Dai verbali Bce una certezza: ci saranno ancora rialzi dei tassi da 25 punti base

Violetta Silvestri

01/06/2023

01/06/2023 - 15:21

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I verbali Bce di maggio hanno confermato che sono in arrivo altri rialzi dei tassi di almeno 25 punti base. Perché il costo del denaro è destinato a salire secondo Lagarde e gli altri membri.

Dai verbali Bce una certezza: ci saranno ancora rialzi dei tassi da 25 punti base

I verbali Bce relativi alla riunione di maggio hanno chiarito, se ancora ce ne fosse bisogno, che i tassi di interesse in Eurozona continueranno a salire poiché l’inflazione resta elevata e con rischi al rialzo.

Il documento della Banca centrale europea è arrivato subito dopo la lettura preliminare dell’inflazione nell’area euro per il mese di maggio, nella quale è emerso un rallentamento della crescita dei prezzi anche nell’indice core. I livelli inflazionistici sono ancora ben al di sopra del target del 2%. Tuttavia hanno dato una speranza sull’inizio di un percorso in discesa, gradito soprattutto ai cittadini.

Pur in questo clima di maggiore ottimismo, comunque, la prudenza resta dominante. Lagarde ha appena ribadito che il compito dell’Eurotower sull’inflazione non è finito e che i tassi saliranno. Stesso messaggio si legge nelle minute Bce della riunione di maggio. Ecco perché è chiaro che il costo del denaro continuerà a salire con aumenti da - almeno - 25 punti base.

Verbali Bce: in arrivo altri aumenti dei tassi

Nella riunione Bce di maggio, come si legge dai verbali, alcuni membri del consiglio avevano espresso la preferenza a un aumento dei tassi da 50 punti base, invece che da un quarto di punto come poi è avvenuto.

Questo “in considerazione dei rischi per le prospettive di inflazione posti dalle continue sorprese al rialzo... e dall’inflazione prevista superiore all’obiettivo per almeno quattro anni, nonché dall’elevato rischio di disancoraggio delle aspettative di inflazione..”. L’idea era di spingere ancora di più il costo del denaro per velocizzare il raggiungimento del target del 2% e diffondere un messaggio di determinazione della Bce. Il tutto, nella consapevolezza che la resilienza economica dell’Eurozona e una turbolenza finanziaria contenuta avrebbero supportato la mossa ancora aggressiva.

La linea da falco non ha prevalso, con la scelta di alzare i tassi di 25 punti base. Con una promessa, però, come si legge nei verbali:

“La comunicazione della BCE dovrebbe tuttavia trasmettere un chiaro «pregiudizio direzionale» per sottolineare che, sulla base delle attuali prospettive, sarebbero giustificati ulteriori aumenti dei tassi di interesse al fine di riportare l’inflazione all’obiettivo ed evitare che un aumento minore dei tassi venga erroneamente interpretato come segnalando la prospettiva di una pausa nell’attuale ciclo escursionistico”.

Tradotto: a giugno e luglio, forse anche settembre, non ci sarà alcuna sospensione della politica monetaria aggressiva e i tassi di interesse Bce possono quindi superare il 4%.

“Questa entità è stata considerata prudente, con i possibili costi di maggiori incrementi superiori ai benefici, data l’incertezza ancora elevata e la percezione che la trasmissione di gran parte dell’impatto dei precedenti aumenti tariffari fosse ancora in sospeso”: così è stata giustificata la scelta dell’aumento da 25 punti base della Bce.

Perché l’attenzione è tutta sui salari

Nell’analisi sulla situazione dell’inflazione, i verbali Bce hanno messo in evidenza quanto sia alta l’allerta sui salari:

“La crescita salariale negoziata era fortemente aumentata, poco sopra il 5% sia a gennaio che a febbraio, dal 3% circa di dicembre. Ma la crescita salariale è stata più moderata escludendo i pagamenti una tantum, con tassi del 3,1% a dicembre, del 3,7% a gennaio e del 3,8% a febbraio. Gli ultimi accordi monitorati nel tracciatore dei salari della BCE hanno implicato segnali comparabili per la crescita dei salari nei prossimi 12 mesi, anche se con variazioni significative tra i paesi.”

Sull’inflazione, il consiglio ha valutato che:

“Si prevedeva che alcuni sviluppi avrebbero smorzato la dinamica dell’inflazione a medio termine: prezzi dell’energia più bassi, ulteriore allentamento delle strozzature, apprezzamento dell’euro, calo delle prospettive globali per l’industria manifatturiera e ulteriore inasprimento monetario globale. Nella direzione opposta, l’attuale forza dell’inflazione core e dei prezzi alimentari, unitamente al livello dei recenti accordi salariali, ha posto rischi al rialzo per le proiezioni di marzo, soprattutto in termini di durata del processo di aggiustamento dell’inflazione.”

L’attenzione è massima sulle dinamiche dei prezzi in Europa: il rallentamento è iniziato, ma c’è ancora spazio per alzare i tassi di interesse.

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