Migranti, Di Maio: rimpatri in 4 mesi. No accoglienza per tutti

Violetta Silvestri

3 Ottobre 2019 - 23:43

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Di Maio anticipa il suo decreto sui migranti. I rimpatri dovranno avvenire in 4 mesi. L’obiettivo più importante è bloccare le partenze e trovare nuovi accordi con i Paesi del Mediterraneo. Scopriamo i dettagli della proprosta.

Migranti, Di Maio: rimpatri in 4 mesi. No accoglienza per tutti

Luigi Di Maio anticipa la sua ricetta per dare una svolta alla questione migranti. Nel decreto del 4 ottobre, il Ministro degli Esteri chiarirà come fare per evitare che chi sbarca in Italia resti in media 2 anni sul territorio prima di conoscere se ha diritto all’asilo oppure no.

I rimpatri avverranno in 4 mesi e questo per inviare un messaggio preciso a chi decide di partire per trovare una vita migliore in Italia: “inutile che venite se non avete i requisiti per l’asilo”. Con queste parole il titolare della Farnesina Di Maio sembra assumere posizioni piuttosto decise su un tema molto delicato, soprattutto in vista della campagna elettorale regionale e della lotta contro Salvini.

Di Maio e la stretta sui migranti: velocizzare le procedure di riconoscimento

Accelerare le procedure con le quali viene riconosciuto lo status di rifugiato e richiedente asilo è l’obiettivo primario del Ministro. I meccanismi sono troppo farraginosi e hanno bloccato l’Italia all’anno zero. Questa la convinzione di Di Maio, che con il decreto intende svecchiare proprio la fase del riconoscimento, cruciale per capire chi può essere accolto e chi no.

La nuova direzione può funzionare solo con una collaborazione strategica con il Presidente del Consiglio, il Ministero dell’Interno e il Ministero della Giustizia. Ed è su questa sinergia che punta Di Maio. Non più di 4 mesi, quindi, per decidere su un possibile rimpatrio.

Il Ministro degli Esteri ci tiene a ribadire che non c’è alcuna violazione dei diritti umani nella sua politica. Piuttosto è necessario stabilire ulteriori accordi con i Paesi del Mediterraneo dai quali partono i barchini. Accordi commerciali e di collaborazione, soprattutto con Paesi che hanno la democrazia, con i quali si può stabilire il patto di rimandare indietro i migranti che arrivano.

Le parole del Ministro su queste possibili soluzioni per i migranti restano ancora piuttosto vaghe. E, visti i precedenti accordi con la Libia, anche poco rassicuranti.

Rimpatrio migranti: aumentare lista dei Paesi sicuri

In attesa di conoscere i dettagli del decreto sui rimpatri, tra le indiscrezioni spunta l’ipotesi di allargare la lista dei cosiddetti porti sicuri verso i quali rispedire i migranti sbarcati in Italia.

Appellandosi alla direttiva europea 2013/32 che dà una giustificazione giuridica all’inividuazione discrezionale dei Paesi sicuri - e sulla quale si è basato anche il Decreto sicurezza di Salvini - Di Maio potrebbe inserire Stati come la Tunisia.

Bloccare le partenze: di nuovo fermezza con Di Maio?

Lo slogan del Movimento 5 stelle anche in questo governo giallo-rosso è il blocco delle partenze. L’unica soluzione, secondo Di Maio, in grado di dare una svolta al problema dell’accoglienza in Italia.

Il tema migranti per il leader pentastellato è spinoso e fondamentale. Una linea più morbida e garantista dell’accoglienza, che sarebbe in discontinuità con la politica della fermezza di Salvini, non sembra condivisa da Di Maio.

Il Ministro degli Esteri, infatti, ha già avuto modo di mostrare una certa prudenza nei confronti dell’accordo di Malta, ribadendo che la sola redistribuzione non basta per aiutare l’Italia ad arginare il fenomeno. E poi c’è stato il freno sullo ius culturae, considerato non prioritario dal capo politico pentastellato.

Probabilmente il nuovo Ministro degli Esteri non vuole lasciare solo a Salvini la battaglia sui migranti che genera così tanto consenso tra gli elettori.

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