Cosa c’è (davvero) dietro il silenzo tra Musk e Trump

Alessandro Nuzzo

21 Maggio 2025 - 21:03

È più di un mese che Trump non menziona più Musk nei suoi discorsi e l’imprenditore sta preparando la sua uscita dalla politica.

Cosa c’è (davvero) dietro il silenzo tra Musk e Trump

Elon Musk e la politica, un amore durato solo pochi mesi. Sembrano lontani i tempi in cui l’uomo più ricco del mondo presenziava a tutti gli eventi ufficiali del governo degli Stati Uniti. Musk ha vissuto da protagonista la campagna elettorale che ha riportato Donald Trump alla Casa Bianca: ha finanziato la sua corsa e ha ottenuto un ruolo di primo piano nell’amministrazione, guidando il Doge, il dipartimento per l’efficienza governativa nato con l’obiettivo di snellire e ridurre i costi della macchina pubblica federale.

Musk era presente alla cerimonia di insediamento di Trump e nei primi mesi del nuovo mandato il presidente lo citava spesso nei suoi interventi. Nei primi 30 giorni, Musk veniva menzionato quasi ogni due giorni sui canali social ufficiali. Oggi, invece, è sparito dai radar, come se la sua influenza fosse improvvisamente evaporata.

Nell’ultimo mese, Trump non ha più scritto una sola parola su Musk sulla sua piattaforma Truth Social. Anche le email della campagna per la raccolta fondi non fanno più riferimento al miliardario. Una distanza evidente. Persino i membri del Congresso, che prima lo esaltavano come visionario e innovatore, lo hanno escluso dalle loro newsletter, segnale chiaro di un raffreddamento nei rapporti.

Quando è stato chiesto alla Casa Bianca perché Musk non venga più menzionato, e se la sua presenza sia diventata scomoda, anche la portavoce Karoline Leavitt ha evitato di nominarlo nella sua risposta. Un silenzio che dice molto più di mille parole.

Secondo alcuni esperti, molti repubblicani avrebbero iniziato a considerare Musk politicamente tossico. I sondaggi mostrano una crescente percezione negativa della sua figura, soprattutto tra gli elettori moderati. I primi attriti con Trump sarebbero iniziati con la campagna dei dazi sulle importazioni, che ha ostacolato proprio il lavoro del Doge, compromettendone l’efficacia e mettendo Musk in una posizione difficile.

Musk annuncia il passo indietro

Musk, intanto, sembra pronto a uscire di scena dalla politica. Durante un intervento al Qatar Economic Forum, alla domanda su quanto intenda investire nelle prossime elezioni di mid-term del 2026, ha risposto secco: «In futuro farò molto meno. Penso di aver fatto abbastanza». Alla successiva domanda sul perché, ha aggiunto: «Se vedrò una ragione per investire in politica, lo farò. Oggi non ne vedo.»

Parole che lasciano pochi dubbi: Musk si sta sfilando dal mondo politico. E forse non è un caso. Da quando ha deciso di impegnarsi in prima persona nella politica americana, Tesla ha visto un crollo delle vendite, e all’interno del consiglio d’amministrazione cresce la pressione per un suo passo indietro. Alcuni consiglieri avrebbero chiesto al fondatore di lasciare ma lui ha smentito con decisione: «A meno che non sarò morto», ha detto.

Ma forse anche lui ha capito che, per risollevare Tesla, è arrivato il momento di abbandonare la politica e tornare a occuparsi di ciò che ha sempre fatto meglio: l’imprenditore e l’innovazione tecnologica. Un campo dove, almeno finora, Elon Musk ha dimostrato di saper brillare molto più che nei corridoi del potere.

Iscriviti a Money.it

SONDAGGIO