Concordato preventivo bis, istruzioni per aderire ed esclusi

Nadia Pascale

15/11/2024

Pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto legge con il concordato preventivo Bis, adesioni fino al 12 dicembre con dichiarazione integrativa. Esclusi i contribuenti forfettari.

Concordato preventivo bis, istruzioni per aderire ed esclusi

Pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto 167 del 14 novembre 2024 con riapertura dei termini di adesione al concordato preventivo bis. A sorpresa esclusi i forfettari. Nuove adesioni fino al 12 dicembre 2024.

La «prima edizione» del concordato preventivo biennale non è andata come si sperava, le adesioni, dati ancora non ufficiali, ma quasi, sono circa 500.000, il 15% del totale dei soggetti interessati e con un gettito fiscale di circa 1,3 miliardi di euro.

Già all’indomani della chiusura del 31 ottobre, Forza Italia aveva parlato di riapertura dei termini e, sebbene dal Ministero dell’Economia e delle Finanze vi siano state sempre risposte negative, il Consiglio dei Ministri del 12 novembre ha approvato il decreto legge, ma con pesanti esclusioni, infatti non possono aderire i contribuenti forfettari..

Ecco i termini per le nuove adesioni al concordato preventivo bis e le istruzioni operative con dichiarazione integrativa.

Concordato preventivo bis approvato

Nonostante la massiccia campagna informativa, il concordato preventivo biennale non ha raccolto consensi. Secondo i primi dati le adesioni al 31 ottobre 2024 si sarebbero fermate al 15% del totale ipotizzato, cioè circa 500.000 titolari di partita Iva, a fronte di 4 milioni e mezzo di contribuenti.

Cosa c’è in gioco? Il taglio Irpef, infatti, dal Ministero dell’Economia e delle Finanze si è sempre detto che con il ricavato del concordato preventivo si finanzia un ulteriore taglio Irpef, ma sembra che le risorse arrivate, o meglio da arrivare, visto che il ravvedimento speciale ancora non è operativo, siano troppo ridotte per una qualunque manovra. Deve anche sottolinearsi che l’opzione per il ravvedimento deve essere esercitata entro il 31 marzo, inoltre sarà possibile effettuare il pagamento degli importi in 24 rate mensili. Ciò significa che le risorse non sono ancora quantificabili e non immediate.

Il Consiglio dei Ministri approva il concordato preventivo bis

Una riapertura dei termini per il concordato preventivo è stato da più parti richiesto e in particolare dai Commercialisti che hanno sempre sostenuto che le modifiche normative sono state troppo repentine (le ultime a ottobre con meno di un mese di tempo per valutarne l’impatto) e non hanno concesso la possibilità ai contribuenti di valutare gli effetti del concordato stesso.

Sotto varie pressioni il Governo ha ceduto anche perché servono maggiori risorse, si parla però di concordato preventivo bis.
Si tratta di una nuova finestra che genera un gettito autonomo rispetto a quello che ormai è consolidato sulle adesioni maturate al 31 ottobre 2024.

Le adesioni possono essere formalizzate solo dai titolari di partita Iva che entro il 31 ottobre 2024 non sono riusciti ad aderire, ma hanno presentato in modo regolare, nel rispetto della scadenza del 31 ottobre 2024 la dichiarazione dei redditi.

Si può accedere al concordato preventivo bis entro il 12 dicembre 2024.

Cosa prevede il decreto legge sul concordato preventivo bis

Si è parlato più volte di un emendamento al decreto fiscale collegato alla legge di bilancio, ma alla fine la strada seguita è quella del decreto legge ad hoc, formato da soli due articoli che dovrebbe però essere trasformato in emendamento al decreto collegato alla manovra, ora all’esame del Senato.
Il decreto 167 a sorpresa prevede un’importante penalizzazione.

L’articolo 1 del decreto fissa importanti paletti, in particolare stabilisce che possono aderire entro il 12 dicembre 2024:
titolari di partita Iva che abbiano presentato la dichiarazione dei redditi entro il 31 ottobre.
Tali soggetti per poter accedere devono presentare una dichiarazione dei redditi integrativa, da essa però non devono derivare

un minore imponibile o, comunque, un minore debito d’imposta ovvero un maggiore credito rispetto a quelli riportati nella dichiarazione presentata
entro la data del 31 ottobre 2024.

In poche parole possono accedere coloro che correggono la dichiarazione dei redditi presentata e da tale correzione derivano o maggiori tasse da pagare o minori crediti da riscuotere.

Sempre l’articolo 1 limita l’accesso ai soggetti che non hanno aderito al concordato entro il 31 ottobre, parla in modo espresso di “concordato preventivo biennale di cui agli articoli da 10 a 22 del decreto legislativo 12 febbraio 2024, n. 13”, cioè le norme che si applicano esclusivamente ai soggetti ISA, lasciando di fatto fuori i forfettari.

Per il viceministro Leo “si tratta di un importante prova di ascolto da parte del governo, che dopo un confronto con le categorie e i professionisti ha deciso di allargare ulteriormente la possibilità di aderire a una misura apprezzata e conveniente per tutti: Stato e cittadini”.

La mancata proroga del termine iniziale, sottolinea Leo, ha consentito di acquisire dati certi sulle risorse disponibili e iniziare a intervenire sull’Irpef. Cosa impossibile senza distinguere tra concordato e concordato bis.

Forza Italia è giustamente entusiasta della novità e Tajani ( Forza Italia) sottolinea che ora si devono utilizzare le nuove risorse per tagliare le tasse al ceto medio. L’obiettivo è ridurre al 33% la seconda aliquota Irpef già a partire dal 2025. Si punta ad arrivare al 23% di adesioni.

Ravvedimento speciale anche per i ritardatari?

Il concordato preventivo bis dovrebbe poi consentire l’accesso al ravvedimento speciale anche per i nuovi contribuenti. Di fatto il ravvedimento speciale per gli anni di imposta 2018-2022 è attualmente limitato ai contribuenti Isa che hanno aderito al concordato entro il 31 ottobre.

Nelle prossime settimane dovrebbe però essere esteso anche ai contribuenti che aderiscono con la nuova finestra del concordato preventivo bis. Ricordiamo che l’opzione può essere esercitata entro il 31 marzo 2025.

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