Dalla Germania filtrano alcune indiscrezioni sulla possibilità che Stellantis voglia vendere un auto cinese con il marchio Opel. Ecco quello che sappiamo
Il mercato dell’auto mondiale sta vivendo una rivoluzione senza precedenti. Se da un lato abbiamo un’Europa che fatica dopo la pandemia, dall’altro abbiamo una Cina che si sta affermando con enorme forza sugli scenari internazionali.
Basta guardare la lista dei modelli candidati ad Auto dell’anno 2026 per capire il “peso” specifico che il «Dragone» sta prendendo sul mondo dell’automotive.
La vera novità, però, è la condivisione di piattaforme e tecnologie tra marchi diversi. Un esempio su tutti quello della Citroën C3 e della Fiat Grande Panda, due auto firmate Stellantis che condividono meccanica e componenti.
E proprio Stellantis potrebbe essere protagonista di un passo senza precedenti: la distribuzione di un modello cinese venduto in Europa con il marchio tedesco Opel.
Leapmotor e Opel
Stellantis possiede il 20% delle azioni dell’azienda cinese Leapmotor e ha i diritti per la distribuzione delle sue auto fuori dai confini nazionali.
Ma secondo alcune indiscrezioni di addetti ai lavori, la partnership potrebbe salire di livello con la distribuzione, a partire dal prossimo anno della B10 firmata Opel.
Il progetto è attualmente in fase di studio ma se dovesse davvero concretizzarsi la B10 sarebbe il primo modello della storia di origine cinese a essere venduto in Europa sotto marchio tedesco.
La produzione e le caratteristiche della B10
Gli insider parlano di una produzione della B10 localizzata nella fabbrica Stellantis di Saragozza, in Spagna, dove attualmente vengono realizzate le Opel Corsa e Mokka, la Lancia Ypsilon e la Citroen C3 Aircross.
La scelta avrebbe anche un vantaggio economico: quello di evitare al costruttore i dazi europei imposti per le auto provenienti dalla Cina. Un passaggio che permetterebbe di distribuire la B10 a un prezzo inferiore ai 30.000 euro.
Una cifra interessante per una SUV elettrico compatto con un motore da 218 CV, due batterie in grado di assicurare un’autonomia compresa tra i 360 e i 430 km con una ricarica e un’infrastruttura elettronica che ricalca le caratteristiche delle Tesla.
La B10, infine, dovrebbe “posizionarsi” a metà tra la Frontera e la Greenland andando a sfidare crossover elettriche in forte ascesa come la Skoda Elroq e la BYD Atto 3.
Gli altri modelli tedeschi realizzati in Cina
Il rapporto tra produzione europea e produzione cinese si sta facendo sempre più stretto. La iX3 di casa BMW, ad esempio, viene prodotta negli stabilimenti di Shenyang.
Più o meno lo stesso percorso della Mini Cooper a 3 porte con trazione elettrica che utilizza componenti del suo partner cinese Great Wall Motor.
Quello che stupisce, di questa partnership euro-cinese, è che gli addetti ai lavori indicano proprio nei progressi dell’industria cinese la principale causa della crisi del mercato delle auto tedesche.
In realtà, la situazione è molto più complessa. A mettere in crisi la Germania e il resto d’Europa stanno contribuendo anche i dazi del 15% imposti da Trump su auto e componenti provenienti dal Vecchio Continente e una contrazione delle vendite iniziata durante la pandemia che nessuno riesce ad arrestare.
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