Ecco che fine faranno i gioielli rubati al Louvre

Ilena D’Errico

22 Ottobre 2025 - 00:27

Venduti nonostante i rischi o smontati fino a diventare irriconoscibile (ma perdendo valore)? I possibili destini dei gioielli rubati al Louvre e ancora mancanti.

Ecco che fine faranno i gioielli rubati al Louvre

Il furto al Louvre resterà nella storia come uno dei colpi più grossi di sempre, anche se è assai probabile che la sfrontata fortuna dei ladri si esaurirà presto. Impossibile sfuggire a un’indagine di questo calibro, su cui il sindaco parigino assicura la massima trasparenza al pubblico, anche perché liberarsi del bottino sembra quasi impossibile.

Vendere i gioielli inestimabili trafugati al Louvre non è certo un commercio illegale qualsiasi, motivo per cui non sembrano esserci vie di mezzo a questo punto. Presto tutta la refurtiva sarà recuperata, o in caso contrario sarà perduta per anni. Tutto dipende dall’andamento delle indagini e dalle decisioni dei criminali che sono dietro al furto.

Impossibile vedere i gioielli rubati al Louvre

Secondo la procuratrice di Parigi Laure Beccuau il valore dei gioielli rubati ammonta a circa 88 milioni di euro, ma stimare il valore effettivo della refurtiva è impossibile. Il patrimonio storico sottratto al museo è inestimabile, non soltanto per i materiali preziosi con cui è stato forgiato ogni pezzo, ma anche e soprattutto per il significato culturale dei gioielli. Sono così famosi da non poter essere rivenduti, nemmeno con i traffici di merce rubata che sono ben avvezzi ai pezzi preziosi. Anche smontandoli e separando i pezzi si avrebbero articoli fin troppo riconoscibili secondo gli esperti, che escludono per il momento qualsiasi tentativo in questo senso.

Rovinare i gioielli per vendere separatamente metalli e pietre preziose ne comprometterebbe irreparabilmente il valore. Un rischio che di norma i ladri sono disposti a correre quando mettono mano su articoli di questo calibro, ma per i gioielli in questione la sproporzione sarebbe davvero enorme. Certo è che ci deve essere un piano alla base del furto, motivo per cui non si può escludere alcuna pista. Anzi, gli inquirenti valutano anche la possibile fusione per la vendita dell’oro, come per le pepite d’oro rubate al Museo di Storia Naturale di Parigi, ma indicano comunque che questa pratica è troppo rischiosa e decisamente poco conveniente.

Che fine faranno i gioielli

Dei 9 gioielli rubati domenica, 2 sono già rientrati in possesso delle autorità. Tra questi pare esserci anche la corona dell’imperatrice Eugenia, seppur rotta, in oro, diamanti e smeraldi. Il secondo gioiello non è stato ancora identificato (o semplicemente non è stato reso noto al pubblico), mentre proseguono le ricerche per i pezzi mancanti. Visto il rischio, comunque, è assai probabile che i malviventi aspetteranno un bel po’ di tempo prima di muovere in alcun modo la refurtiva.

Ma anche se venderli sembra impossibile e rovinarli è fuori discussione, potrebbe comunque esserci un’alternativa appetibile per i criminali: usarli come garanzia e merce di scambio tra le organizzazioni criminali. Questa è infatti l’opinione di Claude Moniquet, esperto di intelligence, secondo cui questo è lo scenario più probabile.

Come rubare un pacchetto di caramelle

Le modalità del furto, soprattutto con la diffusione dei filmati, stanno suscitando aspre critiche sui sistemi di sicurezza del museo e dubbi su eventuali complici. Le indagini, anche interne, sono in corso ed è stato assicurato al pubblico che verranno esaminate tutte le responsabilità. Il museo rassicura anche sui propri sistemi di sicurezza, ma nessuno può negare quanto sia paradossale questa situazione.

Il gruppo di ladri è riuscito a metter mano su alcuni dei gioielli più preziosi del mondo sfruttando una strada con i lavori in corso, un montacarichi, semplici smerigliatrici e un travestimento da operai composto da un gilet giallo catarifrangente. Messo a segno il colpo sono fuggiti a bordo di uno scooter T-Max.

Dinamiche che sì fanno dubitare dell’efficienza delle protezioni nel museo, ma anche del tipo di organizzazione alla base di questo crimine. In certa misura bisogna anche sperare che questa semplicità sia frutto di una criminalità esperta e sofisticata, non come giustificazione ma per le maggiori possibilità di preservare i gioielli così come sono, anche se questo volesse dire attendere.

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