Ramadan 2023: date, regole e cosa significano Mubarak e Kareem

Ilena D’Errico

23 Marzo 2023 - 21:42

condividi

Ramadan 2023, ecco le date della celebrazione islamica più conosciuta e le sue regole e perché in questo periodo si sentono spesso Mubarak e Kareem.

Ramadan 2023: date, regole e cosa significano Mubarak e Kareem

Il Ramadan è una delle ricorrenze islamiche più importanti, appartenenti a una tradizione ormai millenaria e seguita da moltissimi fedeli in tutto il mondo. Il Ramadan, così come molte festività religiose (ad esempio la Pasqua cristiana), non ha una data fissa perché dipende dal ciclo lunare. Di conseguenza, il giorno di inizio del Ramadan varia di anno in anno, mentre le regole sono sempre le stesse.

Le date del Ramadan 2023

Il Ramadan corrisponde nel calendario islamico Hijri al nono mese dell’anno e può essere composto da 29 o 30 giorni, a seconda della luna crescente. L’etimologia di questa parola rimanda a un forte calore, dato che in origine la festività cadeva nella stagione estiva. Dato che, però, il calendario islamico è composto da una decina di giorni in meno rispetto al calendario solare, a mano a mano la data del Ramadan retrocede, infatti nell’emisfero Nord è appena iniziato.

Il Ramadan 2023 (1444 secondo il calendario islamico) è iniziato tra il 22 e il 23 marzo, mentre terminerà la notte fra il 20 e il 21 aprile, sempre secondo il calendario gregoriano. Riguardo al metodo di determinazione delle date, poi, non tutti i fedeli sono d’accordo. Il Ramadan, infatti, inizia con la luna crescente (Hilāl) che di norma segue di uno o alcuni giorni il novilunio (quella fase in cui la luna è solo appena visibile). I più tradizionalisti ritengono fondamentale l’osservazione del cielo, così come consigliato dagli Ḥadīth maomettiani. Altri, invece, preferiscono affidarsi al calcolo.

Le regole del Ramadan

Indipendentemente dal periodo dell’anno in cui cade, il Ramadan prevede delle regole molto precise che i fedeli sono tenuti a osservare nel rispetto della sacralità conferita a questo periodo. Il Ramadan, infatti, rappresenta secondo la tradizione islamica il momento in cui il profeta Maometto ha ricevuto la rivelazione del Corano, il libro sacro dell’Islam “guida per gli uomini di retta direzione e salvezza”.

L’insieme di precetti che i fedeli islamici seguono durante il Ramadan è riassumibile in due parole: Sawam e Zakat, ovvero digiuno e carità. Il digiuno deve essere inteso in modo molto ampio, dato che i fedeli musulmani in questi 30 giorni devono rispettare diverse astensioni. La prima di queste è sicuramente il digiuno diurno, infatti non si può mangiare o bere nulla dall’alba al tramonto. Al calar del sole, poi, il digiuno deve essere interrotto da un dattero o un bicchiere d’acqua, a cui segue il pasto notturno Iftar. Al termine del Ramadan, perciò, si celebra la festa di Eid Al Fitr con dolci e regali.

Il digiuno in senso stretto rappresenta solo una delle astinenze raccomandate; infatti, durante i 30 giorni del Ramadan sono vietati anche:

  • I rapporti sessuali non ḥarām (ossia quelli leciti perché con il proprio coniuge) nel periodo diurno;
  • il fumo nelle ore diurne;
  • l’ascolto di musica durante il giorno;
  • indossare il trucco durante il giorno per le donne;
  • compiere azioni violente, con eccezione della legittima difesa:
  • mettere in atto comportamenti peccaminosi, come calunnie, bestemmie, menzogne e insulti (i cosiddetti peccati di parola).

Oltre alle astensioni, i fedeli durante il Ramadan sono chiamati anche ad avere un ruolo attivo per avvicinarsi a Dio e accrescere la propria dimensione spirituale, perciò durante questi 30 giorni si dovrebbero intensificare le raccomandate attività di preghiera e beneficenza. Per ragioni di tutela, la fede islamica esonera alcune persone da tutte questi obblighi, si tratta di:

  • Bambini sotto l’età puberale;
  • donne con il ciclo mestruale, che dovranno recuperare i giorni perduti in un altro momento;
  • donne in gravidanza che hanno la libera scelta;
  • le donne nel periodo postpartum;
  • le donne che allattano;
  • gli anziani;
  • i fedeli in guerra;
  • chi è in viaggio, che dovrà recuperare i giorni persi.

Cosa significano Mubarak e Kareem

Durante i 30 giorni del Ramadan, i fedeli islamici sono soliti salutarsi con “Ramadan Mubarak” oppure “Ramadan Kareem”. Entrambe queste locuzioni rappresentano un augurio che al pari delle altre regole sancisce i giorni del Ramadan. La differenza di termini deriva dalla zona di provenienza e anche da alcune varianti ideologiche.

Nel dettaglio, “Ramadan Mubarak” è un’espressione appresa direttamente dal Corano che significa “Il Ramadan sia benedetto”, alla quale si risponde di consuetudine con “Allahu Akram” per affermare la generosità di Allah. Nei paesi arabi, in alternativa a questa espressione si usa “Ramadan Kareem”, in questo caso per dichiarare anche la generosità del Ramadan stesso, variante che secondo i più osservanti è scorretta dal punto di vista religioso e lessicale. Innanzitutto, la religione islamica considera soltanto Allah generoso e poi il Ramadan non può concettualmente avere tale facoltà, trattandosi di un mese dell’anno.

Iscriviti a Money.it