Prosegue la crisi dell’elettrico. Anche il colosso cinese Hozon Auto, proprietario del marchio Neta, entra ufficialmente in procedura di bancarotta dopo anni di perdite e crisi finanziarie.
La casa automobilistica cinese Hozon New Energy Automobile, meglio conosciuta come Hozon Auto e proprietaria del marchio Neta, ha ufficialmente avviato la procedura di bancarotta. La comunicazione, pubblicata sulla piattaforma nazionale cinese per la gestione delle insolvenze, conferma che la società è ora sotto revisione giudiziaria per insolvenza e che un amministratore legale è stato nominato per gestire la fase di ristrutturazione.
Tra il 2021 e il 2023, Hozon Auto aveva accumulato perdite per oltre 18 miliardi di yuan (circa 2 miliardi di euro). La società ha poi dovuto affrontare gravi problemi di liquidità, ritardi nei pagamenti a fornitori, licenziamenti di massa e blocchi produttivi. Nel marzo 2025, oltre 130 fornitori si sono presentati alla sede di Shanghai per reclamare i crediti, costringendo l’azienda a negoziare accordi di conversione del debito in capitale per oltre 2 miliardi di yuan.
Parallelamente, i tentativi di raccogliere nuovi capitali sono falliti. Nonostante una trattativa con un importante investitore che avrebbe dovuto portare 3 miliardi di yuan nelle casse dell’azienda, i fondi non sono mai arrivati. La situazione si è ulteriormente aggravata a giugno, quando il CEO Fang Yunzhou è stato bloccato dai dipendenti nella sede, esasperati dai mancati pagamenti degli stipendi. Solo l’intervento della polizia ha permesso al manager di lasciare l’edificio.
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Il fallimento di Hozon Auto e il crollo delle startup EV in Cina
Il fallimento di Hozon Auto non è un caso isolato. Dal 2018 al 2025, circa 400 aziende cinesi del settore delle auto elettriche hanno cessato l’attività o dichiarato bancarotta. L’eccesso di offerta, la fine degli incentivi pubblici e una feroce guerra dei prezzi hanno reso insostenibile il modello di business per molte startup, incapaci di raggiungere le economie di scala necessarie per sopravvivere in un mercato dominato da giganti come BYD e Tesla.
Marchi come HiPhi (Human Horizons), WM Motor, Byton e altri hanno già chiuso i battenti o interrotto la produzione. La crisi di Hozon Auto mostra infatti come anche aziende con una presenza internazionale e investimenti miliardari possano crollare rapidamente se non riescono a innovare e a garantire una gestione finanziaria solida.
Hozon Auto in bancarotta: ristrutturazione o fine definitiva?
Nonostante la procedura di bancarotta, Hozon Auto ha annunciato l’intenzione di ristrutturarsi, coinvolgendo nuovi investitori e manager con esperienza internazionale. L’obiettivo è quello di riprendere la produzione e mantenere le attività nei mercati esteri, come Thailandia, Indonesia e Brasile, che restano tra le priorità del gruppo.
Tuttavia, la situazione interna appare caotica, con la produzione ferma, dipendenti senza stipendio e fornitori in attesa di risposte.
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