I dazi di Trump potrebbero essere illegali?

Ilena D’Errico

5 Agosto 2025 - 00:38

I tribunali potrebbero annullare del tutto le tariffe doganali Usa, ma non in via definitiva. Regna il caos sulla legittimità dei dazi di Trump.

I dazi di Trump potrebbero essere illegali?

I dazi di Trump sono un argomento di dibattito costante. Da mesi tengono puntati i riflettori di tutto il mondo, con i Paesi attenti agli effetti economici e concentrati sulle strategie migliori per limitarne l’impatto. Rischia così di passare in sordina l’enorme confusione sulla legittimità delle politiche commerciali statunitensi, che divide esperti e giudizi, aumentando l’incertezza e l’instabilità. Di fatto, i dazi di Trump potrebbero essere illegali, quanto meno nell’attuale formulazione scelta dal tycoon. Le sentenze statunitensi sono contraddittorie e non permettono di avere una risposta certa al momento, lasciando tutto il mondo nel pieno del caos.

Un disordine che non rimane certo confinato alle aule di tribunale, ma che incide sulle trattative diplomatiche e sull’economia globale spostando continuamente l’ago della bilancia. La possibile illegittimità dei dazi apre infatti uno spiraglio nel potere negoziale dei Paesi che li subiscono, ma può anche portare l’amministrazione Usa ad alzare il tiro, visto che gli Stati Uniti hanno il tempo a proprio vantaggio. Difficile mettere un punto definitivo alla questione rapidamente, senza contare gli ampi margini di manovra per riproporre i dazi legalmente nell’eventualità in cui le corti dovessero bocciarli. Ecco perché, nel frattempo, gli accordi commerciali con Washington risultano sempre più importanti.

I dazi di Trump potrebbero essere illegali

Nonostante l’importanza della questione, nessuno riesce a stabilire se i dazi imposti da Donald Trump siano legittimi o meno. Bisogna però concordare che potrebbero essere illegali, visto che ben due sentenze li mettono in discussione. La Corte del commercio internazionale degli Stati Uniti li aveva sospesi, ritenendo che le tariffe doganali non rientrassero del tutto nella competenza del presidente statunitense. La Corte d’appello, tuttavia, ha ribaltato la decisione in favore dell’amministrazione e lasciato i dazi in vigore. Si attende così il responso della Corte suprema, ben lontani dalla fine della battaglia giudiziaria.

Per capire cosa sta succedendo bisogna sapere che i dazi reciproci si basano su una legge del 1977, l’International emergency economic powers act (Ieepa), che sostanzialmente fornisce poteri straordinari al presidente Usa per far fronte a nuove emergenze nazionali. Secondo la Corte federale che ha in primo luogo imposto la sospensione delle tariffe, il debito pubblico statunitense non assume affatto i caratteri di emergenza che giustificano l’adozione di simili provvedimenti. Le decisioni di Trump rischiano di essere discrezionali e illegittime, toccando temi che spettano al Congresso. Non è d’accordo sul punto la Corte d’appello, che come anticipato ha concesso all’amministrazione uno stop all’ingiunzione.

Come ribadito anche dagli analisti di Jp Morgan “se l’Ieepa fosse ritenuto inammissibile, lo status giuridico degli accordi commerciali stessi potrebbe essere messo in discussione”. Questo significa che rischia di saltare gran parte delle strategie commerciali del tycoon, ma la Casa Bianca ha ancora diverse carte da giocare.

Cosa può succedere

I dazi, se ritenuti illegittimi, potrebbero comunque essere giustificati da diversi presupposti normativi come il Trade act del 1974, per rispondere a misure commerciali discriminatorie, o anche il Trade expansion act del 1962 che permette di ribattere a tariffe doganali che danneggiano l’industria nazionale. Ipotesi che imporrebbero maggiori limiti alla piena libertà del tycoon, ma che consentirebbero comunque l’applicazione dei dazi. Il presidente americano, inoltre, potrebbe scegliere di collaborare con il Congresso per una formulazione idonea delle misure fiscali. Senza dubbio una strada che Trump non preferisce, ma non al punto da rinunciare alla politica commerciale. Intanto, moltissime società statunitensi stanno ricorrendo al tribunale per contestare i dazi.

Tra le cause, rileva quella guidata da V.O.S. Selections Inc. e Plastic Servicesand Products , che contestano la legittimità delle tariffe in base all’Ieepa. Il ricorso ricorda infatti che il presidente statunitense “non aveva l’autorità di emettere tariffe globali senza l’approvazione del Congresso”. Tutto dipende dalla valutazione dello stato di emergenza, che Trump giustifica con il debito pubblico, il traffico di fentanyl e altre sostanze illecite e il presunto divario commerciale. Temi che potrebbero essere insufficienti a giustificare l’applicazione dell’Ieepa, soprattutto considerando che il massiccio debito Usa non è nuovo e non ha in questi anni portato a conseguenze tragiche. Nel frattempo, il tycoon scende a patti con l’Ue sulle tariffe, ignorando opportunamente quelle specifiche, per esempio sulle auto, (legittime perché settoriali e basate su altre leggi) e le esenzioni chieste da Bruxelles.

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