Digitalizzazione, democratizzazione e tecnologia nel settore bancario con Patrick Stal (N26)

Redazione

9 Ottobre 2021 - 09:37

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In occasione della quattordicesima edizione di Forum Banca, la redazione di Money.it ha intervistato Patrick Stal, VP of Global Marketing at N26 per parlare del futuro del settore bancario e di N26.

Digitalizzazione, democratizzazione e tecnologia nel settore bancario con  Patrick Stal (N26)

In occasione della quattordicesima edizione di Forum Banca, l’evento di riferimento del mondo bancario, l’unico hub di incontro, fisico e digitale, sullo sviluppo delle strategie e delle tecnologie del settore finanziario, la redazione di Money.it ha intervistato Patrick Stal, VP of Global Marketing at N26 per parlare di democratizzazione del settore bancario, digitalizzazione e di tutte le futures tecnologiche messe in campo da N26.

Ormai conosciuta in tutto il mondo N26 è una banca diretta, con sede a Berlino, che offre servizi finanziari ai clienti dell’Area unica dei pagamenti in euro (SEPA) e degli Stati Uniti.

Come ha spiegato Patrick Stal si tratta di una «tech company e una banca, con l’obiettivo di unire i servizi smart di una app creata da una big tech con i servizi propri di una banca a tutti gli effetti», ma anche di un modello di banca che cerca di mettere al centro il cliente e la sua esperienza.

1) Prende sempre più piede il concetto di «democratizzazione» del settore bancario. Cosa si intende e quali sono i vantaggi?

La maggior parte di noi dà per scontato l’accesso di base ai servizi finanziari, ma dobbiamo considerare che l’esclusione finanziaria- anche in UE - esiste, è costosa e ha un impatto sulla qualità della vita delle persone, impedendo loro di investire nel futuro, lasciandole senza tutele se perdono il lavoro e rendendole quindi più vulnerabili. In altre parole, l’accesso ai servizi finanziari è un fattore fondamentale per affrontare e sfuggire alla povertà e a questo si aggiunge il fatto che l’esclusione finanziaria è costosa non solo per le persone direttamente colpite: ostacola la crescita economica e lo sviluppo delle nazioni.

Nell’ultimo decennio i gruppi identificati come vulnerabili dal punto di vista dell’inclusione finanziaria sono cresciuti fino a includere nuove categorie, dalle persone sovraindebitate, i disoccupati, le donne, individui membri di minoranze, migranti, persone con inadempienze nei pagamenti o a basso reddito e in condizioni di povertà. La lista sarebbe ancora lunga, e oltre a queste categorie dobbiamo anche considerare che sia il genere che l’età possono aumentare la vulnerabilità in alcuni contesti culturali.
Dalle ultime rilevazioni Eurostat pre-Covid, nel 2019, il 21,1% della popolazione dell’Unione Europea - pari a 92,4 milioni di persone - era a rischio di povertà o esclusione sociale, in lieve calo rispetto al 2018 (21,6%). Tuttavia, nonostante un netto miglioramento, l’obiettivo che era stato fissato per il 2020 rimane ancora lontano: dal 2010 al 2019 c’è stato un calo pari a 10,3 milioni di persone in stato di povertà, a fronte degli oltre 20 milioni auspicati.

È evidente quindi che ci sia ancora molta strada da fare. I gruppi vulnerabili sperimentano problemi che portano alla loro esclusione, a causa della natura dei prodotti/servizi in sé e dei metodi di prezzo che non si adattano alle loro esigenze o che tengono indebitamente conto della loro capacità finanziaria. Problemi tra cui il credito ad alto costo, i premi assicurativi insostenibili per l’assicurazione obbligatoria e la mancanza di accesso ai servizi di base stanno peggiorando la situazione di questi gruppi e riducendo le loro possibilità di essere inclusi.

Democratizzare il settore bancario significa offrire la possibilità di beneficiare di strumenti gratuiti, senza limiti di accesso, semplici e trasparenti, che considerino le esigenze di base e rispondano quindi a un bisogno di maggiore inclusione finanziaria. In N26 continuiamo a credere che i servizi bancari digitali debbano permettere a tutti di accedere ai propri risparmi in modo immediato, facile e trasparente, semplicemente utilizzando il proprio smartphone. Proprio per questo motivo siamo stati tra i primi a proporre un modello di abbonamento freemium nel settore bancario.

2)Che ruolo ha la digitalizzazione nell’impegno di favorire una maggiore sostenibilità nel mondo della finanza?
Nel contesto analizzato, i servizi finanziari digitali rappresentano molto più di una UX migliore: la tecnologia di oggi può creare un cambiamento e una più profonda inclusione sociale - in definitiva democratizzare i servizi finanziari, rendendoli strumenti realmente vantaggiosi per il benessere di tutte le fasce di popolazione.

I paesi europei dispongono infatti di tecnologie finanziarie sviluppate, in grado di fornire servizi innovativi alle persone e ai gruppi più vulnerabili e difficili da raggiungere; il recente aumento della collaborazione e delle partnership tra operatori del settore ha consentito ai player finanziari di offrire servizi di base a individui e famiglie in aree in cui non è possibile stabilire una presenza fisica e nell’ultimo anno, un numero record di nuovi conti è stato aperto in tutto il mondo da realtà che forniscono servizi finanziari online a costi ridotti o nulli. Nell’ambito della risposta globale al COVID-19, infatti, la finanza digitale ha svolto un ruolo chiave nello sviluppo e nella fornitura di servizi innovativi che hanno mitigato, almeno in parte, le interruzioni causate dalla pandemia su molteplici aspetti della vita delle persone.

Basti pensare a come molti abbiano fatto affidamento sui pagamenti digitali per ricevere generi alimentari e acquisti a domicilio. Nei contesti in via di sviluppo ed emergenti, in particolare, c’è stato un forte aumento di interesse per l’ampio potenziale che il fintech ha nel preservare i mezzi di sussistenza delle persone e delle imprese che sono state e continuano a essere minacciate dalla pandemia, consentendo e sostenendo in tal modo - all’interno delle società – il flusso di denaro, credito, depositi, investimenti, stipendi, trasferimenti da governo a persona (G2P) e peer-to-peer (P2P), a livello nazionale e regionale.
Guardando al futuro, la sfida sarà quindi quella di ridurre l’accesso disomogeneo alle infrastrutture digitali per favorire ulteriormente questi progressi.

3) Quali sono le features tecnologiche messe in campo da N26 che ad oggi contribuiscono al continuo miglioramento dei suoi servizi digitali?
Siamo una tech company e una banca, con l’obiettivo di unire i servizi smart di una app creata da una big tech con i servizi propri di una banca a tutti gli effetti. Partendo da questo presupposto, è inevitabile che la tecnologia ricopra un ruolo fondamentale nel processo di sviluppo di tutti i nostri prodotti e servizi, che poggiano principalmente sulla garanzia di un’ottima UX.

Possediamo un’infrastruttura tecnologica decisamente moderna e avanzata, senza IT legacies pregresse, che ci permette di implementare nuove soluzioni in modo molto più immediato rispetto alle banche tradizionali. Inoltre, vantiamo un data team eccellente e strutturato, più simile a quello di una tech company che a quello di una banca, con le skill adeguate per esplorare le possibilità che derivano dall’uso dei big data in tutti i possibili campi di applicazione, dall’acquisizione dei clienti, all’apertura conto, al monitoraggio delle transazioni fino all’assistenza clienti.

L’attenzione al continuo sviluppo tecnologico ci ha portato all’apertura dei nostri TechHub a Barcellona nel 2018 e Vienna nel 2019, poli di eccellenza che guardano ai modelli della Silicon Valley per portare innovazione, tecnologia e sviluppo al centro della nostra offerta. Ingegneri, sviluppatori, designer, tutti i nostri colleghi dei TechHub mettono a disposizione un insieme diversificato di competenze e background con l’obiettivo di ideare, progettare e migliorare le funzionalità che fanno parte dell’esperienza bancaria 100% digitale.

Da sempre, infatti, cerchiamo di trovare nuovi modi per fare baking mettendo al centro il cliente, dall’apertura di un conto in 8 minuti, al servizio CASH26 per il prelievo e il deposito di contante presso i supermercati, ma anche lato customer support con il nostro chatbot basato su AI per offrire ai clienti supporto 24 ore su 24, 7 giorni su 7 in cinque lingue. Per fare un esempio concreto, oggi il nostro chatbot Neon risponde a decine di migliaia di richieste a settimana, risolvendo il 20% delle domande prima che queste raggiungano i nostri colleghi. Molti di questi servizi non sono al momento offerti dalla maggior parte delle incumbent, pur trattandosi, a nostro avviso, di servizi essenziali.

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