Il crocifisso affisso in scuole ed edifici pubblici è espressione della nostra identità e va protetta: il Tar della Sardegna rigetta il ricorso dell’Uaar contro il simbolo della cristianità.
Il crocifisso affisso al muro di scuole ed edifici pubblici è espressione della nostra identità, che va protetta come valore culturale secondo il Tar della Sardegna. Il ricorso promosso dall’Uaar contro il simbolo della cristianità ha così incassato un deciso no dalla Corte di Cagliari.
Il ricorso è stato promosso dall’Unione Atei e Agnostici Razionalisti a partire dal 2009, a causa di una ordinanza comunale che imponeva l’affissione del crocifisso nelle scuole ed altri edifici pubblici di tutto il Comune di Mandas.
La Sentenza 383/2017 del Tar di Cagliari è intervenuta sulla vicenda molto in ritardo, in quanto l’interesse sul crocifisso è scemato negli anni. Inoltre, il ricorso aveva perso fondamento, dato che l’ordinanza scatenante era stata revocata a seguito del procedimento dell’Uaar.
Il Tar ha comunque colto l’occasione per richiamare l’importante Sentenza della Corte Europea, che si è espressa a favore dell’Italia nei riguardi dell’affissione del crocifisso nelle scuole e negli edifici pubblici dai risvolti sociali molto importanti.
L’affissione del crocifisso per la Corte Europea
L’affissione del crocifisso nelle scuole e negli edifici pubblici secondo la Sentenza del 18 marzo 2011 della Corte Europea non è strumento di dottrina, ma simbolo della nostra identità culturale e della nostra storia.
Il cristianesimo è parte integrante della cultura europea, oltre che italiana, ed i diritti dell’uomo non devono entrare in contraddizione con la religione, che è anche fonte della civiltà dei nostri paesi.
Ogni nazione ha il diritto di esprimere ed esercitare la propria libertà di culto grazie al principio della sussidiarietà, che è fondamento dell’Unione Europea stessa. Negare l’affissione del crocifisso significherebbe negare l’identità del singolo paese.
La Sentenza 383/2017 del Tar di Cagliari riprende la pronuncia europea respingendo il ricorso dell’Uaar, che non contenta del ritiro dell’ordinanza da parte del comune di Mandas, ha comunque proseguito la battaglia legale.
L’Uaar continua la battaglia contro il crocifisso
Il crocifisso affisso nelle scuole e negli edifici pubblici non è comunque accettabile per l’Uaar, che non accettala Sentenza del Tar di Cagliari e promette di ricorrere alla Corte di Strasburgo. Secondo l’Unione, l’identità delle istituzioni pubbliche deve essere laica.
Il ricorso è infatti portato avanti per motivi di principio, in quanto l’interpretazione del Tar sull’affissione del crocifisso non può essere accettata, soprattutto se inteso come simbolo di identità nazionale e non religioso.
L’Uaar sottolinea come il Tar di Cagliari confonda il diritto ad esprimere la religiosità con la legittimità di una presenza obbligatoria del simbolo religioso per eccellenza, che nella pratica comunque impone un’unica confessione anche a chi non è d’accordo.
I problemi confessionali sono all’ordine del giorno in Europa e anche in Italia. Si veda anche la Sentenza contraria alle armi sacre per la comunità Sikh italiana.
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