L’effetto della pandemia sui più giovani: raddoppiati gli atti di autolesionismo tra gli under 18

Stefano Rizzuti

9 Ottobre 2021 - 15:21

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Un’analisi sulle segnalazioni di episodi di intossicazione tra i più giovani fa emergere come la pandemia di Covid abbia fatto quasi raddoppiare gli atti di autolesionismo tra i minorenni.

L’effetto della pandemia sui più giovani: raddoppiati gli atti di autolesionismo tra gli under 18

La pandemia di Covid-19 ha colpito gravemente i più giovani. La dimostrazione arriva dai dati sugli atti di autolesionismo compiuti dai minorenni dal momento del primo lockdown. Le cifre vengono spiegate da Carlo Locatelli, responsabile del Centro antiveleni e Centro nazionale di informazione tossicologica dell’Irccs Maugeri di Pavia, che ha realizzato un’analisi per Adnkronos Salute.

Locatelli segnala come sia cambiata la frequenza di segnalazioni di episodi di intossicazione a scopo autolesivo dopo i mesi peggiori dell’emergenza Coronavirus con le chiusure e le restrizioni in vigore. Nello specifico l’analisi riguarda i minorenni. Il numero di segnalazioni è «quasi raddoppiato», spiega.

I dati analizzati sui casi di autolesionismo

Lo studio prende in considerazione i dati dei primi quattro mesi - quindi da gennaio ad aprile - degli anni precedenti alla pandemia e di quello in corso. Nel 2014, 2015 e 2016 si segnalavano circa 48-50 segnalazioni al mese. Nello stesso periodo del 2021 il dato è salito a 86 casi mensili segnalati ma con punte addirittura di 100 nel mese di aprile.

Chi sono i pazienti con comportamenti autolesivi

I pazienti del Centro vanno dal Nord al Sud e quattro casi su cinque riguardano ragazze. Inoltre nell’80% dei casi non c’erano associati fattori di rischio di cui si era a conoscenza. La maggioranza dei pazienti ha tra i 15 e i 18 anni, ma si segnalano anche molti casi tra i 13 e i 14 anni, meno segnalazioni tra i 12enni e pochissime tra i 10 e gli 11 anni.

Quali sono gli atti di autolesionismo tra i più giovani

Gli atti di autolesionismo riguardano non solo pillole come benzodiazepine o paracetamolo ma anche segnalazioni di chi si beve bagnoschiuma e candeggina. Circa il 22% dei casi di intossicazione avviene con prodotti domestici come la candeggina mentre il 4% con prodotti cosmetici come lo shampoo.

La maggior parte delle segnalazioni riguarda - nel 75% dei casi - intossicazioni da farmaci. Poco meno del 25% riguarda il paracetamolo che è ritenuto poco pericoloso ma in caso di sovradosaggio si presenta un rischio per il fegato. In questi casi si inizia con il vomito ma poi si può arrivare a un’epatite acuta e il paziente deve assolutamente comunicare subito al medico di aver assunto questi farmaci. Per gli antidepressivi, invece, gli effetti sono sul cuore e sul sistema nervoso.

Gli effetti e le conseguenze delle ondate di Covid

Il trend emerso da questo studio viene confermato anche da Carlo Fraticelli, direttore del Dipartimento Salute mentale e dipendenze dell’Asst Lariana. Da gennaio a giugno si segnalano normalmente 166 accessi contro i 280 del 2021 con un aumento del 30%.

Con la seconda chiusura, quella autunnale, gli accessi al pronto soccorso per aspetti legati a depressione, disturbi del comportamento, atti di autolesionismo, disturbi alimentari e tentativi di suicidio sono aumentati. Inoltre la seconda ondata di Covid ha comportato anche un abbassamento dell’età dei pazienti coinvolgendo anche ragazzi delle scuole medie se non addirittura dell’ultimo anno delle scuole elementari.

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