Cosa sappiamo sul terremoto in Turchia e Siria

Giorgia Bonamoneta

06/02/2023

07/02/2023 - 12:46

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Nella notte del 6 febbraio 2023 un devastante terremoto si è abbattuto su Turchia e Siria. Rientrato l’allarme tsunami per le coste italiane, ecco cosa sappiamo sul terremoto e le sue conseguenze.

La situazione in Turchia e in Siria è in continuo mutamento e le notizie si susseguono senza sosta. Cosa sappiamo sul terremoto in Turchia e in Siria fino ad ora? Il terremoto avvenuto lunedì 6 febbraio alle ore locali 4:17 (2:17 ora italiana) è uno dei terremoti più distruttivi della storia del territorio. Si tratta di un disastro per numero di vittime e infrastrutture sotto assedio.

La Turchia ha chiesto aiuto e sostegno per il terremoto di magnitudo 7.8 registrato durante la notte, al quale sono seguite molte altre scosse (17 al momento) con una media di magnitudo 5.3 e un picco di 7.5. nel primo pomeriggio. La situazione in Turchia è grave, ma in Siria e nelle zone curde lo è ancora di più.

Ad aggravare i dati del terremoto vi sono infatti precarietà delle infrastrutture principali e necessarie, come quelle sanitarie e una pandemia di colera in corso. Il terremoto ha quindi conseguenze diverse in Turchia e in Siria, dove il numero di sfollati e il rischio per la vita umana è ancora più alto. Ecco cosa sappiamo.

Terremoto Turchia-Siria: epicentro e storia delle placche

Il terremoto, la cui prima scossa è avvenuta nella notte tra il 5 e il 6 febbraio 2023 ha colpito Turchia e Siria, non è ancora concluso. Si tratta di una scia sismica piuttosto violenta dovuta e innescata dalla cosiddetta “faglia anatolica orientale” (fig.1) identificata con la linea rossa.

Fig.1 Fig.1 Faglia anatolica orientale (linea rossa)

L’epicentro della prima violenta scossa di magnitudo 7.8 della scala Richter era situato a pochi chilometri dal confine con la Siria settentrionale, a circa 26 km dal distretto i Nurdağı nella provincia di Kahramanmaraş (coordinate 37.174°N 37.032°E).

La violenta scossa ha avuto origine dall’incontro della faglia tettonica orientale collegata con quella africana ed è stata caratterizzata da un movimento trascorrente, cioè orizzontale. La zona colpita questa notte è stata interessata nel corso dei secoli già da diversi terremoti della stessa intensità e violenza.

Terremoto Turchia-Siria: quale la magnitudo e la durata registrata

La scia sismica, iniziata nella notte tra il 5 e il 6 febbraio 2023, non si è ancora placata del tutto. Dopo la prima violenta scossa di magnitudo 7.8, sono seguito una serie di altre 17 scosse. La maggior parte delle scosse hanno oscillato tra i 4.9 e 6.7 di magnitudo della scala Richter, ma una scossa delle 14:24 (ora locale) ha fatto segnare magnitudo 7.5. L’ultima scossa della scia sismica registrata alle 17:43 ha fatto segnare invece una magnitudo di 4.8 della scala Richter.

In media la durata di una scossa è di circa 30 secondi o meno, ma la scossa di terremoto che ha sconvolto Turchia e Siria ha avuto una durata di 1 minuto pieno.

Terremoto Turchia-Siria: quali sono le zone più colpite

Il terremoto ha colpito in maniera devastante Turchia e Siria, anche se con conseguenze nel breve e nel lungo periodo totalmente differenti. Tra le zone più colpite ci sono quelle più vicine all’epicentro, con il crollo di diversi edifici e un numero di vittime e feriti in crescita costante. Ma la Turchia ha molti più mezzi rispetto ai vicini colpiti e le sue difficoltà saranno inferiori nel lungo periodo.

Nell’episodio tragico che ha colpito Turchia e Siria, non si può fare a meno di ricordare come la situazione umana in Siria sia già tragica e il terremoto non può far altro che peggiorarla. Tra zone più colpite in Siria ci sono quelle di Aleppo e Idlib. Aleppo tra il 2012 e 2016 è stata al centro della guerra civile siriana e dal 2015 l’accesso agli aiuti, come il cibo, è stato interdetto.

Situazione analoga a Idlib, dove le infrastrutture utili e la sanità sono precarie. Tra le zone colpite vi è anche quella del Rojava, un buco nero di informazioni ufficiali, che sta facendo contare decine di feriti e morti.

Terremoto Turchia-Siria: vittime e stime delle prossime ore

Il numero delle vittime continua a crescere di ora in ora e secondo le ultime stime il numero delle persone decedute è di circa 2.650, oltre 1.500 in Turchia e quasi 900 in Siria. Le stime sono al ribasso e questo perché sono migliaia i feriti e molti altri i dispersi sotto le macerie.

Ci vorranno giorni per trovare le persone sopravvissute o meno sotto le macerie e secondo le stime più rosee la conta finale delle vittime potrebbe arrivare a quota 10.000 vittime. In passato Turchia e Siria sono state già protagoniste di eventi disastrosi legati a scosse di terremoto violente. Queste zone infatti sono tra le più sismiche al mondo e si hanno ricordi storici tra i più disastrosi, con terremoti che in passato hanno causato anche tra le 250 mila e le 530 mila vittime stimate.

Le conseguenze del terremoto in Turchia e Siria: spostamento della terra

La scossa di terremoto tra Turchia la Siria è una delle più violente della zona, almeno dal 1668 ed è stata paragonata all’esplosione di molti ordigni nucleari. In un’altra metafora è stato detto che il terremoto in Turchia e in Siria è stato come 1.000 terremoti di Amatrice. Quello che sappiamo per certo è che la terra si è spostata di 3 metri lungo la faglia di 150 km in pochi secondi, causando la distruzione di edifici e infrastrutture.

Tsunami dopo il terremoto in Turchia-Siria: allarme rientrato

In seguito al terremoto in Turchia e in Siria era stato lanciato un allarme tsunami. È stato subito segnalato il deformamento della crosta, con anomalie in tre punti del mare, in Turchia e a Cipro. Questo ha portato all’allarme tsunami. L’impatto di un’onda era stato stimato intorno alle 6:30 del mattino nella zona sud-est della penisola italiana.

Tutta la notte i punti di osservazione hanno monitorato la situazione e infine, quando le anomalie sono risultate essere nell’ordine dei 30 cm, l’allarme tsunami è rientrato per le coste italiane.

Terremoto Turchia-Siria: quali i rischi per l’Italia?

In Italia un terremoto così intenso non si è mai verificato e questo perché la placca italiana non è sottoposta allo stesso livello di stress; Turchia e Siria invece si trovano in un punto d’incontro di tre placche tettoniche: quella africana, quella arabica e quella anatolica.

In un confronto basato solo sulla magnitudo, l’evento sismico italiano più devastante è stato quello del 1908 a Messina con magnitudo 7.1 della scala Richter. Anche se i numeri possono sembrare vicini, la scala aumenta in maniera esponenziale. È diverso anche il tipo di movimento delle placche. In Italia infatti abbiamo terremoti principalmente “distensivi”, in cui le placche si abbassano una rispetto all’altra, mentre il terremoto avvenuto tra la Turchia e la Siria è di tipo “trascorrente”, con placche che si muovono in maniera orizzontale.

Con il rientro dell’allarme tsunami, in Italia non ci sono rischi riconosciuti in seguito al terremoto in Turchia e in Siria.

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# Siria

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