Decontribuzione per sostituzione maternità: come funziona e quanto si risparmia

Paolo Ballanti

12 Maggio 2022 - 18:56

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Quando spetta la decontribuzione per sostituzione maternità e quali sono i vantaggi per l’azienda? La guida completa per ottenere lo sgravio dall’Inps.

Decontribuzione per sostituzione maternità: come funziona e quanto si risparmia

Introdotta tra misure che hanno l’ambizione di favorire e tutelare la conciliazione tra lavoro e famiglia, la decontribuzione prevista dal decreto legislativo 26 marzo 2001 numero 151, ossia il Testo unico delle disposizioni legislative in materia di tutela e sostegno della maternità e della paternità, opera nei confronti dei datori di lavoro che assumono lavoratori a tempo determinato, in sostituzione di dipendenti assenti in maternità o paternità.

Lo sgravio, disciplinato dall’articolo 4, si rivolge, a seconda del soggetto sostituito, alle aziende con meno di 20 dipendenti (per la sostituzione di un lavoratore subordinato) o alla generalità dei datori di lavoro (se a essere assente è una lavoratrice autonoma).

Una volta ottenuto il via libera dall’Inps l’azienda può applicare l’agevolazione in sede di calcolo dei contributi previdenziali a suo carico e dei premi assicurativi Inail.

Analizziamo quindi in dettaglio come funziona la decontribuzione e qual è il reale risparmio per il datore di lavoro.

Chi ha diritto allo sgravio?

Possono accedere alla decontribuzione, previa domanda all’Inps, i datori di lavoro che, con meno di 20 dipendenti, assumono lavoratori in sostituzione di dipendenti assenti per, in alternativa:

Per determinare il rispetto del requisito occupazionale si computano i lavoratori in forza al momento dell’assunzione a prescindere dalla qualifica. Sono pertanto compresi nel conteggio dirigenti, lavoratori a domicilio, lavoratori assenti (a meno che non siano sostituiti da altri dipendenti, in tal caso si computano questi ultimi), eccezion fatta per gli apprendisti.

Eventuali lavoratori a tempo parziale devono essere conteggiati in proporzione all’orario effettivamente svolto, mentre gli intermittenti in ragione delle giornate lavorate nel semestre precedente.

Al contrario, sono esclusi coloro che non sono lavoratori subordinati, quali ad esempio collaboratori coordinati e continuativi, collaboratori a progetto, lavoratori autonomi occasionali e lavoratori somministrati.

Possono altresì accedere alla decontribuzione, a prescindere dal numero di dipendenti, i datori di lavoro che assumono a tempo determinato in sostituzione di lavoratrici autonome (coltivatrici dirette, colone, mezzadre, artigiane, esercenti attività commerciali) assenti dal lavoro per maternità.

La tipologia del contratto

Per aver diritto alla decontribuzione l’assunzione del sostituto deve avvenire con contratto a tempo determinato (anche part-time) o, in alternativa, con contratto di somministrazione a termine, concluso con un’agenzia per il lavoro.

In ogni caso è consentito un periodo di affiancamento tra sostituito e sostituto, tanto prima dell’assenza che al rientro. Sotto questo aspetto, l’assunzione può avvenire con un anticipo fino a un mese (o più, se previsto dalla contrattazione collettiva), rispetto all’inizio del congedo del sostituito.

A fronte dell’assunzione di uno o più lavoratori part-time, l’azienda ha diritto alla decontribuzione se la sommatoria del loro orario di lavoro è pari o inferiore a quella del sostituito.

Come scegliere il sostituto?

Nella scelta del sostituto, il datore di lavoro deve tener presente che per orientamento consolidato della giurisprudenza di Cassazione, non è richiesta una stretta correlazione tra la qualifica del sostituto e quella del sostituito (sentenza numero 3598 del 16 febbraio 2010 e numero 23352 del 27 settembre 2018).

In particolare il «lavoratore assunto a termine per ragioni sostitutive di lavoratore assente non deve essere necessariamente destinato alle medesime mansioni o allo stesso posto del lavoratore assente» (sentenza numero 23352/2018).

Non può infatti essere disconosciuto all’imprenditore, continua la Cassazione, l’esercizio del potere di autorganizzazione. In particolare la «facoltà di disporre (in conseguenza dell’assenza di un dipendente) l’utilizzazione del personale, incluso il lavoratore a termine, mediante i più opportuni spostamenti interni, con conseguente realizzazione di un insieme di sostituzioni successive per scorrimento a catena, sempre che vi sia una correlazione tra assenza e assunzione a termine, nel senso che la seconda deve essere realmente determinata dalla necessità creatasi nell’azienda per effetto della prima».

Quanto risparmia l’azienda?


Lo sgravio permette all’azienda di ridurre del 50% i contributi a suo carico dovuti all’Inps e i premi assicurativi da versare all’Inail, calcolati sulla retribuzione del lavoratore assunto a termine.

La misura opera:
- fino al compimento di un anno di età del bambino del sostituito ovvero per un anno dall’accoglienza del minore adottato o in affidamento (per i datori di lavoro con meno di 20 dipendenti che assumono a tempo determinato in sostituzione degli assenti in congedo di maternità);
- per un periodo massimo di 12 mesi ed in ogni caso non oltre il primo anno di età del bambino o nel primo anno di accoglienza del minore adottato o in affidamento (per chi assume in sostituzione di lavoratrici autonome in astensione dal lavoro per maternità).

I contributi Inps, ridotti a seguito dell’applicazione dello sgravio, dovranno essere versati (come di consueto) con modello F24 insieme alle ritenute fiscali (queste ultime calcolate in misura piena e non interessate dalla decontribuzione).

I premi assicurativi, anch’essi diminuiti per effetto dell’agevolazione, saranno versati all’Inail (sempre con modello F24) in sede di autoliquidazione annuale.

Come fruire della decontribuzione per i somministrati?

In caso di stipula di un contratto di somministrazione a tempo determinato con un’agenzia per il lavoro, il sostituto resta dipendente di quest’ultima, inviato in missione presso il datore di lavoro (utilizzatore).

Pertanto, lo sgravio sarà attribuito all’agenzia, mentre l’azienda recupererà da quest’ultima le somme corrispondenti all’esonero ottenuto.

Come ottenere la decontribuzione?


Per accedere allo sgravio il datore di lavoro è tenuto ad autocertificare all’Inps il possesso dei requisiti richiesti (numero di dipendenti e sostituzione di personale in maternità) a mezzo apposita comunicazione sul «Cassetto previdenziale del contribuente» o «Cassetto bidirezionale», disponibile sul portale «inps.it - Prestazioni e Servizi - Prestazioni - Accesso ai servizi per aziende e consulenti».

Una volta accolta la richiesta l’Inps attribuisce al datore di lavoro il codice autorizzazione «9R».

Il codice dovrà essere inserito nel flusso Uniemens da trasmettere all’Istituto ogni mese, contenente i dettagli sul conteggio dei contributi.

Sempre il datore di lavoro è tenuto, in sede di invio della comunicazione di assunzione del sostituto, a mezzo modello Unilav, a indicare il codice identificativo della decontribuzione.

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