Controlli su cronologia e social. Le nuove regole per entrare negli Stati Uniti

Laura Pellegrini

11 Dicembre 2025 - 15:15

Gli Stati Uniti potrebbero chiedere ai turisti stranieri la cronologia degli ultimi 5 anni sui social: la stretta riguarda anche l’Italia. Ecco le novità.

Controlli su cronologia e social. Le nuove regole per entrare negli Stati Uniti

I visitatori di decine di Paesi considerati “sicuri” e tradizionalmente alleati degli Usa potrebbero dover mostrare la cronologia degli ultimi cinque anni sui social per poter entrare negli Stati Uniti: solo chi avrà i “social puliti” potrà accedere agli States. Questa è la nuova proposta dell’amministrazione Trump, pubblicata nel Federal Register da US Customs and Border Protection (Cbp), che segnerebbe una svolta significativa nelle procedure d’ingresso per milioni di turisti, compresi gli italiani.

La nuova regola, non ancora in vigore, sta già scatenando le polemiche e potrebbe causare non solo ritardi nella richiesta dei documenti di ingresso, ma anche una riduzione dell’afflusso di turisti verso il paese. Persino gli esperti del diritto all’immigrazione hanno sottolineato la portata negativa della proposta.

Vediamo cosa prevede la proposta e quali potrebbero essere le nuove regole per entrare negli Usa, cosa significa avere “social puliti” e quali dati verranno controllati ai turisti in ingresso.

Cosa prevede la proposta e chi dovrà sottoporsi ai controlli

Se la proposta di Trump venisse approvata, viaggiare negli Stati Uniti potrebbe diventare difficile e faticoso. Infatti, secondo quanto proposto, i turisti provenienti dai Paesi che aderiscono al programma «Visa Waiver» - tra cui Regno Unito, Italia, Francia, Giappone, Australia e gran parte dell’Europa - dovrebbero sottoporsi a un controllo della cronologia degli ultimi cinque anni sui social.

I dati sottoposti a controllo includerebbero non solo le ultime ricerche effettuate sul web, ma anche una dichiarazione di tutti gli account social utilizzati negli ultimi cinque anni, gli indirizzi email dell’ultimo decennio e i dati anagrafici completi di familiari diretti, inclusi genitori, coniugi, fratelli e figli. In caso di cronologia sospetta o pericolosa, l’ingresso negli Usa potrebbe essere negato.

Ad oggi, invece, i turisti provenienti dai Paesi considerati “sicuri” e alleati degli Stati Uniti possono ottenere l’Esta, un permesso valido per un massimo di 90 giorni compilando un semplice modulo digitale che richiede informazioni basilari: dati anagrafici, numero di passaporto, eventuali precedenti penali. Dal 2016 è presente anche una sezione facoltativa dedicata ai profili social.

La proposta non è ancora entrata in vigore, ma è in consultazione pubblica fino al 9 febbraio 2026 e potrebbe diventare operativa entro l’inverno 2026.

L’iniziativa si inserisce in una quadro di rafforzamento dei controlli che riguarda anche altri tipi di visto, come quelli per lavoratori specializzati H-1B, studenti e ricercatori. In questo senso, dal Governo statunitense arriva anche la proposta di introduzione di un nuovo visa integrity fee da 250 dollari per molti visitatori internazionali, esclusi quelli provenienti dai Paesi “Visa Waiver”.

Le proteste delle associazioni e i nodi da sciogliere

Nonostante il documento sia ancora in consultazione, non mancano le proteste da parte delle associazioni del settore turistico che hanno espresso le loro forti preoccupazioni per la nuove stretta sugli ingressi negli Usa sia per i turisti stranieri sia per i lavoratori specializzati. Le nuove regole di controllo della cronologia e dei social potrebbero ridurre l’afflusso di turisti provenienti dai principali Paesi europei, oltre a rendere più lungo e difficile il procedimento di richiesta dei permessi per viaggiare negli Stati Uniti.

Lo scorso novembre una coalizione di 20 aziende operanti nel settore turistico aveva manifestato la propria contrarietà alla proposta di visa integrity fee, in quanto potrebbe scoraggiare l’ingresso dei visitatori stranieri e ridurre l’indotto economico.

A tutto questo si aggiunge anche la mancanza di consultazione preventiva da parte della Cbp, che non avrebbe informato gli operatori prima di rendere pubblica la proposta.

I prossimi passi

La U.S. Customs and Border Protection ha fissato una finestra di 60 giorni per raccogliere opinioni e commenti pubblici sulla nuova proposta. Ad oggi, il Dipartimento della Sicurezza interna non si è ancora espresso in modo ufficiale sul contenuto del provvedimento.

Senza dubbio, comunque, se la proposta venisse approvata, il nuovo Esta diventerebbe uno degli strumenti di screening più invasivi mai applicati negli Stati Uniti nei confronti dei Paesi alleati considerati più sicuri.

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