seggi uninominali alla Camera (24 su 147) e il 24% al Senato (18 su 74). Come a dire che la maggioranza degli elettori vive nei piccoli paesi e non nelle grandi città. Da cui, invece, arriveranno meno deputati e senatori.

I collegi uninominali alle politiche 2022

Dopo il taglio dei parlamentari sono diventati 221 i seggi assegnati con sistema maggioritario (su 600 totali), pari a circa il 37% sia alla Camera che al Senato. Secondo tutti i sondaggi, il centrodestra è avanti in quasi tutti i collegi, con pochissime eccezioni. Ma qualcosa può ancora cambiare con l’arrivo delle liste definitive e quindi dei candidati che si sfideranno nei collegi.

Le elezioni nelle grandi città

Saranno pochissime le grandi città ad avere un rappresentante eletto in autonomia, nella singola città, nei collegi uninominali del Senato: si tratta di Milano, Napoli e Torino, oltre Roma che eleggerà tre senatori. Tutte le altre grandi città dovranno dividere il rappresentante a Palazzo Madama con altri comuni più piccoli.

Alla Camera verrà eletto un deputato, negli uninominali, ogni 300-400mila abitanti circa. Questa differenza cresce maggiormente al Senato (che elegge la metà dei parlamentari rispetto alla Camera), arrivando a un eletto ogni milione di abitanti.

Camera, quanti deputati eleggeranno le grandi città

Alla Camera verranno eletti 24 deputati negli uninominali delle città metropolitane: 14 arriveranno dai comuni capoluogo o da una parte di esso. Città come Bologna, Firenze e Palermo avranno un deputato. Torino e Napoli ne avranno due, Milano tre e Roma sei, anche se tre di questi condivisi con alcuni piccoli comuni limitrofi.

Elezioni Senato, quanti seggi spettano alle città

Saranno pochissimi i senatori eletti esclusivamente nelle città capoluogo: parliamo di soli sei parlamentari sui 18 espressi in totale dalle aree metropolitane nei collegi maggioritari. Come detto, solo Milano, Napoli, Torino e Roma avranno un proprio senatore, da non condividere con i comuni limitrofi. In altre grandi città, come Catania e Messina, solo il 30% degli elettori proviene dai comuni capoluogo mentre il restante 70% risiede nella provincia.

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