Cosa succede se il centrodestra vince le elezioni politiche 2022

Alessandro Cipolla

29/08/2022

25/10/2022 - 09:31

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Il centrodestra è il grande favorito in vista del voto del 25 settembre: ecco cosa potrebbe succedere se la coalizione dovesse vincere le elezioni politiche 2022.

Cosa succede se il centrodestra vince le elezioni politiche 2022

Che succede se il centrodestra dovesse vincere le elezioni politiche 2022? Una domanda questa più che lecita questa visto che, stando ai sondaggi, la coalizione formata da Lega, Forza Italia, Fratelli d’Italia e Noi Moderati, appare destinata a conquistare la maggioranza assoluta del Parlamento quando alle ore 23 del prossimo 25 settembre si chiuderanno le urne in Italia.

In caso di una vittoria alle elezioni 2022, per prima cosa il centrodestra dovrà sciogliere il nodo del presidente del Consiglio da indicare al Colle: una regola non scritta della coalizione è quella che il nome per Palazzo Chigi sarà quello del leader del partito capace di prendere più voti.

Di conseguenza al momento Giorgia Meloni sembrerebbe essere destinata a diventare il primo presidente del Consiglio donna in Italia ma, come ha dovuto specificare il Quirinale con una nota, non c’è alcun automatismo visto che spetta al presidente della Repubblica, dopo aver fatto le consultazioni, scegliere a chi affidare un mandato per formare il nuovo governo.

Questione Palazzo Chigi a parte, il centrodestra in virtù del proprio programma elettorale sembrerebbe avere le idee molto chiare su cosa fare in caso di vittoria alle elezioni, anche se un ipotetico governo dovrà comunque fare i conti con la realtà del delicato momento economico, sociale e sanitario che sta vivendo il Paese.

Elezioni 2022: cosa succede se vince il centrodestra

Visti i sondaggi il centrodestra appare destinato a una ampia vittoria alle elezioni politiche 2022, tanto che da tempo si parla dei possibili ministri che potrebbero far parte di un governo sostenuto da Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia e Noi Moderati.

Nonostante i tanti propositi presenti nel programma elettorale del centrodestra, dal punto di visto economico il prossimo governo avrà ben pochi spazi di manovra nella legge di Bilancio che dovrà imbastire e licenziare con la massima fretta.

Tra gli oltre 20 miliardi già in conto per i provvedimenti approvati dal governo Draghi e ora da finanziare, gli altrettanti fondi necessari per far fronte al caro-bollette e le immancabili spese indifferibili, non sembrerebbe esserci spazio per ulteriori misure a meno che non si trovino delle adeguate coperture che al momento non ci sono.

Per intenderci dovrebbe essere difficile vedere fin da subito una estensione della flat tax o un aumento delle pensioni, per cui probabilmente occorreranno tempi migliori, mentre potrebbero esserci maggiori chance per realizzare fin da subito la pace fiscale e l’innalzamento del tetto per l’uso del contante.

Anche per quanto riguarda le opere e gli investimenti la strada sembrerebbe essere già tracciata: la via è quella del Pnrr, anche se il centrodestra potrebbe cercare di rinegoziare il piano con l’Europa.

Come detto il prossimo governo, sia di centrodestra sia di centrosinistra, dovrà poi subito intervenire per far fronte alla crisi del gas: a riguardo Matteo Salvini ha parlato di un intervento da 30 miliardi, a deficit, ricalcando il modello francese dove è stato imposto un limite agli aumenti in bolletta.

Riforme, pandemia e immigrazione

Essendo sostanzialmente a costo zero, in caso di successo elettorale il centrodestra potrebbe invece spingere sull’acceleratore in merito ad altri due storici cavalli di battaglia: giustizia e immigrazione.

In una intervista rilasciata al Quotidiano Nazionale Carlo Nordio, ex magistrato ora candidato con Fratelli d’Italia e considerato come il possibile prossimo guardasigilli, ha illustrato come potrebbe essere la riforma della giustizia targata centrodestra.

Separazione delle carriere, inappellabilità delle sentenze di assoluzione di primo grado, discrezionalità dell’azione penale, revisione della custodia penale e ritorno dell’immunità parlamentare, sono stati i punti citati da Nordio nell’intervista.

Il blocco navale invece è la soluzione di Giorgia Meloni per la questione immigrazione, anche se non sarà affatto facile la sua applicazione, mentre se dovesse tornare al Viminale di certo Matteo Salvini andrebbe a rispolverare i suoi decreti Sicurezza.

Per quanto riguarda la pandemia, nel programma del centrodestra si legge di un contrasto al Covid “attraverso la promozione di comportamenti virtuosi e adeguamenti strutturali, come la ventilazione meccanica controllata e il potenziamento dei trasporti, senza compressione delle libertà individuali secondo il principio del convincere per non costringere”.

Niente più obblighi in sostanza, mentre dal punto di vista del welfare l’obiettivo è la sostituzione “dell’attuale reddito di cittadinanza con misure più efficaci di inclusione sociale e di politiche attive di formazione e di inserimento nel mondo del lavoro”.

Infine un governo di centrodestra, se in possesso di una ampia maggioranza parlamentare, potrebbe portare al termine la riforma dell’elezione diretta del presidente della Repubblica, anche se il tema non dovrebbe essere tra i primi presi in esame dall’eventuale nuovo esecutivo.

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