Cosa succede al nostro cervello se usiamo sempre il navigatore?

Andrea Fabbri

26 Ottobre 2025 - 13:33

Usare GPS e app di navigazione sembra avere un impatto sulle nostre capacità cognitive. Vediamo di che tipo secondo la scienza

Cosa succede al nostro cervello se usiamo sempre il navigatore?

I meno giovani di noi ricorderanno cosa significava preparare un viaggio fino a una trentina di anni fa. Una volta prenotato l’albergo, era quasi obbligatorio acquistare uno stradario nazionale o una cartina stradale della destinazione da raggiungere.

Sembra davvero passata un’eternità. Oggi la vita è diventata molto più comoda e grazie alle tecnologie GPS e ad app di navigazione come Google Maps, Waze, Citymapper e Sygic possiamo arrivare velocemente a destinazione con un rischio di perdersi quasi nullo.

Utilizzare questi programmi, però, potrebbe avere effetti inaspettati sulle capacità del nostro cervello. Ecco cosa sostiene la scienza e cosa succede se usiamo il navigatore tutti i giorni.

Il GPS rende dipendenti

Secondo un interessante studio di qualche anno fa, la percentuale di persone con una connessione a internet che utilizza spesso o ha utilizzato di recente il navigatore, era pari al 90%. E probabilmente con il passare del tempo è addirittura aumentata.

La domanda che molti si pongono è se questa abitudine possa essere considerata o meno come una dipendenza. Oggi non usiamo più il GPS soltanto per arrivare in luoghi sconosciuti o in cui non siamo mai stati.

Lo utilizziamo anche per evitare il traffico, per scoprire il percorso più breve in tempo reale, per individuare gli autovelox fissi e mobili e per trovare negozi e punti d’interesse.

Un uso continuo che ha impatto sulle capacità di orientamento naturale del nostro cervello.

L’impatto sul cervello

La tecnologia ha reso indubbiamente la nostra vita quotidiana più comoda ma, allo stesso tempo, ci ha reso più pigri. Una ricerca dello University College di Londra pubblicata su Nature Communications ha dimostrato che ogni volta che ci affidiamo al navigatore “spegniamo” quella parte del cervello che ci aiuta negli spostamenti predisponendo percorsi alternativi.

Il GPS, dunque, sembra influire in maniera negativa sull’intelligenza spaziale e sulle nostre innate capacità di “navigazione”. Il cervello, secondo l’opinione dello psicologo Joaquín Ferrol, è un muscolo che, come tutti gli altri presenti nel nostro corpo, deve essere allenato costantemente. Altrimenti rischia di indebolirsi e perdere molte delle sue potenzialità.

Quando accendiamo il navigatore, il nostro cervello tende a entrare in modalità passiva e inizia a seguire le indicazioni dell’app senza fare attenzione all’ambiente che lo circonda e senza creare una mappa generale del luogo.

Una pratica che tende a indebolire l’ippocampo, ovvero la parte responsabile della memoria spaziale.

L’ippocampo è il navigatore che abbiamo installato nella mente e, come è stato ampiamente dimostrato in studi precedenti, è più sviluppato in professionisti come i tassisti che devono orientarsi nelle città tutti i giorni.

Cosa succede se non usiamo il GPS del telefono

Non usare il navigatore ogni volta che ci muoviamo, al contrario, potrebbe avere effetti notevolmente benefici sulla nostra mente. Utilizzare le mappe mentali, osservare l’ambiente circostante e memorizzare i “segni” dei luoghi, attiva il cervello, ci abitua a prendere decisioni e aumenta la nostra intelligenza spaziale.

E se una volta dovessimo perderci in città potrebbe essere una ottima occasione per scoprire qualcosa di nuovo o fare nuove conoscenze.

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# Salute

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