Crisi mercati: le anomalie e i problemi attuali

David Pascucci

21/10/2022

11/11/2022 - 10:00

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Negli ultimi mesi abbiamo assistito a una crisi sui mercati finanziari che sta portando molti asset a quotare in modo del tutto anomalo.

Crisi mercati: le anomalie e i problemi attuali

I mercati stanno presentando il conto delle diverse immissioni di liquidità delle banche centrali degli ultimi anni. Ci sono casi in cui vediamo delle vere e proprie anomalie nel prezzo di alcuni asset e di alcuni comparti di mercato molto importanti, come ad esempio il mercato obbligazionario e il valutario. Il mercato finanziario sembra diventato molto estremo e palesemente unidirezionale in scia con le scelte di politica monetaria delle banche centrali derivanti dall’innalzamento improvviso (e prevedibile) dell’inflazione.

Il mercato sta probabilmente trovando nuovi equilibri e sta testando dei livelli estremi che al momento risultano anomali, soprattutto se paragonati con gli andamenti visti nel corso degli ultimi anni. Il pricing di alcuni strumenti sembra completamente fuori controllo, soprattutto se andiamo a vedere cosa sta succedendo sui mercati più legati alla liquidità come il Forex e il mercato del Fixed Income governativo. Analizziamo insieme queste anomalie.

Il Forex e lo strapotere del dollaro

Oramai ci siamo abituati a vedere un dollaro americano fortissimo, un dollaro che sembra la valuta rifugio per eccellenza. Il dollaro è l’unica valuta comprata sul Forex ed è riuscita a portare il cambio EurUsd al di sotto della pari, il cambio GbpUsd (sterlina) ai minimi dal 1983 e il cambio UsdJpy (Yen) ai massimi dal 1990. In pratica siamo tornati indietro di colpo di diversi decenni, quando il dollaro era il re incontrastato del mercato per via della sua forte valenza sui mercati internazionali. In questo momento vediamo però una situazione in cui la forza del dollaro è giustificata unicamente dalla politica restrittiva della Federal Reserve, politica poi imitata per necessità da tutte le altre banche centrali.

Quindi, possiamo affermare che sotto questo aspetto il rialzo del dollaro è giustificabile, ma solamente nella misura in cui le altre banche centrali rimangano ferme e immobili a osservare gli Usa che aumentano il loro costo del denaro. Nella realtà non è assolutamente così. Anche in Europa abbiamo un innalzamento del costo del denaro, con Bce e BoE che alzano i tassi per via della galoppante inflazione, rialzi dei tassi che sono obbligati da un’inflazione che rimane alta e che stenta a scendere, o meglio, se scende non lo fa con la dovuta forza.

Quindi il mercato preferisce dollari a prescindere, senza contestualizzare le politiche macro delle banche centrali e le aspettative di inflazione delle diverse aree geografiche. Inoltre, un deprezzamento di valute come euro e sterlina, valute relative ad aree economiche che stanno subendo l’enorme impatto dell’inflazione, mette in ulteriore pericolo la stabilità delle economie sottostanti. In pratica, un forte deprezzamento di euro e sterlina non fa altro che peggiorare la condizione relativa all’inflazione che, per via del deprezzamento della valuta, dovrebbe salire ulteriormente.

In pratica è come se il mercato stesse dicendo alle banche centrali di essere ancor più aggressive nell’aumento dei tassi di interesse, cosa che risulterebbe essere totalmente devastante per l’economia reale. In questo momento, per fare un esempio, EurUsd sta prezzando meno rispetto a quando in Europa c’era un’inflazione attorno allo 0%, una follia totale. Il dollaro così forte è praticamente un danno per tutti.

Lo Yen sotto pressione

Abbiamo parlato finora di dollaro contro le majors europee tralasciando quindi il Giappone. Lo yen è la valuta che sta subendo il colpo più forte sui mercati in quanto la sua banca centrale è quella che risulta più immobile in assoluto. L’aumento dell’inflazione in Giappone è ridotto rispetto alle altre economie, soprattutto perché il Giappone è strutturalmente in espansione di liquidità controllata dal due decenni. Ora ci si ritrova con dei titoli di Stato che rendono poco più dello 0,25% su base decennale, un rendimento che visto in modo assoluto non è un male ma che se messo in relazione con la situazione domestica potrebbe risultare un problema.

Proprio di recente infatti la Bank of Japan è intervenuta sul mercato acquistando direttamente Yen sul Forex per poi intervenire ieri comprando titoli di Stato su varie scadenze per evitare l’aumento dei rendimenti. Parlando con i numeri, dai minimi del 2021 UsdJpy ha guadagnato il 45% che si traduce in un deprezzamento dello Yen della stessa entità. A livello di prezzo sul mercato valutario, le majors contro il dollaro stanno prezzando livelli che erano relativi a livelli di inflazione pari a 0% se non peggio.

Altre situazioni estreme sul mercato

Potremmo scrivere pagine e pagine di anomalie presenti ora sul mercato. La prima in assoluto riguarda il fatto che non si parli di scoppio di una bolla sui titoli di Stato globali. Prendendo a riferimento i rendimenti di un anno fa e quelli attuali, possiamo vedere aumenti dei rendimenti dell’ordine del 2-3% su base annua, un rialzo dei rendimenti enorme frutto di forti vendite sul mercato. Questa bolla è stata alimentata nel corso degli anni con i forti acquisti da parte delle banche centrali per immettere liquidità all’interno del sistema, liquidità che in Europa non vale più nulla visto che il cambio è sceso al di sotto della parità con il dollaro.

Altra anomalia riguarda i mercati azionari che, pur essendo in corso una crisi di liquidità che dovrebbe portare a ulteriori discese nel lungo periodo, faticano per il momento a rimbalzare per trovare nuovi punti dove proseguire un ribasso strutturale. In pratica l’azionario è un mercato che sale a fatica e scende allo stesso modo. Altra situazione da segnalare è l’andamento di lungo periodo dell’oro che ha formato un pericoloso doppio massimo indice di una discesa importante nel lungo periodo, ma che allo stesso tempo forma un pattern di possibile inversione nel breve grazie a un’anomalia statistica sui grafici mensili di cui abbiamo parlato in modo più approfondito pochi giorni fa.

Prima o poi queste anomalie dovranno rientrare e se il dollaro, principale fonte dei danni che si stanno manifestando, non dovesse scendere, allora potremmo vedere una situazione di crisi in Europa che non si vedeva da diversi decenni.

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