Cosa rischia Fabrizio Corona dopo la querela per diffamazione

Ilena D’Errico

23 Ottobre 2023 - 23:16

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Fabrizio Corona è stato querelato per diffamazione e calunnia, cosa prevede la legge in proposito e cosa rischia ora nella sua situazione.

Cosa rischia Fabrizio Corona dopo la querela per diffamazione

Fabrizio Corona è nuovamente al centro della polemica, per via delle dichiarazioni sui giocatori accusati di essere coinvolti nel calcioscommesse e nel gioco d’azzardo illegale. Come si poteva prevedere, sono iniziate anche le prime difese legali. In particolare, l’attaccante della Roma Stephan El Shaarawy e il difensore del Lazio Nicolò Casale hanno già presentato tramite i propri difensori querela per diffamazione e/o calunnia.

Il re del gossip è ora indagato dalla procura di Milano per il reato di diffamazione aggravata a rischio stampa, non cosa da nulla nella sua a dir poco complessa situazione. Con lo spirito che lo contraddistingue, l’ex fotografo ha già fatto sapere che non è affatto intimorito dall’apertura di un procedimento né dalle minacce ricevute telefonicamente, come dichiarato in un’intervista al suo stesso sito web, Dillingernews. Ma cosa rischia ora Fabrizio Corona? Ecco qual è lo scenario.

Diffamazione e calunnia, le querele contro Fabrizio Corona

I legali dei calciatori hanno presentato una querela accusando Fabrizio Corona di diffamazione e calunnia, in riferimento alle dichiarazioni sul coinvolgimento dei loro assistiti nell’ambito delle scommesse. Saranno poi le indagini della procura milanese a stabilire se ci sono oppure no le ipotesi di reato, per rimettere il tutto al processo dove anche l’accusato potrà narrare la sua versione dei fatti e difendere la propria posizione.

Da qui all’esito del processo, posto che la procura riterrà fondate le accuse, non si può quindi parlare di colpevolezza o innocenza, anche perché l’ordinamento italiano prevede ben tre gradi di giudizio. Si può, però, capire in cosa consiste il reato di cui è accusato Fabrizio Corona in relazione ai fatti.

Il reato di diffamazione è regolato dall’articolo 595 del Codice penale e consiste nell’offesa della reputazione fatta comunicando con più persone, senza che l’interessato possa rispondere simultaneamente o percepire l’offesa. Dunque, non importa che il fatto di cui la vittima sia accusata sia vero oppure no. Questo reato prevede poi alcune aggravanti, tra cui la diffusione a mezzo di stampa, punita con la reclusione da 6 mesi a 3 anni o la multa minima di 516 euro.

La calunnia, invece, è regolata dall’articolo 368 del Codice penale e punita con la reclusione da 2 a 6 anni, riferendosi nello specifico alla falsa accusa di aver commesso reato. Se sulla carta può essere semplice comprendere su quali basi si siano mossi gli avvocati dei calciatori, i fatti sono ben più complessi. Soprattutto perché si scontrano con il diritto di cronaca e di critica.

Fabrizio Corona, “denunciatemi pure”

Il diritto di cronaca è una scriminante del reato di diffamazione, una sorta di deroga, ed è essenzialmente ciò che consente ai giornalisti di riportare le vicende altrui, anche quando lesive dell’onore e della reputazione. La notizia deve comunque tenere conto di alcuni limiti, ovvero:

  • L’accertamento della verità tramite l’esame delle fonti;
  • l’interesse pubblico alla conoscenza del fatto;
  • assenza di elementi aggiuntivi (semmai rientranti nel diritto di critica).

Questi principi sono stati spesso ribaditi dalla giurisprudenza sinteticamente come: verità, pertinenza e continenza. Il diritto di critica si affianca come opinione soggettiva sul fatto riportato, motivata dall’interesse pubblico. Non a caso, alla notizia delle querele Fabrizio Corona ha dichiarato:

“Con tutti quelli che mi sfidano ci vedremo in tribunale e vedremo se, una volta che le mie prove e le mie fonti saranno rese pubbliche, avranno ancora voglia di andare avanti. Quello che mi sento di dire è questo: denunciatemi pure, ma dovete essere ben sicuri di non avere scheletri nell’armadio, perché io mi difenderò nei modi e nei luoghi previsti dalla legge. ”

Insomma, Fabrizio Corona sembra piuttosto sicuro della sua innocenza, a fronte dell’esperienza maturata (e nelle passate accuse per diffamazione, qualcuna risoltasi anche con un’assoluzione come quella mossa da Selvaggia Lucarelli). Non è possibile saperne di più allo stato attuale, finché non ci sarà un accertamento del reato nelle sedi competenti. Il problema è che il re dei paparazzi ha una particolare situazione penale, che potrebbe complicarsi ulteriormente.

Cosa rischia Fabrizio Corona ora?

Posto che i reati devono ancora essere valutati e che servirà tempo per eventuali condanne, non si può comunque dire che Fabrizio Corona possa dormire sonni tranquilli, perlomeno non come potrebbe una persona dalla fedina penale immacolata.

Il 14 novembre 2023, infatti, in udienza il tribunale di Milano dovrà esprimersi sulla sua pericolosità sociale e sull’applicazione della sorveglianza speciale. Questo perché il 30 maggio 2012 Fabrizio Corona era già stato posto sotto questa misura preventiva, sospesa in seguito all’arresto del 2013. Soltanto questo settembre ha finito di scontare la pena, perciò è necessaria una valutazione sulla ripresa della sorveglianza.

Il tribunale milanese dovrà stabilire se il percorso seguito in questi 10 anni abbia avuto gli esiti sperati, valutazione in cui la presenza di nuove querele – peraltro per reati che avevano già portato a una condanna – non può che influire, anche se non è certo un criterio unico.

Un eventuale ritorno della sorveglianza speciale non comporterebbe ovviamente un’altra carcerazione, trattandosi di misura preventiva, ma l’obbligo di rispettare le prescrizioni ritenute opportune dal giudice sullo svolgimento di una vita retta e rispettosa della legge, con limitazioni sugli spostamenti, sui loro orari e sulle frequentazioni di luoghi o persone. Come già ribadito, tuttavia, Corona è soltanto querelato per il momento, perciò i giudici dovranno valutare questo evento per il peso che ha, alla luce della situazione complessiva.

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