L’accordo promosso da Donald Trump apre uno spiraglio di pace dopo due anni di conflitto. Ma le prospettive economiche di Israele restano incerte tra debito, deficit e tensioni internazionali.
Dopo due anni di conflitto devastante, Israele e Hamas sembrano vicini a una tregua. Il presidente statunitense Donald Trump ha annunciato un accordo che prevede la liberazione di tutti gli ostaggi e un ritiro parziale delle truppe israeliane dalla Striscia di Gaza. L’intesa offre un primo sollievo umanitario in una guerra che, secondo il ministero della sanità di Gaza, ha causato oltre 67.000 morti palestinesi, mentre Israele conta circa 1.200 vittime degli attacchi del 7 ottobre 2023 e centinaia di caduti tra militari e ostaggi successivamente.
Oltre al valore umano e politico, la fine delle ostilità potrebbe contenere i danni a un’economia da 580 miliardi di dollari. Tuttavia, è prematuro pensare che la crescita economica israeliana possa tornare rapidamente ai livelli di inizio decennio.
Nonostante il rallentamento del PIL israeliano allo 0,9% nel 2024, dopo anni di crescita sostenuta, i segni di crisi finanziaria restano limitati. Il nuovo shekel israeliano si è rafforzato del 20% sul dollaro dall’ottobre 2023, sostenuto dalle politiche di stabilizzazione della Banca d’Israele. L’indice principale della Borsa di Tel Aviv è cresciuto del 300%, contro il 56% dell’S&P 500, e il Paese ha continuato ad accedere ai mercati del debito, raccogliendo 8 miliardi di dollari nel marzo 2024 e 5 miliardi nel febbraio 2025. [...]
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