Ddl autonomia è legge, si rischia la spaccatura del Paese?

Patrizia Del Pidio

19 Giugno 2024 - 11:46

Con 172 voti favorevoli alla Camera il ddl Calderoli (ddl Autonomia) è legge. Vediamo cosa prevede e quali sono i rischi paventati.

Ddl autonomia è legge, si rischia la spaccatura del Paese?

Il Ddl Autonomia è legge e in 11 articoli definisce quelle che saranno le autonomie differenziate che potranno avere le Regioni. Si tratta di una legge che, però, rischia di spaccare il Paese secondo l’opposizione. Il ddl sull’autonomia differenziata ha il proposito di attuare il Titolo V della Costituzione, quello che riguarda Regioni, Province e Comuni.

Si tratta di una legge che ha necessità anche di decreti legislativi che vadano a definire i Lep (Livelli essenziali delle prestazioni, un livello minimo garantito che sia uguale per tutto il territorio nazionale) visto che le materie trattate toccano anche salute, istruzione, sport, trasporti e ambiente.

L’autonomia sarà riconosciuta, dopo l’approvazione dei Lep (per i quali il Governo ha 24 mesi per il varo dei decreti attuativi), alle Regioni che la chiedono. L’articolo 11 del ddl prevede anche una clausola di salvaguardia che consente allo Stato, al bisogno, di sostituirsi agli enti locali che hanno ottenuto l’autonomia qualora si riscontino inadempimenti.

Cosa prevede il ddl Autonomia?

Il disegno di legge prevede autonomia, ma anche coesione e sussidiarietà secondo le intenzioni del Governo. Le opposizioni la vedono in maniera diversa e hanno definito il disegno di legge come “Spacca-Italia”. Il timore è quello che le aree più in difficoltà del Paese, come il Sud, si troveranno a dover fare i conti con un peggioramento delle condizioni soprattutto per quel che riguarda istruzione, sanità e trasporti.

Mentre la maggioranza, e la Lega in particolare, parla di vittoria, l’opposizione appare molto critica al punto che dalla segreteria del Pd fanno sapere che:

Un provvedimento che divide e crea diseguaglianze, che viene approvato di notte, nella vergogna. Con questo voto sancite che esistono cittadine e cittadini di serie e A e serie B

Dopo l’ok di Camera e Senato il ddl Calderoli, chiamato anche disegno di legge Autonomia, definisce in 11 articoli tutte le procedure necessarie per dare autonomie differenziate alle Regioni che le richiedono. Per la concessione è necessario che ci siano intese tra Regioni e Stato.

Si tratta di una legge procedurale che, appunto, definisce le procedure per applicare il terzo comma dell’articolo 116 della Costituzione italiana che recita:

«Ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia, concernenti le materie di cui al terzo comma dell’articolo 117 e le materie indicate dal secondo comma del medesimo articolo alle lettere l), limitatamente all’organizzazione della giustizia di pace, n) e s), possono essere attribuite ad altre Regioni, con legge dello Stato, su iniziativa della Regione interessata, sentiti gli enti locali, nel rispetto dei principi di cui all’articolo 119».

La Costituzione stessa, quindi, prevede la possibilità di attribuire alle Regioni che la richiedono un’autonomia differenziata dotandosi di poteri diversi rispetto alle altre.

Le intese tra Stato e Regioni potranno durare fino a 10 anni prima di essere rinnovate, ma dando un preavviso di almeno 12 mesi potranno terminare anche prima. Il testo del disegno di legge richiama, in ogni caso, al rispetto dell’unità nazionale e di coesione sociale, territoriale ed economica, ma prevede l’attuazione del decentramento amministrativo per quanto riguarda specifiche materie (ferma restando la necessità dei Lep tramite decreti attuativi).

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