Bill Gates svela i momenti della giornata in cui è meglio non usare il cellulare. Un invito a riscoprire le relazioni e l’equilibrio, soprattutto per i più giovani.
Devono esistere almeno 2 ore al giorno in cui il telefono non dovrebbe proprio essere preso in mano. A spiegarne le ragioni è proprio il magnate di Microsoft Bill Gates.
È proprio il visionario dello sviluppo tecnologico a lanciare un messaggio controcorrente: è necessario disconnettersi, almeno per due momenti fondamentali della giornata. Un consiglio che, paradossalmente, arriva proprio da uno dei simboli della tecnologia globale. Secondo Gates, l’uso incontrollato dei dispositivi digitali può avere effetti negativi, specialmente sui più giovani, generando isolamento, perdita di concentrazione e distacco dalle relazioni reali.
Le due ore sacre, secondo lui, sono proprio i pasti, in particolare la colazione e la cena, momenti in cui il cellulare dovrebbe rimanere lontano dal tavolo. Ma il discorso non si limita a questo: Gates sottolinea l’importanza di un’educazione digitale consapevole, promossa dagli adulti e incoraggiata dalle stesse aziende tecnologiche.
Scopriamo perché e cosa ha consigliato ai genitori Bill Gates, per educare i ragazzi a un uso consapevole della tecnologia.
No all’uso dello smartphone durante i pasti: il consiglio di Bill Gates
Per Bill Gates ci sono dei momenti della giornata che andrebbero tutelati dalla continua presenza degli schermi. Tra questi, i pasti occupano un posto centrale. “Non teniamo i cellulari a tavola quando mangiamo” ha dichiarato il fondatore di Microsoft, sottolineando quanto sia importante dedicare questi momenti alla comunicazione reale, al confronto e al rafforzamento dei legami familiari. La tavola, secondo Gates, dovrebbe essere un luogo di incontro e ascolto, non un’ulteriore estensione del mondo digitale.
Il suo approccio non è casuale. Numerosi studi confermano che l’uso dello smartphone durante i pasti riduce la qualità dell’interazione tra le persone, limita l’attenzione e contribuisce a creare un ambiente frammentato, in cui ciascuno è connesso al proprio schermo ma scollegato dal contesto reale. Gates, padre di tre figli, ha messo in pratica questo principio anche nella sua vita familiare, vietando l’uso dei dispositivi elettronici a tavola e promuovendo un uso consapevole fin dalla tenera età.
L’invito è chiaro: approfittare dei momenti condivisi per ascoltarci, guardarci negli occhi e parlare. Lontani da notifiche, video, e social. Il valore di una conversazione autentica, fatta senza interruzioni digitali, non ha prezzo. Questi piccoli gesti quotidiani possono avere un impatto profondo nel lungo termine, aiutando le persone, giovani e adulti, a riscoprire il piacere dello stare insieme - un po’ come è accaduto in Spagna con il blackout.
Smartphone e giovanissimi: bisogna educarli alla tecnologia
Uno dei temi più cari a Bill Gates riguarda proprio il rapporto tra bambini, adolescenti e smartphone. Il suo consiglio è netto: i figli non dovrebbero ricevere uno smartphone prima dei 14 anni. “I nostri figli si lamentavano perché altri bambini avevano già i cellulari, ma noi abbiamo resistito”, ha raccontato, sottolineando l’importanza di educare alla pazienza e al corretto utilizzo della tecnologia. L’obiettivo non è demonizzare gli strumenti digitali, ma promuoverne un uso maturo, responsabile e mirato.
Secondo Gates, i giovani devono imparare che il telefono non è un’estensione del proprio essere, né un rifugio continuo per sfuggire alla noia o alle difficoltà relazionali. È fondamentale che genitori e insegnanti pongano dei limiti chiari: orari precisi di utilizzo, spazi della casa in cui il cellulare non è ammesso (come la camera da letto o il tavolo da pranzo), e momenti della giornata da dedicare ad altre attività, come lo studio, la lettura, lo sport.
Ma c’è di più. Gates crede che la tecnologia debba essere vista come uno strumento di supporto e non come un sostituto. In particolare, per quanto riguarda la scuola, è importante che i ragazzi tornino “alle sudate carte”: libri, appunti, esercizi fatti a mano: un’abilità che i giovanissimi stanno perdendo. I compiti devono essere affrontati con attenzione, concentrazione e senso critico, e non semplicemente copiati da un motore di ricerca o svolti con l’aiuto dell’intelligenza artificiale. La tecnologia può essere un valido alleato, certo, ma solo se utilizzata come complemento al pensiero umano, non come scorciatoia.
Educare i giovanissimi all’uso della tecnologia significa, per Gates, insegnare loro ad essere presenti, consapevoli, capaci di scegliere.
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