Come uscire dalla povertà grazie ai videogiochi: la risposta del Brasile

Giorgia Bonamoneta

1 Maggio 2022 - 10:42

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Il mondo dei videogiochi può aiutare le persone a uscire da una condizione di povertà? Un esempio da una realtà poco digitalizzata esiste, si tratta delle persone che vivono nelle favelas brasiliane.

Come uscire dalla povertà grazie ai videogiochi: la risposta del Brasile

Il mondo dei videogiochi non è da sottovalutare, solo in Italia fa girare 2,2 miliardi di euro. In Brasile i giovani che abitano nelle favelas hanno capito di poter uscire dalla povertà - almeno tentare di farlo - attraverso il videogioco, in tutte le sue forme.

C’è chi ha deciso di investire sulla propria figura, aprendo un account Twitch per videogiocare in compagnia di centinaia di persone sparse per il mondo e chi invece ha puntato alle competizione di e-sport. Infine c’è chi grazie agli NFT sta migliorando la propria vita e quella degli altri attraverso un’organizzazione sociale che usa i soldi ricavati dalle crypto art per rivalutare il territorio e comprare cibo.

È innegabile che parte del fascino dei videogiochi dipende anche dalla possibilità di evadere da una realtà spesso violenta e degradata, fuga che vale per chiunque abiti in condizione di vita simile o nelle periferie di tutto il mondo. Nelle favelas è giunta da poco la possibilità di esplorare il mondo digitale e dei videogiochi, una realtà che nel corso dei prossimi anni potrebbe portare a nuove esperienze e opportunità di lavoro. Intanto un dato è certo: chi ha scelto i videogiochi non ha più a che fare con le gang della propria zona. Un passo avanti importante per superare la povertà, monetaria ed educativa, vissuta nelle favelas.

Nelle favelas in Brasile arrivano i videogiochi come risposta alla povertà

Non è una notizia del tutto nuova, ma il suo impatto positivo sulla popolazione locale la rende qualcosa da approfondire, soprattutto quando il mondo dei videogiochi è nuovamente sotto attacco da parte di alcuni esponenti politici e da quando in televisione se ne riconosce solo un valore negativo per la salute mentale dei più giovani. Il tentativo di generalizzazione di queste parti cozza contro altre realtà italiane o estere. Basti pensare a come una “nuova” professione si sta facendo strada nel panorama italiano: lo/la youtuber e i guadagni che riescono a portare a casa ogni mese.

Un discorso simile può essere fatto in Brasile, in particolare nelle favelas, anche se in uno stato embrionale. Infatti l’accesso al mondo virtuale, compresi i videogiochi, è ancora molto difficile. Per molti il concetto di internet è ancora qualcosa di estraneo. Sono state le organizzazioni sociali a portare per prime le capacità e le conoscenze in merito e hanno iniziato la popolazione locale alla scoperta della rete, compresi i benefici che questa porta.

È proprio con la pandemia, come è accaduto in Italia per diversi settori, che il mondo del web nella favela ha visto un’impennata di utilizzo. Tra questi c’è la realtà Afro Games, che nasce con l’intento dichiarato di combattere la povertà sociale, monetaria ed educativa. Il fondatore, Ricardo Chantilly, è un ex dirigente musicale che è rimasto affascinato dalle possibilità che apre il mondo dei videogiochi e ha così deciso di investire in una scuola dove 100 studenti e studentesse seguono diverse lezioni, tra cui lingua inglese e programmazione. Prendono anche uno stipendio mensile di circa 170 euro, che permette loro di continuare la formazione senza essere obbligati a lavorare.

Uscire dalla povertà dalla propria casa: l’esperienza con Twitch e gli NFT

C’è chi, a partire dalla propria abitazione, una stanza con pochi pezzi di arredamento con il tetto in lamiera, riesce a sostenersi economicamente attraverso la piattaforma di Twitch. Bastano le entrare prodotte con 850 followers per vivere in una favelas, a dirlo è lo streamer Augusto.

E c’è chi, invece, fonda aziende tech, come Gean Guilherme Santos Lopes, che a 21 anni, dalla favelas di Rio de Janeiro, ha deciso di lavorare con il mondo delle criptovalute e delle crypto art, meglio conosce come NFT.

È proprio tramite queste che è riuscito ad aiutare le famiglie della favela con donazioni di generi alimentari e di cura della persona. Solo grazie all’NFT “Paulinho’s Shack” è riuscito a ricostruire l’abitazione di una anziana signora.

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