Stavi guardando una partita di Serie A su Dazn e all’improvviso è comparso uno strano codice sullo schermo? Ti spieghiamo cos’è e che cosa significa.
Tutta la Serie A 2025/2026 è visibile in esclusiva su Dazn. Con la stagione che ha già preso il via, probabilmente hai iniziato a seguire la tua squadra del cuore, hai gioito e sofferto con i tuoi beniamini in campo e hai esultato per un gol.
Ad un tratto, però, hai notato la presenza di uno strano codice che appare in sovrimpressione per alcuni secondi. Di cosa si tratta? Ci sono lettere, ci sono numeri e sparisce dopo qualche secondo. Di per sé non dà fastidio alla visione, ma comunque moltissimi abbonati si sono chiesti da dove provenisse.
Alcuni addirittura hanno ipotizzato fosse un errore del sistema, ma in realtà non è così. Se ancora ti stai chiedendo perché è apparso un codice alfanumerico durante la visione di una partita in diretta su Dazn, ti spieghiamo cos’è e a cosa serve.
Cos’è il codice di Dazn sullo schermo
Quello strano codice alfanumerico che compare in sovrimpressione durante la visione in diretta delle partite di Dazn altro non è che un codice watermark, ossia una filigrana elettronica, composta da lettere e da numeri.
Diciamo subito che non si tratta di un errore del sistema, ma di un codice che è stato creato appositamente per fermare la pirateria informatica. Ogni singolo utente abbonato possiede un proprio codice watermark identificativo, che differisce da tutti gli altri.
Questo perché i numeri e le lettere che vengono mostrate identificano e distinguono un abbonato reale, che ha pagato regolarmente per usufruire del servizio, da un pirata informatico che ha criptato il segnale originale e sta usufruendo gratuitamente e illegalmente del servizio. Una pratica che, di fatto, favorisce la pirateria.
Entrando nel merito, tramite il codice watermark Dazn garantisce che l’abbonato possa riprodurre ogni contenuto disponibile all’interno della piattaforma di Dazn su altri siti.
Non è la prima volta in assoluto che si vede un dettaglio di questo tipo. Su Dazn c’è già da qualche anno, ma potrebbe esserti capitato di vederlo anche su servizi affini come Sky durante la messa in diretta di una partita.
Come funziona il codice watermark di Dazn
Il watermark è un codice a piena prova di pirateria. Ma spieghiamo meglio come funziona. Qualora un pirata informatico dovesse decidere di trasmettere una partita – o un qualsiasi altro contenuto – di Dazn su altri canali o siti web di terze parti, grazie al codice che compare sullo schermo è possibile risalire immediatamente al proprietario dell’abbonamento.
In questo modo, il segnale riprodotto illecitamente viene bloccato e l’azienda ha la possibilità di disattivare in qualche minuto l’abbonamento legato a quel codice.
Ma non solo, perché da tempo il codice è diventato un elemento fondamentale per le azioni messe in atto dalle Forze dell’Ordine in contrasto all’Iptv (Internet Protocol Television). Parliamo in questo caso del cosiddetto “pezzotto”, che permette di usufruire di contenuti facenti parte di Dazn, Sky, Amazon Prime e Netflix con un singolo abbonamento mensile.
Il segnale viene trasmesso su reti informatiche, ma per ottenerlo è necessario che un singolo individuo sia in possesso dell’abbonamento.
Di base, l’Iptv non è nato come forma di pirateria, ma bensì come metodo di trasmissione dei segnali televisivi su internet sfruttando la rete. Che si tratti di un contenuto live o di on demand. Oggi però il formato viene riconosciuto principalmente per la trasmissione pirata di canali Sky, Dazn e altre piattaforme affini.
Con il codice watermark di Dazn e di altri servizi, c’è la possibilità per le autorità competenti di rintracciare subito il proprietario dell’abbonamento, bloccando così la trasmissione e avendo modo più facilmente di rinvenire al malintenzionato.
Cosa si rischia con la trasmissione illegale di partite
La lotta alla pirateria prosegue senza sosta. Solamente nel 2024, in Italia sono stati registrati un totale di circa 295 milioni di atti di pirateria. Il 38% della popolazione adulta ha fruito illegalmente di contenuti audiovisivi e sportivi.
Un fenomeno che provoca ingenti perdite economiche. Si stimano infatti 2,2 miliardi di euro di fatturato andati in fumo, con 12.100 posti di lavoro a rischio. Se i contenuti più colpiti rimangono i film e le serie TV, gli eventi sportivi live rappresentano il 15% della fetta totale.
A fomentare il fenomeno è il prezzo dell’abbonamento al pezzotto, pari a circa 10 euro di media, per poter usufruire di praticamente qualsiasi contenuto live e on demand disponibile in Italia in abbonamento. Si va da Dazn a Sky, passando per Netflix, Prime Video, Disney+ e molto altro. In alcuni server, si trovano persino film appena usciti al cinema.
Ma cosa si rischia usufruendo di contenuti illeciti? La legge antipirateria 93/2023 prevede multe che vanno da 154 a 5.000 euro. La pirateria è considerata un illecito amministrativo, poiché riguarda la violazione del diritto d’autore. Non ci sono dunque ancora risvolti penali, come successo in altri Paesi d’Europa.
Presto però le cose potrebbero cambiare. Sono in atto discussioni in Parlamento per una proposta di legge che vuole inasprire le sanzioni. Per prima cosa, le multe potrebbero salire del 325%. Dunque la pena minima sarebbe di 500 euro, fino ad attivare a un tetto massimo di 16.233,77 euro.
Oltre alla multa, c’è la confisca del dispositivo e la revoca di licenze in caso il colpevole sia un imprenditore o se avviene la scrittura di notizie da pubblicare sugli organi di stampa.
Una proposta che ancora oggi presenta però dei controsensi. Se per gli utenti finali che usufruiscono dell’Iptv illegale sono previste multe che arrivano fino a oltre 16.000 euro, per chi diffonde i contenuti illeciti non ci sarebbero inasprimenti delle pene.
La multa ad oggi è infatti di 15.493 euro al massimo, più bassa rispetto all’utente finale. È prevista anche una reclusione da 6 mesi a 3 anni ma, considerando che dietro questo business c’è anche un guadagno importante, in molti si chiedono come mai non ci siano proposte per un inasprimento delle sanzioni per chi lancia e gestisce gli abbonamenti al pezzotto.
Molto probabilmente, in ogni caso, se ne riparlerà ancora nei prossimi mesi. Per fare un esempio, in Belgio un portavoce del Governo ha affermato che i 115.000 abbonati Iptv illegali che sono stati individuati rischiano fino a 800.000 euro di multa e una pena detentiva di massimo 5 anni.
Al tempo stesso, potrebbero alzare la voce anche Dazn, Sky e la Serie A. Il CEO di Dazn Italia Stefano Azzi ha chiesto ufficialmente di ottenere risarcimenti dagli abbonati Iptv per i danni arrecati. Secondo le richieste, la somma sarebbe di diverse migliaia di euro, corrispondente a circa dieci anni di abbonamenti legali.
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