Il quadro legislativo statunitense, con il cosiddetto “Genius Act”, impone la piena copertura degli stablecoin tramite asset liquidi come contanti e titoli di Stato, aumentando la fiducia nel mercato.
Negli ultimi anni, gli stablecoin ancorati al dollaro hanno registrato una crescita esponenziale, catalizzando l’attenzione di investitori, banche centrali e governi. Queste criptovalute, progettate per garantire regolamenti istantanei e trasferimenti rapidi tra token, stanno rafforzando il ruolo del dollaro in un contesto globale che fino a pochi anni fa parlava di «de-dollarizzazione».
Il quadro legislativo statunitense, con il cosiddetto “Genius Act”, impone la piena copertura degli stablecoin tramite asset liquidi come contanti e titoli di Stato, aumentando la fiducia nel mercato. Nonostante ciò, la capitalizzazione totale degli stablecoin – circa 280 miliardi di dollari – rappresenta ancora una frazione minima rispetto al mercato obbligazionario globale da 100 trilioni di dollari.
Il settore è dominato da due giganti, Tether e Circle, che da soli controllano oltre l’80% del mercato. Tuttavia, il numero di stablecoin continua ad aumentare e la quasi totalità rimane ancorata al dollaro, anche se la maggior parte delle transazioni avviene al di fuori degli Stati Uniti. Questo fenomeno suscita preoccupazioni tra regolatori e istituzioni internazionali: la prevalenza del dollaro potrebbe ridurre la domanda di titoli di Stato non americani, accentuando il “privilegio esorbitante” della valuta Usa. [...]
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