Da Bruxelles via libera alla direttiva che dal 2021 vieta produzione e utilizzo di oggetti in plastica monouso. I dettagli
Stop alla plastica usa e getta. Questo il succo della direttiva approvata dall’Unione Europea, che a partire dal 2021 introduce il divieto assoluto - per quanto riguarda produzione e utilizzo - di piatti e posate, ma anche cannucce, bastoncini dei cotton fioc e palloncini di plastica.
Un bando che va quindi a riguardare tutti quei prodotti dal ciclo d’uso brevissimo, ma praticamente impossibili da smaltire e dal gravissimo impatto ambientale.
Una semplice posata di plastica potrebbe potenzialmente durare secoli, così come un sacchetto di plastica o le bottiglie, anche queste ultime oggetto di una parte della direttiva approvata oggi.
Più nello specifico, tutti i Paesi del blocco si sono accordati per far sì che entro il 2029 il 90% delle bottiglie di plastica saranno oggetto di riciclaggio, così che entro il 2025 avranno tutte un tasso di contenuto riciclato che supera il 25%, per poi passare oltre il 30% nel corso del 2030.
Tra i primi a commentare la decisione dell’Ue è stata Greenpeace Europa, che ha parlato di “grande primo passo per voltare pagina”.
Da Ue stop alla plastica. L’Italia è pronta?
Nel Belpaese una tendenza comportamentale diversa in questo senso comincia già a prendere piede, tanto che - segnala la Coldiretti - può attestarsi al 27% la percentuale di cittadini che ha smesso di acquistare oggetti di plastica monouso come piatti, posate o bicchieri.
Più sensibilità quindi, in particolare per quel che riguarda l’impatto devastante dei rifiuti di plastica in mare, grazie anche alla più alta attenzione mediatica che la questione sta riuscendo a catturare negli ultimi mesi.
Per una percentuale molto elevata di italiani, pari al 68%, un’eventuale spesa maggiore è necessaria per salvaguardare l’ambiente e attenuare l’impatto dell’inquinamento, e si dice per questo ben disposta ad effettuarla.
Eppure, secondo quanto indicato dalla stessa Commissione Ue, le nuove norme garantiranno notevoli risparmi per i consumatori nel corso degli anni, che potrebbero arrivare fino a 6,5 miliardi di euro entro il 2030.
La Commissione infine evidenzia la possibilità di ridurre le emissioni di Co2 di 3,4 milioni di tonnellate, e ridimensionare così notevolmente la portata e il numero dei danni ambientali futuri.
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