Commercio mondiale in frantumi: cosa prevede l’Omc

Violetta Silvestri

12 Aprile 2022 - 14:54

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Sta cambiando tutto nel vortice della guerra russa in Ucraina e anche il commercio globale non sarà più lo stesso. A rivelarlo la previsione dell’OMC, che guarda ai rischi di una frammentazione.

Commercio mondiale in frantumi: cosa prevede l’Omc

La guerra della Russia contro l’Ucraina rallenterà il nascente rimbalzo dell’economia mondiale dalla pandemia, ridurrà gli scambi di merci e potenzialmente porterà a una più ampia frammentazione del commercio globale: questa la sintesi di una nuova analisi dell’Organizzazione mondiale del commercio.

Le interruzioni commerciali di quest’anno continueranno a rappresentare un freno alla produzione perché l’invasione russa ha agitato i mercati di materie prime cruciali come petrolio, acciaio, alluminio, fertilizzanti e grano.

Non solo, con l’emarginazione di Putin dalle relazioni economiche occidentali, una tendenza alla polarizzazione delle alleanze strategiche per il commercio sarà sempre più netta. Con rischi di che i Paesi poveri restino ai margini e senza merci, come già sta accadendo in Nord Africa e in alcune nazioni asiatiche sull’orlo del fallimento.

Come si sta trasformando il commercio mondiale e cosa prevede l’Omc?

Commercio mondiale: cosa sta cambiando e cosa aspettarsi

Dalla pandemia alla guerra, il commercio mondiale non è, e forse non sarà, più lo stesso.

L’ente con sede a Ginevra ha abbassato la stima di crescita del commercio quest’anno al 3%, in calo rispetto alla precedente proiezione del 4,7%.

L’Omc ha anche affermato che prevede un aumento degli scambi del 3,4% nel 2023 e ha citato una serie di rischi al ribasso nella sua valutazione, tra cui l’insicurezza alimentare e una possibile recrudescenza del virus.

“La storia ci insegna che dividere l’economia mondiale in blocchi rivali e voltare le spalle ai Paesi più poveri non porta né alla prosperità né alla pace”, ha affermato il direttore generale dell’Omc Ngozi Okonjo-Iweala.

“L’Omc può svolgere un ruolo fondamentale fornendo un forum in cui i Paesi possono discutere le loro differenze senza ricorrere alla forza e merita di essere sostenuto in tale missione”, ha aggiunto, quasi con un grido disperato.

L’organizzazione prevede un’espansione del Prodotto interno lordo mondiale del 2,8% quest’anno, in calo di 1,3 punti percentuali rispetto alla precedente previsione del 4,1%. La crescita del Pil dovrebbe salire al 3,2% nel 2023, vicino al tasso medio del 3% nel decennio precedente la pandemia.

Sul fronte degli scambi, negli ultimi due anni, il commercio transfrontaliero è stato un sorprendente vento favorevole per l’economia mondiale, alimentato in gran parte dalle importazioni record di merci dall’Asia negli Stati Uniti.

Tuttavia, se le ultime proiezioni vengono soddisfatte, la traiettoria di crescita del commercio ricadrà nell’intervallo dell’1%-3%, non proprio soddisfacente.

Pressato dalle dinamiche improvvise della guerra e delle sanzioni, il commercio globale può frantumarsi, mietendo nuove vittime, private di partner importanti per materie prime e non solo. Nella corsa al grano, al gas, ai metalli, al petrolio, alle risorse agricole senza più poter attingere alla grande Russia, gli equilibri stanno drasticamente cambiando.

Per esempio, le minori forniture e i prezzi più elevati per il cibo significano che i poveri del mondo potrebbero essere costretti a farne a meno, con gli Stati più ricchi che invece si accaparrano nuovi contratti forti del loro peso economico e potere di trattativa.

Nel frattempo, la rigida risposta di Pechino alle epidemie di Covid minaccia di rallentare la crescita e le esportazioni dall’economia n. 2 al mondo, con gravi ripercussioni secondo l’Omc:

“I blocchi in Cina per prevenire la diffusione del Covid-19 stanno nuovamente interrompendo il commercio marittimo in un momento in cui le pressioni sulla catena di approvvigionamento sembravano allentarsi. Ciò potrebbe portare a una rinnovata carenza di input manifatturieri e a una maggiore inflazione

Tradotto, significa più insicurezza alimentare, economica, energetica e maggiore caos e polarizzazione nelle relazioni tra Paesi.

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