L’economia russa è duramente colpita. Un importante partner del Cremlino si piega alle sanzioni occidentali

Ilena D’Errico

29 Luglio 2025 - 18:53

Le sanzioni occidentali colpiscono ancora. Anche i partner del Cremlino devono piegarsi, colpendo sempre di più l’economia russa.

L’economia russa è duramente colpita. Un importante partner del Cremlino si piega alle sanzioni occidentali

L’economia della Russia sta subendo duramente le sanzioni internazionali, già logorata dal conflitto in Ucraina che tuttavia non intende abbandonare. Tra il nuovo pacchetto Ue e le dure parole di Trump si prospettano momenti ancora più difficili per il Cremlino, che comincia ad accusare il colpo anche da vicino. Secondo quanto riferito dalle testate russe, anche l’Oman ha dovuto piegarsi alle sanzioni occidentali, costringendo le banche a intensificare le misure di sicurezza per le operazioni che riguardano clienti russi o con “legami evidenti” con Mosca.

Pur essendo un importante partner della Russia, il Sultanato di Oman non può ignorare le misure internazionali, una pressione che le banche nazionali non sono pronte a sopportare. D’altronde, episodi simili sono stati segnalati anche in India e in Cina, a dimostrazione dell’impatto sempre più esteso delle restrizioni. L’assedio economico è reale e va oltre gli ottimi legami tra gli Stati.

Anche le banche dell’Onan si piegano alle sanzioni occidentali

Secondo il quotidiano russo Vedomosti (Ведомости) le aziende russe sono alle prese con difficoltà crescenti nelle transazioni internazionali. Negli ultimi tempi, il problema si è esteso al trasferimento di fondi tramite le banche con sede in Oman, creando parecchi disagi alle aziende. Gli istituti di credito hanno infatti dovuto inasprire le misure di sicurezza e aumentare la vigilanza di alcune operazioni, ponendo sotto stretto controllo tutte le transazioni che riguardano la Russia. Come diretta conseguenza, le società russe faticano ad aprire nuovi conti e subiscono pesanti ritardi nel compimento delle operazioni e dei trasferimenti.

Una difficoltà che riguarda direttamente le aziende russe ma anche coloro che hanno “evidenti legami” con la Federazione. Per esempio, transazioni che prima venivano completate in un giorno lavorativo ora ne richiedono anche cinque, senza alcuna spiegazione ufficiale. Pare, tuttavia, che il quotidiano russo abbia ricevuto conferma da fonti interne che il problema è legato alle sanzioni statunitensi.

Ovviamente, non c’è alcuna conferma diretta, ma è evidente che le sanzioni internazionali stanno ponendo le banche davanti a sfide sempre più dure. Ciò riguarda in particolare la banca omanita Sohar International, che sembrerebbe aver rallentato volontariamente queste operazioni senza fornire alcuna spiegazione alla clientela.

La partnership tra Russa e Onan

L’Onan, più propriamente Sultanato dell’Onan, è considerato un Paese neutrale e non allineato. La politica estera misurata, l’impegno diplomatico e la mediazione nella regione gli hanno permesso di preservare la stabilità interna e conservare uno status di imparzialità rispetto ai conflitti vicini. Una diplomazia indipendente e non interventista che gli ha permesso di difendere i propri confini magistralmente, pur trovandosi in una posizione geografica strategica e spesso delicata. Ciò è stato possibile anche alle numerose relazioni bilaterali, che negli ultimi anni si sono intensificate nei confronti della Russia. Già da qualche tempo la politica omanita, pur conservando un approccio equilibrato e senza ledere il legame privilegiato con gli Stati Uniti, ha subito un evidente cambio di rotta.

Lo storico alleato occidentale ha cominciato a rafforzare la partnership con Iran, Cina e Russia. Il riavvicinamento a Mosca, dopo l’allontanamento dall’Urss negli anni ‘70, ruota principalmente intorno al petrolio e all’Opec. Dopo la pandemia di Covid19, tuttavia, la cooperazione si è estesa, con numerosi incontri tra i rispettivi leader politici, che si alternano tra Mosca e Mascate. Basti pensare che l’Osservatorio della complessità economica (Oec) ha registrato un aumento dell’898% delle esportazioni russe verso l’Onan dal 2021 al 2022 e un aumento addirittura del 1.000% delle importazioni di merci dall’Oman. Numeri impressionanti anche a causa dei limitati rapporti precedenti. Tra il 2021 e il 2022, in particolare, Mosca ha acquistato dal Sultanato merci per un valore di oltre 705.000 dollari.

In ogni caso, la tendenza procede in questo senso. Nel 2023, per esempio, sono avvenute esportazioni russe in Oman per circa 490 milioni di dollari (mentre la Russia ha importato dall’Oman l’equivalente di 22 milioni di dollari). Petrolio e componenti dell’aviazione sono i protagonisti degli scambi, ma anche i legami diplomatici sono sempre più forti. Di recente, il Sultano omanita Haitham bin Tarik ha sottolineato il reciproco impegno a mantenere “relazioni forti e amichevoli”. Un impegno che non cancella il timore per le sanzioni secondarie, che impone cautela.

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