È legale spargere le ceneri di un defunto?

Francesca Nunziati

7 Aprile 2022 - 17:11

condividi

Dalle statistiche si evince che la cremazione è una pratica molto diffusa. Sempre più persone vogliono essere cremate piuttosto che seppellite. È consentita la dispersione delle ceneri in Italia?

È legale spargere le ceneri di un defunto?

Spesso l’azione di spargere le ceneri di un defunto è stata protagonista di scene di film irriverenti, dissacranti e comicamente grotteschi. Le pellicole che hanno inserito al loro interno questa forma di addio a un caro lo hanno fatto non solo con lo scopo di venire a patti con la morte, ma anche per dare un senso nuovo alla vita e per comprendere quali sono i valori veramente importanti della stessa. Ma è legale spargere le ceneri di un defunto?

Analizzando ora la tematica da un punto di vista più realistico e giuridico, bisogna prima di tutto comprendere cos’è la cremazione. Quest’ultima è quel processo che trasforma il corpo del defunto in frammenti ossei e cenere, che vengono poi deposti all’interno di un’urna cineraria. L’urna può essere poi conservata in una abitazione, può essere tumulata oppure le ceneri possono essere disperse nei luoghi che prevede il Comune. Sino a vent’anni fa in Italia non era disciplinata né la cremazione, né la dispersione delle ceneri.

A colmare questo vuoto normativo è intervenuta la legge n. 130 del 30 marzo 2001 che ha reso legale queste pratiche in Italia. Al suo interno la citata legge prevede una normativa dedicata anche alla conservazione dell’urna cineraria da parte dei familiari più stretti del defunto. Bisogna, però, sottolineare alcuni punti fondamentali, così da non trovarsi impreparati in caso di perdita di una persona cara e di disposizione da parte della stessa delle proprie ceneri.

Sono le amministrazioni comunali a dare il consenso; in più ci sono delle norme giuridiche da rispettare sia su come presentare la domanda sia in che luoghi potrà avvenire la dispersione. Prima che si facciano azioni azzardate, quindi, è meglio conoscere ed essere informati su tutta la procedura poiché la legge, come abbiamo visto, non vieta la dispersione delle ceneri ma vuole semplicemente che la stessa venga dichiarata e autorizzata.

Come autorizzare la dispersione delle ceneri?

Iniziamo subito con l’affermare che la dispersione delle ceneri è possibile solo nel caso in cui il defunto l’abbia espressamente richiesta attraverso:

  • una disposizione testamentaria (a meno che la disposizione sia stata revocata successivamente e di suo pugno dal defunto);
  • una dichiarazione autografa (da pubblicarsi come testamento olografo art. 620 c.c);
  • una dichiarazione resa di fronte a pubblici ufficiali;
  • una dichiarazione verbale al congiunto o a un parente di primo grado;
  • e infine qualora il defunto abbia rilasciato una dichiarazione sottoscritta presso un’associazione di cremazione (in questo caso l’iscrizione deve essere certificata dal rappresentante legale e prevale su un eventuale parere contrario dei parenti del defunto);
  • se la persona defunta è minorenne o interdetta, attraverso la volontà dei legali rappresentanti (ad esempio, i genitori del minore o chi ne fa le veci).

    Una volta intervenuto il decesso, il medico legale deve aver certificato che la morte non è sopraggiunta per cause che possono essere legate a un reato o in modo improvviso o sospetto di cui è a conoscenza l’autorità giudiziaria. In questi casi, si dovrà attendere il nulla osta dell’autorità per poter cremare il cadavere
    Per ottenere l’autorizzazione alla dispersione delle ceneri è necessario seguire un iter burocratico che riportiamo di seguito.

La domanda può essere presentata:

  • al Sindaco del Comune nel quale è avvenuto il decesso,
  • al Comune di residenza del defunto, nel caso in cui il decesso sia avvenuto in un’altra Regione,
  • al Comune dove sono già state tumulate le ceneri.

Le ceneri possono essere disperse nei luoghi autorizzati dal Comune che rilascia l’autorizzazione, e generalmente può avvenire in un area cimiteriale apposita, in un’area privata e in natura, ad esempio in mare. Sebbene da un punto di vista sentimentale sia molto bello pensare di disperdere le ceneri in un luogo amato dal defunto, non sempre è possibile. Infatti come già accennato è fondamentale l’autorizzazione del Comune che molto spesso non può essere rilasciata. Ci sono alcuni luoghi infatti dove, questa pratica, è severamente vietata.

Quali sono le modalità di spargimento

In Italia la dispersione delle ceneri in natura è consentita; ci sono però alcune regole da rispettare. La prima regola è il rispetto delle volontà del parente o amico defunto. La scelta del luogo, infatti, può essere varia: sicuramente all’interno dei cimiteri, oppure all’interno di giardini e aree private oppure, infine, in natura e nei mari. In questo ultimo caso è necessaria un’autorizzazione da parte del comune, per non incorrere in gravi sanzioni.

Le modalità di autorizzazione allo spargimento dei resti sono differenti in ogni Comune, per questo motivo prima di prendere questa importante decisione è fondamentale informarsi bene su tutte le procedure burocratiche e non solo, bisogna infatti rispettare diverse norme igienico sanitarie.

Ci sono, tuttavia, dei limiti imposti per lo spargimento delle ceneri in alcune aree:

  • in montagna: a distanza di oltre 200 metri da centri abitati;
  • in mare: a oltre mezzo miglio dalla costa e nei tratti liberi da manufatti e natanti;
  • nei laghi: a oltre 100 metri dalla riva;
  • nei fiumi: nei tratti liberi da natanti e manufatti;
  • in aree private: in questo caso deve avvenire al di fuori di centri abitati, all’aperto con il consenso dei proprietari;
  • in aree naturali: luoghi noti come ‘giardini del ricordo’. Sono strutture organizzate con l’obiettivo di offrire alla collettività la possibilità di conservare le ceneri in memoria dei defunti in un luogo piacevole da frequentare.

Soggetti autorizzati per legge

La persona che potrà adempiere al compito dello spargimento deve essere indicata precedentemente dal defunto; in sua mancanza sono legittimate le seguenti persone:

  • coniuge;
  • figli;
  • esecutore del testamento;
  • legale rappresentante di un’associazione alla quale il defunto era iscritto.

In mancanza del personale sopra indicato, può svolgere l’incarico il Comune. Inoltre, è possibile conservare l’urna in casa purché vi sia riportato il nome del defunto.

Ipotesi di reato

La legge prevede, all’articolo 411 del codice penale, che non costituisce reato lo spargimento delle ceneri di cadavere autorizzata dall’ufficiale dello stato civile sulla base di espressa volontà del defunto.
Si commette reato, invece, se la dispersione delle ceneri non è autorizzata dall’ufficiale dello stato civile, o se viene effettuata con modalità diverse rispetto a quanto indicato dal defunto; in questo caso, il rischio è quello di subire una punizione che prevede la reclusione da due mesi a un anno e la multa da 2.582 a 12.911 euro.

Il rischio maggiore legato a tale è quello di creare danno a terzi o di realizzare lucro. Ecco perché quando si vuole effettuare, è necessario il consenso del proprietario del luogo in cui, chi ha titolo allo spargimento, vuole effettuarlo.

Il divieto di dispersione delle ceneri è comunque sempre previsto nei centri abitati, così come quanto definito dal nuovo codice della strada.

Iscriviti a Money.it

SONDAGGIO

Correlato