L’Europa arricchisce gli Usa e non ha investimenti comuni per rafforzare la difesa militare: cosa ha svelato questo rapporto sull’inefficienza Ue e i vantaggi statunitensi?
Non è certo una novità che gli Usa facciano grandi affari anche grazie all’Europa nel settore della difesa militare. In un contesto globale di guerra e corsa agli armamenti, però, l’analisi sulla spesa Ue in ambito di armi ed equipaggiamenti affini offre un quadro interessante su cosa occorre cambiare nella strategia europea.
Nel rapporto sulla competitività presentato da Draghi lunedì 9 settembre, è emerso che i Paesi dell’Unione europea stanno acquistando all’estero una quantità eccessiva di equipaggiamenti per la difesa, quasi due terzi dei quali negli Stati Uniti, e non investono abbastanza in progetti militari congiunti.
I 27 Stati membri non riescono a sfruttare al meglio le capacità di ricerca e sviluppo dell’Europa per modernizzare le loro forze armate, con un livello di investimenti molto inferiore a quello degli Stati Uniti, ha stabilito il documento.
Il rapporto è stato pubblicato in un momento in cui l’Ue continua ad avere difficoltà a reperire armi e munizioni sufficienti per aiutare l’Ucraina a sopravvivere all’invasione russa su vasta scala, giunta ormai al terzo anno, e a rilanciare l’industria della difesa europea. Alcuni dati hanno quindi mostrato come gli Usa detengano il monopolio nel settore militare, alimentato anche dall’Europa.
L’Europa dipende dagli Usa per la difesa militare?
Il rapporto ha rilevato che, tra la metà del 2022 e la metà del 2023, il 63% di tutti gli ordini di difesa dell’Ue è stato effettuato con aziende statunitensi e un ulteriore 15% con altri fornitori non Ue. La scorsa settimana, i Paesi Bassi si sono uniti a una lista di membri Ue per ordinare aerei da guerra F-35 di fabbricazione statunitense a budget elevato.
Nel 2022, nei 27 Paesi la spesa per la ricerca e lo sviluppo nel settore della difesa è ammontata a 10,7 miliardi di euro, ovvero appena il 4,5% del totale, rispetto ai 140 miliardi di dollari degli Stati Uniti, ovvero circa il 16% dell’intera spesa per la difesa.
“Non stiamo ancora unendo le forze nel settore della difesa per aiutare le nostre aziende a integrarsi e raggiungere la scala e non favoriamo nemmeno le aziende di difesa europee competitive”, ha scritto il rapporto.
Il rapporto ha evidenziato carenze dei Paesi che investono nella loro industria di difesa nazionale e anche mancanza di investimenti nell’approvvigionamento congiunto. Quando l’Ucraina ha fatto appello per l’artiglieria, ad esempio, i membri Ue hanno fornito 10 tipi di obici. Alcuni usano diversi proiettili da 155 mm, causando grattacapi logistici.
Unire risorse e intenti è quindi strategico per una politica della difesa efficiente e vantaggiosa anche economicamente per l’Europa, non solo per nazioni esportatrici leader di armi come gli Usa. In un contesto globale in cui quella militare è diventata una priorità - a discapito anche di altre urgenze come lavoro, disuguaglianze sociale, ambiente - anche i dati sull’Ue che resta indietro nella difesa sono importanti.
Da non perdere su Money.it
- 💬 Hai apprezzato questo articolo? Lascia il tuo commento!
- 🌟 Hai già dato un'occhiata a Money.it Premium? Scoprilo adesso
- 📈 Prova Gratis il Trading Online con un conto demo
- 🪙 Scopri tutto su Bitcoin e ChatGPT nella sezione Corsi di Money Premium
- 🇺🇸 Elezioni USA 2024: tutte le analisi nella sezione dedicata
- 📖 Il Libro Bianco sull'educazione digitale di Money.it, scaricalo gratis
- 🎁 Vuoi regalare un abbonamento a Money.it Premium? Puoi farlo qui
© RIPRODUZIONE RISERVATA