L’intelligenza artificiale promette di aumentare la produttività, ma i benefici effettivi dipenderanno dalla diffusione, dagli investimenti complementari e dagli impatti settoriali sull’economia.
Sembra plausibile che le tecnologie di intelligenza artificiale in via di sviluppo miglioreranno la produttività. Ho amici e familiari che mi raccontano quanto sia già utile nel loro lavoro quotidiano, spesso per velocizzare il processo di creazione di una prima bozza: ad esempio, una slide in PowerPoint da mostrare, una lettera di raccomandazione per uno stage, o la programmazione software per risolvere un problema. Un tema ricorrente, secondo me, è che la forma attuale degli strumenti di AI può far risparmiare molto tempo nelle fasi iniziali di un compito, ma almeno per questi tipi di attività, gli strumenti di AI quasi mai forniscono una versione finale con il livello di qualità desiderato.
Ma in che modo l’AI potrebbe influenzare la crescita della produttività dell’economia nel suo complesso? Un gruppo di economisti dell’OCSE – Francesco Filippucci, Peter Gal, Katharina Laengle, Matthias Schief e Filiz Unsal – offre una panoramica e una discussione delle stime esistenti in «Opportunities and Risks of Artificial Intelligence for Productivity» (International Productivity Monitor, primavera 2025). Ecco la loro conclusione:
L’AI potrebbe contribuire tra 0,3 e 0,7 punti percentuali alla crescita annua aggregata della TFP (produttività totale dei fattori) negli Stati Uniti nel prossimo decennio. Gli impatti previsti nei diversi scenari sono maggiori negli Stati Uniti, seguiti da Regno Unito, Germania, Canada, Francia e Italia, e più bassi in Giappone. Queste cifre indicano che l’AI generativa sarà probabilmente una fonte importante di crescita della produttività aggregata nei prossimi 10 anni, ma chiariscono anche che i guadagni attesi dall’attuale generazione di tecnologie AI potrebbero non essere straordinari. Per confronto, il più recente boom tecnologico legato alle tecnologie dell’informazione e comunicazione (ICT) si stima abbia contribuito fino a 1-1,5 punti percentuali alla crescita annua della TFP negli Stati Uniti durante il decennio iniziato a metà degli anni ’90... [...]
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