I dirigenti scolastici in Italia guadagnano il doppio degli insegnanti (e sono tra i più pagati nel mondo)

Ilena D’Errico

9 Ottobre 2022 - 15:53

condividi

Ocse: i dirigenti scolastici italiani sono fra i più pagati in tutta Europa, con uno stipendio quasi doppio rispetto a quello dei professori ordinari.

I dirigenti scolastici in Italia guadagnano il doppio degli insegnanti (e sono tra i più pagati nel mondo)

Il rapporto dell’Ocse ha evidenziato una situazione decisamente particolare per quanto riguarda la retribuzione scolastica italiana. Lo stipendio dei presidi è molto alto, fra i maggiori in Europa, invece quello degli insegnanti piuttosto scarno.

I dirigenti scolastici italiani guadagnano circa 102 mila dollari Usa l’anno, comprensivi di indennità e assicurazioni, corrispondenti a circa 90 mila euro l’anno. Questa cifra, al netto delle tasse, porta a uno stipendio di almeno 3.500/4.000 euro al mese.

E gli insegnanti? Nel 2021 un professore delle scuole medie guadagnava circa 1.700 euro al mese, che seppur sia uno stipendio di tutto rispetto, è eccessivamente distaccato da quello dei dirigenti. Il divario esistente fra queste due figure sembra essere così elevato solo in Italia, vediamo i dati.

Lo stipendio dei dirigenti scolastici nel mondo

L’Ocse ha raccolto tutti i dati relativi alle retribuzioni del personale scolastico in ben 30 paesi, convertendo tutte le valute in dollari Usa per rendere possibile il confronto. Gli esperti hanno paragonato i maggiori paesi industrializzati nel mondo, tenendo conto peraltro del potere d’acquisto dei privati.

Grazie a questa indagine accurata è possibile confrontare gli stipendi in modo immediato e i risultati sono evidenti. Lo stipendio dei dirigenti scolastici italiani è fra i primi posti, mentre quello dei docenti agli ultimi, con un differenziale di 2,38.

Esatto, un preside italiano guadagna 2,38 volte (si tratta naturalmente di un dato ottenuto da una proporzione) in più di un suo collega insegnante, mentre nel resto d’Europa il differenziale è molto più basso.

In Finlandia, ad esempio, i docenti hanno uno stipendio superiore a 55 mila dollari annui, il 30% in più rispetto ai colleghi italiani. Allo stesso tempo, però, lo stipendio dei dirigenti scolastici finlandesi è del 20% inferiore rispetto a quelli italiani, circa 81 mila dollari l’anno.

Ne consegue che il differenziale risulti molto basso, nello specifico di 1,46. Quest’ultimo dato scende ulteriormente nel caso dell’Estonia, nella quale i docenti sono pagati 31 mila dollari l’anno e i presidi 39 mila.

Australia, Olanda, Irlanda, Stati Uniti e Regno Unito sono gli unici paesi con un salario dei dirigenti scolastici superiore a quello italiano. A discapito di ciò, in questi paesi il divario è molto inferiore a quello italiano, indicando una certa proporzionalità rispetto al corpo docente.

Docenti italiani sottopagati

Lo stipendio del corpo docente italiano collide duramente con quello dei loro superiori, in un rapporto eccessivamente sbilanciato in favore dei secondi. Non si tratta però dell’unico segnale negativo delle condizioni degli insegnanti in Italia.

Esiste infatti una seconda criticità che influenza negativamente le condizioni lavorative degli insegnanti nel nostro paese. Se i dati sugli stipendi sono poco promettenti ma certi, non si può dire lo stesso delle ore di lavoro complessive effettuate.

Come sottolineato da Carlo Cottarelli, direttore dell’Osservatorio conti pubblici italiani, mancano del tutto dati ufficiali relativi alle ore lavorate effettive dei docenti. Ore che d’altronde non sono indicate in modo soddisfacente neanche nei contratti.

Le mansioni a carico degli insegnanti al di fuori dell’insegnamento in aula sono davvero numerose e vanno oltre perfino alla correzione dei compiti. Risulta difficile quindi individuare l’orario lavorativo medio, perché una buona parte si svolge al di fuori delle mura scolastiche.

Questo si riflette in modo inevitabile su una diminuzione della qualità scolastica in Italia, con un calo sempre maggiore degli alunni. Gli insegnanti faticano a trovare una realizzazione professionale appagante, complici l’alta concorrenza e la difficoltà di progressione dal punto di vista salariale.

Iscriviti a Money.it