Bticoin, dopo 12 anni riattiva un conto da $847.000. Ecco quanto vale oggi

Luna Luciano

19 Settembre 2025 - 22:45

Un utente riattiva un conto con 1.000 bitcoin dopo 12 anni: da 847mila dollari a 117 milioni. La storia riaccende l’attenzione sulle “balene” del mercato crypto.

Bticoin, dopo 12 anni riattiva un conto da $847.000. Ecco quanto vale oggi

Immaginate di aver investito 12 anni fa oltre 800mila dollari in Bitcoin e, presi dai presagi negativi sul futuro della valuta elettronica, di non aver più guardato su quel conto e di scoprire oggi di essere milionari. È ciò che è accaduto a un utente reale che chiameremo con un nome di fantasia: Capitan Acab, una “balena” del bitcoin che è tornata in superficie (il termine ha un significato nel gergo finanziario, come vedremo più avanti).

Correva il 2013, quattro anni dopo la nascita della blockchain di Bitcoin, quando Capitan Acab ha ricevuto 1.000 unità della criptovaluta. All’epoca il valore complessivo del suo portafoglio era di circa 847.000 dollari, una cifra importante ma ancora lontana dal potenziale che Bitcoin avrebbe dimostrato negli anni successivi. Per dodici anni, quell’account è rimasto inattivo, come sospeso nel tempo, dimenticato in un mare in tempesta fatto di previsioni contrastanti: da una parte chi giurava sul crollo imminente della moneta digitale, dall’altra gli entusiasti che la vedevano come il futuro dell’economia.

Poi, all’improvviso, l’inaspettato. Capitan Acab ha riattivato il suo conto e ha trasferito i 1.000 bitcoin su due nuovi portafogli digitali. Il valore? Circa 117 milioni di dollari al cambio attuale. Una cifra che ha fatto tremare d’invidia e di curiosità l’intera comunità crypto. E un evento che ricorda come le mosse delle cosiddette “balene”, termine finanziario usato in questo settore, possano influenzare o meno i mercati.

Riattiva un vecchio conto e scopre di essere milionario: ecco cosa è accaduto

Il caso di Capitan Acab non è solo una curiosità: racconta perfettamente la volatilità e le sorprese del mondo delle criptovalute. In dodici anni, il suo portafoglio è passato da 847.000 dollari a un valore mostruoso di 117 milioni. La cifra è stata trasferita su due indirizzi digitali, come confermano le analisi di Lookonchain, società specializzata nel monitoraggio delle blockchain.

Sorprendentemente, un movimento di tale portata non ha provocato oscillazioni di prezzo significative. Il mercato del Bitcoin, che oggi capitalizza oltre 2.300 miliardi di dollari, ha assorbito senza traumi la manovra. Tuttavia, la notizia ha acceso i riflettori perché si inserisce in una scia di grandi trasferimenti da conti inattivi.

Non è infatti il record assoluto. Nel luglio 2025, una “balena” aveva trasferito 80.000 bitcoin, custoditi per 14 anni, pari a circa 8,6 miliardi di dollari al cambio di allora. Un evento che gli analisti hanno definito il più grande trasferimento di bitcoin mai avvenuto.

Il gesto di Capitan Acab, pur meno imponente, rimane emblematico. Dimostra come vecchi conti dimenticati possano trasformarsi, da un giorno all’altro, in autentici tesori capaci di cambiare la vita dei loro proprietari e di affascinare milioni di osservatori.

Chi sono le «balene» di Bitcoin?

Il termine “balena” viene utilizzato per descrivere gli investitori che possiedono almeno 1.000 bitcoin. Questi attori sono considerati cruciali per il mercato: i loro movimenti possono influenzare il prezzo della criptovaluta, alimentare timori di vendite massive o, al contrario, rafforzare la fiducia degli investitori.

Secondo i dati riportati da Cointelegraph, nel mondo ci sono circa 1.455 balene con più di 1.000 bitcoin ciascuna. Un numero che si restringe notevolmente quando si alza l’asticella: solo un centinaio di queste detengono oltre 10.000 bitcoin, mentre appena quattro balene possiedono più di 50.000 unità, equivalenti a circa 5,8 miliardi di dollari.

Per le balene, la strategia non è soltanto quella di accumulare: spesso distribuiscono le monete su più wallet per aumentarne la sicurezza, ridurre i rischi di attacchi informatici o sfruttare condizioni di mercato favorevoli. Negli ultimi anni, la riemersione di portafogli dormienti è diventata un fenomeno ricorrente. Molti proprietari hanno deciso di recuperare i propri fondi approfittando dei cicli rialzisti, mentre altri sono stati spinti in superficie da tentativi di hacking.

Il caso di Capitan Acab si inserisce in questo scenario più ampio: una storia che fa sognare, ma che ricorda anche quanto potere sia concentrato nelle mani di pochi grandi attori del mercato Bitcoin.

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