Cosa sono le API in tecnologia e a cosa servono

Niccolò Ellena

23/05/2022

08/07/2022 - 16:58

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Versatili e all’avanguardia, le API consentono di mettere in connessione tra loro i software che utilizziamo quotidianamente, il che le rende fondamentali

Cosa sono le API in tecnologia e a cosa servono

API è l’abbreviazione di application programming interface, ovvero un insieme di definizioni e protocolli per la creazione e l’integrazione di software applicativi.

Le API sono delle interfacce grafiche che sviluppatori e programmatori terzi possono utilizzare per espandere le funzionalità di programmi, applicazioni e piattaforme di vario genere (software e non solo).

Utilizzando un’API, un programmatore può far interagire due programmi, due piattaforme o un programma e una piattaforma, altrimenti tra loro incompatibili.

Utilizzando quindi queste applicazioni si possono estendere le funzionalità di un programma ben oltre le reali intenzioni dello sviluppatore o della software house che l’ha realizzato.

Funzioni e ambiti d’uso

Le API sono di quattro tipi diversi e possono funzionare in quattro modi diversi.

Il primo tipo sono le API private. Sono interne a un’azienda e vengono usate solo per connettere sistemi e dati al suo interno. Da queste differiscono le API pubbliche, che sono disponibili per il pubblico e possono essere usate da chiunque. Possono esserci o meno alcune autorizzazioni e costi associati con questi tipi di API.

Successivamente è possibile trovare le API dei partner, che sono accessibili solo agli sviluppatori esterni autorizzati per agevolare la collaborazione tra aziende. Sono usate principalmente per fornire servizi di pagamento, tracciamento delle attività, servizi e integrazione di software.

Le API composite, infine, combinano due o più API diverse per rispondere a requisiti o comportamenti di sistema complessi.

Oltre ai diversi tipi di API, queste si distinguono tra loro anche per il loro modo di funzionare, ossia per il loro set di protocolli. Ad esempio le API SOAP usano il protocollo SOAP (Simple Object Access Protocol). In questo caso il client e server si scambiano messaggi tramite linguaggio XML.

Un altro stile di API è quello RPC, ossia basato su “chiamate di procedura remote” (Remote Procedure Calls). Questo protocollo permette l’esecuzione remota di una funzione in un differente contesto, estendendo le procedure locali attraverso HTTP API.

Il protocollo WebSocket è un’API che usa oggetti JSON (JavaScript Object Notation) per trasferire i dati. Un’API WebSocket supporta la comunicazione a due vie tra le app client e il server. Il server può inviare messaggi di richiamo ai client connessi, migliorando l’efficienza rispetto all’API REST.

Le API REST sono, infine, le più diffuse e flessibili sul Web odierno. Il client invia le richieste al server come dati. Questo a sua volta usa l’input del client per eseguire funzioni interne e restituisce i dati di output al client.

Quali vantaggi portano le API

I vantaggi portati dalle API sono innumerevoli e molto importanti: in primis sicuramente hanno aumentato la fruibilità di molte applicazioni. Grazie alla capacità di mettere in comunicazioni app diverse fra loro le aziende possono automatizzare i flussi di lavoro e migliorare il processo di collaborazione sul posto di lavoro. Senza le API, molte aziende sarebbero prive di connettività, e perciò meno produttive da un punto di vista delle prestazioni.

Oltre ad avere un impatto positivo sull’integrazione tra applicazioni, le API permettono di risparmiare tempo di programmazione, consentendo, per estensione, di avere un effetto positivo sul bilancio. Ciò avviene poiché grazie alla loro capacità di integrazione, le applicazioni non necessitano di essere programmate nuovamente per comunicare con altre applicazioni diverse da loro.

Esempi di API

Un esempio di API è rappresentato dalle applicazioni sul quale vengono pubblicati gli annunci degli immobili in vendita. Sotto gli annunci sono spesso riportate delle mappe, sul quale è possibile osservare dove si trovi la casa e cosa si trovi nelle sue vicinanze. Spesso, i programmatori delle applicazioni delle mappe non sono gli stessi dell’applicazione con gli annunci. A queste due applicazioni è possibile comunicare grazie all’uso di un API.

Nell’ambito dei social media è disponibile un altro esempio: quando ognuno di noi si iscrive a un social network spesso riceve la richiesta di sincronizzare e poi eventualmente “seguire” i propri contatti sul social appena installato.

In termini pratici, ciò che sta avvenendo è una comunicazione tra il software che contiene i nostri contatti (spesso applicazioni di cloud) e l’applicazione del social che è permessa grazie a una API.

Le API forniscono un grande aiuto nell’ampliamento del proprio business. Ad esempio, un retailer che decide di condividere, tramite API, la propria localizzazione, avrà la possibilità di farsi trovare e raggiungere nuovi clienti.

Sempre in ambito retailing, infine, un’altra soluzione può essere quella di mettere in comunicazione il magazzino di un retailer con il proprio sito web, in modo che il sito rifletta sempre il numero di prodotti disponibili in magazzino.

A chi devono interessare le API

L’API economy, ossia tutto il mercato che si cela dietro a questo mondo, è estremamente ricco, e vede tra i suoi protagonisti le più importanti aziende nell’ambito tech.

Le API hanno creato nuovi paradigmi di comunicazione fra le applicazioni e i servizi; come risultato di ciò sono nati nuovi modi di sfruttarli a vantaggio del proprio business. Con API economy si intende, infatti, servizi e app basati su API che possono generare nuove fonti di fatturato per le organizzazioni che li implementano.

Ne consegue che chiunque nel mondo del business può essere interessato a fare uso delle API, data la loro immensa elasticità e le numerose funzioni.

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