Credit Suisse comprata dagli americani? «Soltanto stupidaggini, restiamo svizzeri»

Sara Bracchetti

11 Giugno 2022 - 09:06

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Titolo in perdita dopo la smentita di una prossima acquisizione da parte di State Street, che secondo «Inside Paradeplatz» avrebbe offerto 9 franchi per azione.

Credit Suisse comprata dagli americani? «Soltanto stupidaggini, restiamo svizzeri»

Solo chiacchiere, da mettere a tacere in fretta: anche se, per qualche ora, sono servite a riportare in alto il titolo, crollato dopo l’annuncio di un secondo semestre negativo. Credit Suisse resta in Svizzera, si sono affrettati a smentire i vertici, derubricando a mera stupidaggine la notizia circolata con insistenza negli ultimi due giorni, secondo cui State Street, società americana con sede a Boston, avrebbe mostrato un forte interesse verso la banca elvetica.

«Le domande stupide non meritano risposta»

«Non commentiamo mai i rumors», ha dichiarato il ceo Thomas Gottstein, ospite alla Goldman Sachs European Financial Conference, trasformando poi la difesa in un attacco. «Mio padre una volta mi ha dato un consiglio: alle domande davvero stupide è meglio non rispondere, quindi credo che ascolterò il suo consiglio», ha detto, respingendo in malo modo la curiosità di chi cercava di portare allo scoperto i retroscena di un possibile takeover.

Un’offerta «imminente» e amichevole

A offrirlo in pasto all’opinione pubblica come indiscrezione più che plausibile, mercoledì, il giornale di Zurigo Inside Paradeplatz, secondo il quale il gruppo statunitense sarebbe pronto a garantire 9 franchi per azione e a mettere fine all’indipendenza di Credit Suisse dopo 166 anni. Un’offerta «imminente», secondo la fonte citata dal quotidiano, frutto di un tentativo di acquisizione tutt’altro che ostile, anzi ben ponderato e amichevole.

Titolo in ripresa dopo le indiscrezioni

Parole che, messe così nero su bianco, sulle prime hanno annullato le perdite che l’istituto elvetico stava registrando dopo l’annuncio di un trimestre in ribasso, complice la situazione geopolitica e la volatilità dell’investment banking. Il titolo è subito salito in borsa e a un’ora dalla pubblicazione dell’articolo già registrava un +3,37%, arrivando in chiusura a sfiorare i 7 franchi rispetto ai 6,21 del mattino.

State Street: «Voci prive di fondamento»

Il no comment giunto anche da State Street, secondo cui «le continue voci di mercato sono prive di fondamento» e gli unici veri interessi si concentrerebbero piuttosto sull’acquisizione delle attività di Investor Services di Brown Brothers Harriman, ha annullato gli effetti del rimbalzo e ha fatto cadere di nuovo il titolo, sceso in poche ore del 6%.

Deutsche Bank: «Cessione sì, ma parziale»

Segno che gli investitori non vedono affatto l’operazione ipotizzata come qualcosa di ormai prossimo. Secondo gli analisti di Deutsche Bank, anzi, il futuro più probabile sarebbe un altro: la cessione a State Street della sola divisione di asset management, su cui si specula già da diverse settimane.

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