Dal mercato del lavoro USA il report che fa paura, la Fed di Powell costretta a tagliare tassi a luglio?

Laura Naka Antonelli

02/07/2025

Reso noto il report ADP, relativo al trend delle buste paga nel settore privato. Dato pessimo. Powell costretto a fare come dice Trump sui tassi?

Dal mercato del lavoro USA il report che fa paura, la Fed di Powell costretta a tagliare tassi a luglio?

Pessime notizie dal mercato del lavoro degli Stati Uniti. Dal rapporto ADP pubblicato oggi, è emerso che, nel mese di giugno, le buste paga del settore privato USA sono scese di 33.000 unità, soffrendo il primo calo dal marzo del 2023.

Il dato avrà scioccato in primis il consensus degli economisti, con quelli interpellati da Dow Jones che avevano previsto una crescita dei posti di lavoro nel settore privato pari a +100.000 unità.

La Fed di Jerome Powell a questo punto sarà costretta a tagliare i tassi nella prossima riunione di luglio?

L’ipotesi, soprattutto dopo questo dato macro e a dispetto della cautela di Jerome Powell, - che ieri, in occasione del suo intervento al Forum di Sintra del 2025 organizzato dalla BCE ha addossato praticamente la responsabilità dei tassi ancora fermi ai dazi di Trump -, si fa a questo punto più concreta.

Mercato del lavoro USA, i numeri del rapporto ADP

Dal report pubblicato oggi è emerso anche che il dato relativo alla crescita dei payrolls di maggio è stato rivisto al ribasso, a una crescita pari ad appena +29.000 delle buste paga, rispetto al rialzo di 37.000 unità inizialmente reso noto.

Così ha commentato il rapporto ADP diffuso oggi Nela Richardson, responsabile economista dell’associazione che stila il dato, ovvero dell’ADP:

“Sebbene i licenziamenti continuino a essere rari, l’esitazione ad assumere e la riluttanza a sostituire la forza lavoro uscente si sono tradotte il mese scorso nella perdita di posti di lavoro”.

Perdita di posti di lavoro che ha interessato soprattutto il settore dei servizi, dove la flessione delle buste paga è stata pari a 66.000 unità, rispetto alla crescita precedente di 36.000 unità.

I payrolls sono aumentati invece nel caso delle aziende attive nel settore manifatturiero, segnando un rialzo di 32.000 unità, rispetto al calo precedente di 2.000 unità. Alla contrazione dell’occupazione del settore privato ha contribuito anche il settore finanziario, che ha assistito a un ribasso dei payrolls di 14.000 unità.

Le perdite di posti di lavoro più significative hanno colpito la costa occidentale degli Stati Uniti e il Midwest, dove le buste paga sono scese rispettivamente di 20.000 e di 24.000 unità. Nella costa nordorientale il trend è stato di un calo di 3.000 unità.

Perdita posti lavoro nel settore privato, a soffrire di più le piccole imprese

A essere più intaccate dal calo dei payrolls sono state le aziende americane più piccole, rispetto a quelle più grandi.

Le piccole imprese, intendendosi per tali quelle con meno di 20 dipendenti hanno inciso sul totale del calo delle buste paga con una perdita di 29.000 posti di lavoro, mentre le aziende con una forza lavoro superiore ai 500 dipendenti hanno assistito alla crescita più forte, pari a +30.000 buste paga.

Dal report ADP è emerso anche che, per chi non ha cambiato lavoro, le paghe hanno segnato un rialzo pari a +4,4%, in rallentamento rispetto al +4,5% precedente, mentre chi ha cambiato posizione ha ricevuto compensi in crescita del 6,8%, rispetto al +7% di maggio.

Proprio ieri, nel corso dell’evento “Policy Panel”, del Forum di Sintra 2025 organizzato come ogni anno nella città del Portogallo dalla BCE, Jerome Powell, presidente della Federal Reserve, ha rilasciato dichiarazioni a commento del livello attuale dei tassi di interesse, dell’inflazione e della crescita del PIL degli Stati Uniti, spiegando il motivo per cui, a dispetto degli appelli - e degli insulti - di Donald Trump, non ha ancora sforbiciato i tassi.

Il motivo porta il nome dello stesso presidente americano, per la precisione dei dazi che la sua seconda amministrazione ha deciso di imporre, rinfocolando così il timore di una possibile riaccelerazione dell’inflazione USA. Al panel sono intervenuti, insieme al timoniere della Banca centrale americana, Christine Lagarde, presidente della Banca centrale europea, Andrew Bailey, governatore della Bank of England, Chang Yong Rhee, governatore della Bank of Korea e Kazuo Ueda, numero uno della Bank of Japan. Così Jerome Powell:

“Di fatto, siamo rimasti fermi (non abbiamo tagliato i tassi) quando abbiamo visto la dimensione delle tariffe e, in sostanza, quando tutte le previsioni sull’inflazione degli Stati Uniti sono state riviste al rialzo in modo significativo come conseguenza dei dazi”.

Tassi Fed, Powell in primis non esclude taglio a luglio. Le parole da Sintra

Allo stesso tempo, il presidente della Banca centrale americana - che persegue un mandato doppio, ovvero quello della stabilità dei prezzi e dunque dell’inflazione ma anche quello della massima occupazione - non ha escluso l’ipotesi che la Fed possa tagliare i tassi nella riunione di luglio.

Una maggioranza solida” dei partecipanti del FOMC, il braccio di politica monetaria della Fed, ha sottolineato Powell, ritiene che sia “ appropriato tagliare i tassi verso la fine dell’anno ”.

Detto questo, il banchiere centrale ha affermato che il concretizzarsi o meno delle riduzioni dei tassi “dipenderà dagli ultimi dati. In particolare, dai dati relativi all’inflazione ”, così come dai segnali che arriveranno “ osservando attentamente il mercato del lavoro ”, da cui stima, parole sue, il manifestarsi di “ una debolezza inattesa ”.

Cosa che, almeno sulla base di quanto è emerso oggi dal rapporto ADP, si starebbe verificando, anche se c’è qualcuno che consiglia di prendere queste informazioni macro con le pinze.

Powell ha aggiunto ieri che “gli Stati Uniti versano in una buona posizione”, insistendo sul fatto che “ è prudente aspettare e vedere le conseguenze delle tariffe ” e che, in generale, l’outlook è di “dati più alti sull’inflazione (USA) nel corso dell’estate”.

In ogni caso, è stato lui stesso a dire anche di non escludere che un taglio dei tassi arrivi nella prossima riunione della Federal Reserve, anche se il mantra è stato ribadito: “decideremo di riunione in riunione” e “dipenderemo dai dati”.

Gli economisti intanto invitano alla calma, ricordando che, prima di gridare al disastro, è necessario ricordare che la vera prova del nove di una eventuale erosione del mercato del lavoro arriverà semmai soltanto con la pubblicazione del rapporto Non-Farm Payrolls, che avverrà domani, giovedì 3 luglio.

E per ora le previsioni non sono allarmanti, in quanto gli economisti stimano una crescita delle buste paga di 110.000 unità, dunque ben solida, a fronte di un tasso di disoccupazione in lieve rialzo, dal 4,2% al 4,3%.

Non Farm Payrolls, il commento di Janus Henderson: Ma la Fed non dispone di dati necessari

Così ha commentato il report Non Farm Payrolls Lara Castelton, US Head of Portfolio Construction & Strategy di Janus Henderson.

“Questi dati dimostrano la resilienza dell’economia americana nonostante le aspettative di un rallentamento dovuto all’incertezza sui dazi e sulla politica fiscale. Sebbene molti non vogliano credere che questo dato confermi la solidità del mercato del lavoro, soprattutto alla luce dei dati negativi dell’occupazione ADP, ciò che questo dato conferma è che la Fed non dispone dei dati necessari per prendere in considerazione un taglio dei tassi a luglio”.

In questa situazione, Castelton ha aggiunto che “i mercati obbligazionari stanno quindi rivalutando i rendimenti al rialzo e gli investitori dovrebbero continuare a puntare su tassi più elevati per un periodo più lungo ”.

La strategist di Janus Henderson ha poi aggiunto che, “sebbene i mercati azionari avranno bisogno di tempo per digerire l’affidabilità e l’impatto di questa sorpresa al rialzo, è importante ricordare che i mercati che raggiungono livelli record nell’attuale contesto dovrebbero giustificare un cauto ottimismo, indipendentemente da questi dati”, concludendo che “il ribilanciamento di metà anno verso titoli di qualità e a grande capitalizzazione, alla ricerca di valutazioni ragionevoli e di storie di utili positive a livello globale, potrebbe contribuire a garantire resilienza in caso di sorprese al ribasso”.

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